Ieri è andata in onda l'ultima puntata della sesta stagione di Game Of Thrones, e tra l'articolo di reazioni dei nostri cugini di Dailybest e quello di analisi di Serialminds ne abbiamo per un'altra settimana di discussioni. Ma oltre agli avvincenti intrecci di trama e all'intensa profondità dei personaggi a noi interessa molto la musica, che è uno degli elementi più caratterizzanti dell'intera serie. Il merito è di alcune oculate scelte di produzione, ma anche di Ramin Djawadi, il compositore che da più di cinque anni lavora alla colonna sonora dello sceneggiato di HBO. Qui di seguito trovate alcune curiosità sulla musica di una delle serie tv più popolari al mondo.
Chi è Ramin Djawadi, il compositore delle musiche di Game of Thrones
Djawadi è nato in Germania da madre tedesca e padre iraniano, e all'età di 19 anni si è trasferito in America per studiare al Berklee College of Music. Laureatosi con lode, ha iniziato a suonare la chitarra in alcune band nell'area di Boston, continuando a coltivare però il sogno di diventare un compositore di colonne sonore. Tornato in Germania, il proprietario del suo negozio di strumenti di fiducia tramite l'amico di un amico è riuscito a procurargli il contatto di Hans Zimmer, musicista e compositore a capo del dipartimento musicale dello studio cinematografico DreamWorks. Due settimane dopo Djawadi era a Los Angeles pronto a firmare per entrare ufficialmente nella squadra di compositori della Remote Control Productions.
Nessun flauto è stato maltrattato durante la colonna sonora
Al primo incontro con David Benioff e D. B. Weiss, gli sceneggiatori della serie, Djawadi racconta di aver chiesto loro a quali regole attenersi: "Qualsiasi tipo di restrizione mi aiuta nel momento in cui devo scrivere della musica. Il primo strumento che gli sceneggiatori mi hanno vietato di usare è stato il flauto, troppo abusato in altre produzioni fantasy". Così Djawadi ha optato per il timbro scuro e intenso del violoncello, colonna portante del tema principale della serie.
Un suono "globale"
Contemporaneamente al divieto del flauto, gli sceneggiatori hanno chiesto a Djawadi di dar vita un "suono globale". L'idea di trovarsi in un mondo fantastico, con personaggi dai forti tratti etnici, ha spinto Djawadi a utilizzare strumenti come il taiko (un tamburo giapponese) e il duduk, uno strumento a fiato simile al flauto ma con un suono molto diverso.
Alla faccia dello spoiler
Djawadi racconta di guardare ogni scena almeno un migliaio di volte durante l'intero processo di lavorazione. Una volta composta la musica torna dai produttori, dove riascolta e riguarda per l'ennesima volta tutto, decidendo insieme a loro quali sono le eventuali modifiche da apportare. "Le scene d'azione sono quelle più difficili" – rivela – "richiedono una costante comunicazione con i tecnici del suono".
I temi e i singoli personaggi
Dato il numero di storie e di personaggi coinvolti nella serie, sarebbe stato troppo complicato dare a tutti un proprio tema musicale: "Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere dei temi solo per le singole famiglie", racconta Djawadi. "Se un personaggio di una particolare famiglia finisce in primo piano, poi, in alcuni casi abbiamo anche sviluppato un tema originale per lui o lei. Ci lasciamo guidare dalla trama. Io uso sempre il personaggio di Theon Greyjoy come esempio. Quando nella seconda stagione è diventato una figura importante della storia, ne abbiamo sviluppato anche per lui".
La sigla e le sue numerose cover
Nello scrivere la sigla della serie, Djawadi è stato ispirato da una versione grezza e primordiale dei titoli di testa che aveva visto su un computer negli uffici di produzione. In breve tempo quella musica è diventata un must e hanno iniziato a far capolino su internet numerose cover (molte delle quali abbiamo raccolto qui): "Quando David e Dan mi hanno inviato le prime cover è stato incredibile. Il pubblico è stato creativo ai limiti del normale, ho ascoltato tantissime versioni differenti, è stato uno dei momenti più emozionanti della mia carriera".
Non solo orchestre
Come sostiene anche Wired, una delle mosse di marketing più lungimiranti da parte dei produttori è stata quella di coinvolgere nella colonna sonora alcune band note al grande pubblico. Questo ha permesso di avere attenzione anche da parte di quei media generalmente non focalizzati sul mondo serial. Tra gli artisti coinvolti ci sono The National, Hold Steady e Sigur Ròs, che appaiono addirittura in un cameo durante il matrimonio di King Joffrey's, nel secondo episodio della quarta stagione.
Tutto merito di un western
Possiamo tranquillamente affermare che la musica di Djawadi ha contribuito a ridefinire il genere fantasy in tv. Se questo è successo è tutto merito di un film western, "The Magnificent Seven": "È il film che mi ha spinto a entrare nel mondo della musica sin da bambino, ha acceso qualcosa in me che non so nemmeno spiegare. Quella colonna sonora (composta da Elmer Bernstein, ndr) è così incredibilmente orecchiabile che riesci a cantarla da sola. Questo è ciò che la musica da film dovrebbe fare, creare un legame che rafforzi l'unicità di quella pellicola. Se ascolti la musica senza l'immagine e chiudi gli occhi dovresti essere automaticamente trasportato in quel mondo".
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L'articolo Qualche curiosità sulla colonna sonora di Game Of Thrones di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-06-28 15:24:00
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