Le residenze artistiche contro il logorio dei live moderni

Mecna al via domani con 5 date (con ospiti) a Base a Milano, Michielin che fa 12 serate in club da alcune centinaia di persone. Non sarà Las Vegas, ma anche da noi le residency stanno prendendo piede. Permettendo all'artista di sperimentare e avvicinare il pubblico

Francesca Michielin ad Arca, foto di Luca Marenda
Francesca Michielin ad Arca, foto di Luca Marenda

La musica italiana ha bisogno di spazi. La frase può sembrare strana, vista la tendenza sempre più feroce del music business di appropriarsi di ogni angolo pubblicitario, con artisti e discografici pronti ad accalappiarsi ogni opportunità per strappare qualche migliaio di stream in più, per far sembrare i concerti più pieni, e i tour più entusiasmanti. Tutto deve brillare, tutto deve essere all'insegna dell'entusiasmo, ognuno può sfoggiare numeri da urlo presi dalle piattaforme, e la musica a suon di clic è servita.

Allora proviamo a dirlo meglio: la musica italiana ha bisogno di spazi da coltivare, di luoghi in cui gli artisti si fermino per un tempo più o meno dilatato, e instaurino un dialogo vero con il territorio, con un pubblico, con gli operatori, i lavoratori dello spettacolo. Una soluzione possibile e che alcuni artisti paiono aver identificato è quella delle residenze artistiche.

Le residenze artistiche non sono certo una novità, sono ad esempio una modalità molto ambita dalle compagnie teatrali indipendenti, che le usano come trampolino di lancio economico, ma anche come vetrina. In ambito musicale hanno una grande tradizione alle spalle, che gode di decine e decine di grandi esempi oltreoceano. Gli eventi illustri sono innumerevoli, dai sette anni a Las Vegas di Elvis, dal 1969 al 1976, agli svariati appuntamenti che Tony Bennett ha dato al suo pubblico, dal successo stratosferico di Celine Dion coi suoi mille e passa spettacoli, a chicche per intenditori, come gli LCD Soundsystem, che in uno dei venti concerti al Brooklyn Steel nel 2019 omaggiarono l'appena scomparso Angelo Badalamenti suonando il tema di Twin Peaks. Negli States la residenza è diventata col tempo occasione di conferma della propria grandezza per artisti dalla legacy enorme e per spassarsela e sperimentare per altri. 

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Anche in Italia ci sono degli esempi. Sono recenti (uno, addirittura, deve ancora arrivare...), entrambi milanesi e interessanti perché portati avanti da due artisti che hanno un loro pubblico e fanno numeri interessanti. Hanno scelto questa modalità per vari motivi, che proveremo a comprendere. Il primo caso è quello di Francesca Michielin, che di residenze negli ultimi tempi ne ha fatte ben due. Parliamo di locali di medie dimensioni, in cui il pubblico (alcune centinaia di persone) è molto vicino al palco. Questa è sicuramente una delle caratteristiche ricercate.

La prima residenza dell'artista è stata a Mosso, in via Padova, nel 2022. Tenne 6 "incontri musicali", tutti diversi l’uno dall’altro, "senza scaletta" e prodotti da Vivo Concerti. Ci furono momenti di jam e improvvisazione, suonarono con lei Levante, Michele Bravi, Margherita Vicario, Gaia, Mecna, Renzo Rubino, Vasco Brondi, Giorgio Poi, Eugenio in Via di Gioia. 

Michielin resident a Mosso, foto di Francesco Prandoni
Michielin resident a Mosso, foto di Francesco Prandoni

La seconda esperienza, pochi mesi fa, è stata ad Arca, locale di Via Rimini, tra Romolo e Famagosta sempre a Milano. Intitolata Suono di sabato all'Arca, si è svolta a partire dal 28 Ottobre 2023, ancora una volt (compresa la data durante la Milano Music Week, di cui Michielin era "direttrice artistica aggiunta"). 

Ne abbiamo parlato con Stefano Ravanelli, fondatore di Arca. Per un locale come il suo, di recente fondazione, e di conseguenza alle prese con il tentativo di emergere, di farsi notare , la residenza di un'artista celebre come Francesca Michielin ha avuto un grande vantaggio. "La gente in questo modo ha iniziato a parlare di noi, è iniziata a girare la voce". Complice è stata anche la polemica su Annalisa nella passata edizione di XFactor. Dopo che Morgan si è speso in un'arringa non proprio entusiasta nei confronti di Bellissima, al primo appuntamento della residenza Michielin e Ambra, ospite della prima serata, hanno intonato una versione della canzone dal palco di Arca. Un notevole momento di visibilità, grazie ai video girati alla grande sul web.

"L'altro vantaggio per noi di Arca, e potrà sembrare banale, è stata la garanzia di avere sei sabati occupati", continua Ravanelli. Ma la questione è tutt'altro che banale, perché le realtà emergenti hanno bisogno assoluto di iniziare con costanza ad occupare periodi di tempo abbastanza lunghi con eventi mirati, per iniziare ad entrare davvero nel meccanismo della musica dal vivo. "Questa residenza è stato un primo input, ne seguiranno altre in autunno, la speranza è diventare il locale simbolo delle residenze a Milano".

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Anche a livello economico i vantaggi sono ben visibili. Su tutti la garanzia di avere un numero di sold out pari al numero delle date della residenza - nel caso di Arca sei -, perché il pubblico di un grande artista riesce a distribuirsi in modo abbastanza equo lungo tutti gli appuntamenti. "Allo stesso tempo si riesce a dare lavoro per un tempo sicuro a un buon numero di maestranze e dipendenti", e di questi tempi non è poco.

In particolare la residenza di Michielin è stata pensata in modo particolarmente preciso, dalla partecipazione degli ospiti, musicisti e cantanti, ma non solo, appartenenti a generi, generazioni, stili molto differenti, a riprova del tentativo di essere visibili fin da subito. Sul palco, oltre alla presenza costante dei Tropea come band di accompagnamento, si sono susseguiti Ambra, Pietro Morello, Ghemon, Coma Cose, Angelina Mango, Giorgio Vanni, Fedez, Nek, Federica Abbate, Ginevra, Bruno bellissimo, Fulminacci, l'attrice Giorgia Fumo, Maurizio Carucci, il conduttore Gianluca Gazzoli, Olly, il Checcoro e l'associazione Diversity Lab.

Particolarità di questa serie di live: a ogni serata si sono esibiti con loro brani anche artisti emergenti selezionati tramite la piattaforma Open Stage. "Dalla seconda serata era come se fosse tutto in famiglia, gli stessi musicisti e lavoratori del locale erano totalmente coinvolti in questa ricorrenza del sabato" dicono da Arca. 

Mecna live
Mecna live

La seconda residenza che ha rubato la nostra attenzione si terrà a BASE in questi giorni, esattamente dal 6 al 10 marzo (le date dell'8 e del 9 sono sold out). Mecna 360 - Love, Music & Art Exhibition è il titolo della rassegna, anche in questo caso prodotta da VIVO Concerti, che vedrà il rapper pugliese Mecna protagonista. "È un progetto ambizioso, sicuramente la prima volta che mi trovo a mischiare davvero le mie due passioni. Da un lato sto preparando una mostra immersiva di tutta la parte artistica dei miei dischi, tour e concerti e dall'altra cinque concerti diversi tra loro, con ospiti e varie sorprese" ci racconta Mecna, che sul palco a sua volta sarà affiancato da ospiti tutte le sere: Olly il 6, la stessa Michielin il giorno dopo, Nayt l'8 marzo, Mara Sattei il 9 e Sick Luke nella data conclusiva. 

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Abbiamo chiesto ad Amerigo Benedettelli di Loud Promotion, che supporta la comunicazione di Mecna, di raccontarci la residenza dal punto di vista organizzativo. "Stiamo veramente facendo le cose in grande, arricchendo la mostra con oggetti inediti del percorso artistico di Corrado. Stiamo puntando molto sulla questione immersione del fan nel mondo di Mecna cercando di comunicare i retroscena e i particolari che hanno caratterizzato il suo percorso fino ad ora". In questa residenza sembra che il lato dell'immersione si mescoli alla necessità di dare al pubblico cose sempre diverse, per uscire dall'egemonia della musica standardizzata sulle piattaforme. I pezzi di Mecna si vestiranno di nuovi abiti, adattati agli ospiti che calcheranno il palco insieme a lui. Con un locale a propria disposizione per più giorni, investire maggiormente in progetti di un certo tipo ha senso.

Quella delle residenze artistiche potrebbe diventare una bella abitudine, un appuntamento che gli artisti italiani dovrebbero provare a ritagliarsi, anche in una città frenetica come Milano. Ognuno coi suoi tempi, ognuno facendo ricerca, per evitare di omologare alla fretta del mercato anche questa bella progettualità. 

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L'articolo Le residenze artistiche contro il logorio dei live moderni di Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2024-03-05 09:18:00

COMMENTI (1)

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  • H.Moebius 8 mesi fa Rispondi

    e come sempre tutto per gente già famosa che sicuramente non avrebbe problemi a suonare altrove... basta con le pagliacciate finanziate sotto copertura dalle major