10 cover per 100 anni: dentro al mito di Fred Buscaglione

Un secolo fa nasceva un grande della musica e dell’Italia degli anni 50. Scomparso improvvisamente a 38 anni, le sue canzoni rimangono eterne. Dagli Statuto a Willie Peyote e i Selton, passando per i Perturbazione, 10 successi del re dello swing reinterpretati da altri per celebrare la sua esistenza

Oggi Fred Buscaglione avrebbe compiuto 100 anni. Ne ha attraversati molti meno: 38 e spiccioli, per la precisione. Nulla di sorprendente: Fred ha vissuto un’esistenza frettolosa, senza un attimo di tregua, baciata da un successo quasi immediato. L’immagine da duro? Del dissoluto? Che fosse un tipo dal whisky facile sembra non corrisponda al vero: vuoi mettere col Barbera?

In realtà, quella indossata da Buscaglione era la maschera di un uomo semplice, pieno di legittime paure. Da quanto affermato da chi gli è stato vicino (in primis il suo paroliere, Leo Chiosso) Fred è stato un grande lavoratore, bravo e pieno di talento. Non espresso sino in fondo: colpa di un incidente stradale, che lo portò via il 3 febbraio 1960. Una morte, quella sì, da maledetto. Tuttavia, le sue canzoni non sono state dimenticate, tantomeno dal circuito indipendente. Che ha coverizzato Fred Buscaglione spesso e volentieri. Eccone dieci esempi.

PAOLO BENVEGNÙ – LOVE IN PORTOFINO

video frame placeholder

È una Love in Portofino che non perde la propria intimità. Non per nulla, Fred Buscaglione l’aveva interpretata indossando un impeccabile abito da crooner. Paolo Benvegnù non gli è da meno, anche se le atmosfere scelte dall’ex Scisma sono avvolte da un mantra elettronico. Che regala alla canzone ulteriore bellezza.

BEPPE STARNAZZA E I VORTICI – IL DRITTO DI CHICAGO

video frame placeholder

Beppe Starnazza è uno degli pseudonimi scelti da Freak Antoni dopo il primo scioglimento degli Skiantos. Assieme ai Vortici pubblicò, nel 1981, l’album Che ritmo!, nel quale erano contenute alcune cover di Fred Buscaglione, tra le quali Il dritto di Chicago. Una versione che si concede qualche variazione del testo: "Quando a casa di Eric Clapton capitai, un assolo di chitarra gli negai, di svisate è sempre ghiotto, per far le scale in otto anche un bacio a Ornella Muti rifiutai".

STEFANO BOLLANI – BOCCUCCIA DI ROSA

video frame placeholder

È lo Stefano Bollani con la capigliatura rasta, non ancora conosciuto al grande pubblico. Ma, allora come oggi, parliamo di un pianista a dir poco virtuoso. In questa cover, Bollani si fa accompagnare da altri due nomi di vaglia, come quelli del bassista ex Area Ares Tavolazzi e del batterista Walter Paoli. Insieme ripercorrono Boccuccia di rosa con classe, ironia e inevitabile istinto jazz.

BUGO – ERI PICCOLA COSÌ

video frame placeholder

Eri piccola così è forse il pezzo più popolare del canzoniere di Fred Buscaglione. L’interpretazione che ne dà Bugo sta da tutt’altra parte: folle, stralunata, visionaria, per sola chitarra acustica e dotata di finale a trazione rumorista. In pieno stile Cristian Bugatti. Ovvero, prendere o lasciare.

IRA GREEN – CHE BAMBOLA!

video frame placeholder

Ira Green è lo pseudonimo di Arianna Carpentieri. Devota all’hard rock e dintorni, rivelazione di Voice of Italy edizione 2015, prende in consegna Che bambola! e la shakera in una spirale elettrica: pura adrenalina dal tiro invidiabile. Provate a stare fermi, se ne siete capaci.

LE MURA – WHISKY FACILE

video frame placeholder

Rivoltare come un calzino Whisky facile e dotarla di un’ambientazione più o meno psych. Sembrava un’impresa impossibile, invece Le Mura hanno superato l’esame a pieni voti, offrendo una versione parecchio personale di uno dei tanti successi di Fred Buscaglione, passato alla storia per una frase messa al bando nei centri degli Alcolisti Anonimi: "Se c’è una cosa che mi fa tanto male, è l’acqua minerale". 

MUSICA NUDA – GUARDA CHE LUNA

video frame placeholder

Dietro la ragione sociale Musica Nuda si celano Petra Magoni e il contrabbassista degli Avion Travel Ferruccio Spinetti. Il primo con le corde del suo strumento, l’altra con la duttilità della voce, scarnificano insieme ogni cosa che capiti loro a tiro, fino ad avvolgerla in un’atmosfera quasi mistica. Nemmeno un classico come Guarda che luna sfugge alla regola. E l’acuto finale di Magoni è da brividi, diciamolo.

PERTURBAZIONE – UNA SIGARETTA

video frame placeholder

Bravi i Perturbazione a reinterpretare Una sigaretta, pezzo malinconico venato da decise tracce jazzy. Nella versione della band torinese, la malinconia rimane la costante, ma le contaminazioni originarie si perdono lungo i bordi di una ballata acustica intensa, intima e avvolgente.

STATUTO – NOI DURI

video frame placeholder

Noi duri non è soltanto una canzone, ma anche il titolo di un film girato da Camillo Mastrocinque, uscito nel 1960 e interpretato, a fianco di Totò e Paolo Panelli, da Fred Buscaglione nel ruolo dell’agente FBI Fred (ehm…) Bombardone. Il brano che accompagna la pellicola è stato rimesso a nuovo dagli Statuto, sostenuti da un per nulla sorprendente richiamo ska.

WILLY PEYOTE E SELTONCHE NOTTE!

video frame placeholder

Willy Peyote a rappare, i Selton a buttare giù suoni alienati e inquieti. Il totale è rappresentato da una cover sin troppo personale dalla canzone uscita nel 1955, anche per quel che riguarda il testo. Che Willy Peyote rigira a modo suo: ve lo immaginate Fred Buscaglione a cantare: "Fortuna che c'ho cinque Dan e calci volanti che neanche Chuck Norris"? Comunque l’atmosfera è quella: bulli, pupe e botte da orbi, puro Buscaglione-style.

---
L'articolo 10 cover per 100 anni: dentro al mito di Fred Buscaglione di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2021-11-23 11:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia