(Vinile, Rosà - Foto di Francesco Scalco Bonaldo)
In un sistema economico andato a puttane per colpa di modelli complessi e lontani dalla gente, sembra stia tornando la voglia di guardare le cose dal punto iniziale, ripartendo dal semplice bisogno individuale che diventa valore condiviso e partecipativo. Si tratta di adattamento al tempo, di far tornare le persone e le loro idee al centro. Un tentativo, una speranza. Maledetta Primavera non è una rivoluzione, non è un atto di genialità. E' semplicemente la celebrazione di un bisogno, uno dei tanti, che temevamo fosse dimenticato. Rockit ha solo avuto una bella idea: affidarsi alle persone. Non sapevamo quante fossero, siamo rimasti stupiti. Quasi (piacevolmente) spaventati. Oltre cento locali in tutta Italia hanno aderito al progetto. E poi decine di altri posti, impensabili, ovunque. Nord, centro, sud. Città, provincia, campagna. I picnic con le chitarre, le salette prova colorate a festa, le camere da letto trasformate in palchi, i camper trasformati in live club. Metal, rock, pop, elettronica, sperimentazione. Non importa. In questa operazione sono più importanti i concetti di aggregazione, movimento ed organizzazione. Non in senso politico, per carità. Parliamo di cose che si toccano, che si fanno, che si contano. Decine di migliaia di persone coinvolte. Ognuno con i propri valori, con la propria progettualità. Declinando la stessa idea in modi diversi per lo stesso scopo. In certi casi prendendosi qualche rischio e cercando pure di guadagnarci, perchè no. Persone che hanno organizzato, a vari livelli, beni e servizi per fare spazio e costruire valore. Economia, cultura ed emozione a muoversi l'una dentro l'altra. Ed è proprio quando le persone tornano ad aderire ai progetti da protagoniste che si muove ogni sistema socioeconomico e, forse, la cultura torna ad occupare un ruolo di "distruttore creativo" che può spazzare via cicli esauriti e aprirne di nuovi. Con tutti i limiti di un progetto poco progettato, Maledetta Primavera è stata un successo. Punto. Celebrazione di un bisogno, quello per la Musica, che sposta cuori e respiri. Strutture e risorse. Migliaia di persone a fare qualcosa. Organizzare situazioni, occupare luoghi, muovere oggetti, veicolare informazioni, prendersi responsabilità. E che lo abbiano fatto condividendo spontaneamente uno stesso ideale, è magnifico e pure romantico. Se queste cose accadono, la Bellezza potrebbe avere ancora una minima speranza di sfuggire alla lobotomizzazione e partecipare alla produzione di valore, quello vero. Maledetta Primavera non è una soluzione, è un sintomo, importante, che forse non è finita. Grazie a tutti quelli che l'hanno fatta.
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L'articolo Forse non è finita di Stefano "Acty" Rocco è apparso su Rockit.it il 2009-04-06 00:00:00
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