È uscito Buonanotte, il secondo album di Gigante, ed è tutto diverso da Himalaya (2018), il precedente che ci è piaciuto un bel po'. Diverso però non vuol dire peggiore, anzi: le tematiche sono simili, ma il vestito è diverso, stavolta l'ukulele e la struttura da indie band dei 2000 ha lasciato lo spazio a canzoni create col synth o con la chitarra elettrica, e il survivalismo estremo nei boschi o nelle montagne ha lasciato spazio alla cronaca di storie intime e casalinghe.
Curiosamente, è perfetto per i giorni di quarantena, quindi gli abbiamo chiesto di descriverci le canzoni accostandole a stanze o oggetti di casa sua. Ci ha anche regalato una versione unplugged di Caucciù, che vediamo e prima di lasciare la parola a lui.
"Questo è un disco d’appartamento, nel senso che è stato proprio scritto in casa e che lo spazio che mi circondava ha influenzato inevitabilmente la mia scrittura. In questo momento così complicato posso solo dire che rimanere in casa è un dovere di tutti, non solo verso noi stessi ma soprattutto verso gli altri. Rimanere in casa non è poi così male, io per esempio ci ho scritto un disco, e magari nei prossimi giorni potrei scriverne un altro".
Track by track casalingo:
Lontra
Un un pezzo che mi ricorda il calore dei vinili rotti o impolverati. In questi giorni di quarantena forzata, è una routine quasi quotidiana quella di mettere su un vinile, perdere del tempo a sceglierlo, e questo mi riporta un po' a quando ho scritto Buonanotte, che è un disco messo su principalmente in casa, di notte. Ascoltavo moltissima musica e probabilmente parte di quegli ascolti mi hanno poi influenzato a scegliere un pezzo strumentale come intro del disco. Ho pensato a questo titolo perché le lontre sono animali che trasportano sulle proprie spalle, da una sponda all’altra del fiume, oggetti o anche altri animali, e questo pezzo fa un po' così, trasporta i miei ascoltatori dal vecchio disco all’ultima produzione.
Gomma americana
Questa è un’associazione quasi sinestetica, quella di un phon e di una gomma da masticare perché sono due immagini che mi riportano la stessa suggestione; è molto personale, ma il rumore di un phon accesso ha per me lo stesso effetto calmante di masticare una gomma americana, che scaccia la tensione. In questo pezzo, masticare il chewing gum è la metafora di un esercizio per dissimulare la tensione, di un elemento che distrae dal caos del momento, e che quasi fa superare tutti i problemi.
Rettile
Rettile è un pezzo che parla di quella condizione in cui fisicamente ci troviamo in un luogo, ma con la mente siamo altrove o di quando pensiamo troppo ai nostri progetti, fantasie, paure, ansie e al nostro futuro. Il protagonista del pezzo è un ragazzo con problemi motori, infatti cammina grazie a due tutori; questa sua diversità lo porta ad essere emarginato dal resto del mondo e a rinchiudersi in se stesso, è proprio qui che passa la maggior parte del suo tempo, rinchiuso nella sua testa, libero di immaginare e di fuggire dalla realtà in cui è intrappolato. Il titolo della canzone è il riassunto della sua vita, che è paragonata a quella di un rettile, un animale che potrebbe restare ore ed ore immobile, come se fosse fermo a pensare. Il divano è il posto in cui avviene questo, dove mi fermo a riflettere, il mio corpo ad un tratto diventa un pezzo di arredamento mentre io sono altrove.
La felicità a che ora arriva?
Questo pezzo parla di una coppia ormai sul filo del rasoio che non ha più niente, emozionalmente ed economicamente parlando, e che aspetta qualcosa che salvi il loro rapporto. Il pezzo è un enorme punto interrogativo: dove si trova la felicità? Questa apatia e questo silenzio possono essere sbloccati dai bei ricordi passati? Tutte le paure e le insicurezze reciproche possono svanire? I protagonisti, immobili, aspettano che arrivi qualcosa che li faccia sorridere. L’orologio è un oggetto emblematico, quando siamo nell’incertezza o in attesa di qualcosa, ci viene spontaneo soffermarci a guardare più volte le lancette, per avere la percezione istantanea del tempo che passa. Almeno per me è così. In questi giorni poi, guardare l’orologio appare quasi un gesto nevrotico, come volessimo sincerarci che il tempo stia sul serio passando, e la felicità in questo caso è lo stesso passare del tempo, che ci allontana da questa condizione in cui siamo costretti e che di tanto abbiamo paura.
Vene
Questo pezzo l’ho scritto dopo dopo aver cambiato una lampadina, mi è venuta in mente la strofa "Con troppa luce negli occhi il buio vedrai". Da lì poi ho costurito tutto il testo che parla di un gruppo di ragazzi che vorrebbe abbandonare la propria terra che all’apparenza risulta splendente ma che in realtà è decadente, che non guarda in faccia al futuro e allo sviluppo del benessere sociale, infatti, in generale il pezzo gira tutto in intorno al concetto di illusione. Abbiamo qui l’immagine della luce che rimanda alla positività, quando è troppo forte però tende ad accecare, in questa allegoria quando qualcosa ci sembra troppo bella e appetibile prima o poi ci accecherà buttandoci in faccia la realtà, molto spesso nascosta dall’apparenza.
Cous Cous
Nella foto c’è il piatto in cui per diversi mesi ho preparato il cous cous che ha ispirato il titolo del pezzo. Il sapore esotico di questo titolo si ricollega a quello più oscuro ed elegante dell’album perché il cous cous è un piatto di quelli veloci e facili da preparare che ha accompagnato molte notti di scrittura di questo album; in più il sound ha delle influenze orientali che vengono così ben rappresentate.
Il mare come sta?
Due amici si rincontrano dopo tanto tempo, il testo del pezzo è l’insieme delle domande che il protagonista centrale pone all’altro, considerato morto da tutti i suoi compagni. Questa canzone prende spunto dalla serie tv Dark e Il mare come sta? è un gioco di significati per dire Il tuo stato d’animo qual è?. Dove il mare è la metafora dell’uomo, che può essere calmo, mosso o agitato. Il pezzo si chiude con un parallelismo tra la terra in cui è stato per tanto tempo e quella in cui è nato. In foto c’è il proiettore che utilizzato per vedere la serie, che è anche il proiettore che uso per vedere film ecc… durante la scrittura del disco quello che avevo intorno, come questi oggetti, o la mia quotidianità mi hanno ispirato tantissimo. Il mare come sta? È l’esempio lampante.
Caucciù
Abbandonare tutto per ricominciare da zero. Due immagini principali si stagliano nel pezzo: una fotografica che brucia lentamente e un ballo nel bosco. La prima è la metafora di un taglio netto con il passato, la seconda da il sapore di una vita nuova, giovane, fresca. Piena di spensieratezza. In questa foto siamo io e il tramonto, che rappresenta il taglio netto tra un giorno e l’altro, quindi metaforicamente il passaggio da un vecchio stile di vita ad un altro nuovo e diverso
Tempesta
È il singolo che ha segnato la fine di Himalaya, primo album, e l’inizio della ricerca sonora per Buonanotte, è uscito a fine 2018, segna di netto a metà questi due momenti artistici. Per me è stato un passaggio inevitabile e fondamentale. In foto c’è la mia tastierina delle medie, che ho utilizzato per scrivere il pezzo. E che continua a portarmi fortuna nell’ispirazione.
---
L'articolo Gigante: il disco in una stanza di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-03-13 15:45:00
COMMENTI