Il Ginzburg Park Festival non si abbatte

Una terribile tromba d’aria si è abbattuta nelle scorse ore sull’area che ospita il festival torinese, sradicando un albero che ha letteralmente devastato il palco. Abbiamo parlato con gli organizzatori per sapere come si può dare una mano a fare ripartire l’evento

Il palco distrutto dall'albero caduto al Ginzburg Park Festival di Torino
Il palco distrutto dall'albero caduto al Ginzburg Park Festival di Torino
09/07/2021 - 17:26 Scritto da Redazione

Mercoledì 7 luglio il Ginzburg Park Festival organizzato dal CAP10100 di Torino ha subito ingenti danni a causa di una tromba d'aria che si è abbattuta sul capoluogo piemontese e ha sradicato un albero nella location del fest, che è caduto sul palco distruggendolo. Il festival si svolge da martedì 22 giugno a sabato 31 luglio e vede protagonisti durante le serate Almamegretta, Hån, Giungla, Melancholia, Tatum Rush, Giorgio Canali, Davide Shorty, Beatrice Antolini e tanti altri nomi molto interessanti. Va da sé che, dopo l'inverno pandemico, questo incidente non ci voleva proprio. Abbiamo parlato con i ragazzi dell'organizzazione per saperne di più sull'accaduto e per avere degli strumenti per aiutare in concreto il festival a ripartire.

L'albero divelto
L'albero divelto

Com'è successo? C'era il modo per prevenire l'incidente?

Sono eventi difficili da prevedere e da capire nella loro totalità, l'albero era in ottimo stato, le radici sane e profonde. Abbiamo letto che i venti tiravano a 120 km/h dal fiume, quindi giungeva incontrastato direttamente sul pioppo nero di 25 metri. Per fortuna avevamo posticipato il sound check per via dell'allerta meteo, l'attenzione ai particolari in quest'occasione è stata vitale.

Da quanto lavoravate agli eventi?

Abbiamo inaugurato il festival il 22 giugno con un concerto fotonico dei Savana Funk, per poi passare dagli Almamegretta a Tlon filosofia, concerti di emergenti, associazionismo, e mille altre iniziative. Il progetto, seppur nella sua prima edizione, stava andando a gonfie vele, è uno dei parchi più acclimatati della città essendo sotto la collina e attiguo al fiume. Stavamo già lavorando per espandere la concessione pubblica e allungare le date tanto la risposta era positiva.

A quanto rischia di ammontare la perdita?

Le perdite materiali sono ingenti, le strumentazioni, seppur da esterno e resistenti agli eventi atmosferici sono andate distrutte. Stimiamo una perdita in strumentazioni tra 20 e i 30 mila euro. Gli altri danni potenzialmente stimabili sono gli anticipi e gli investimenti dell'associazione; chiaramente a 1/3 del festival alcuni investimenti devono essere ancora saldati, più le paghe degli operatori dietro l'organizzazione, che dopo 1 anno e mezzo di difficoltà hanno visto ridursi drasticamente le possibilità di ritorno alla 'normalità'.

Difficilmente quantificabile come perdita è la questione energetica, il settore culturale è per antonomasia atipico, basato su volontà personali e ostinazioni titaniche nel voler realizzare sogni e momenti di sensibilità, seppur le mille difficoltà burocratiche, i rischi legali e la scommessa a livello di feedback. Mi piace dire che il settore si basa su poche gambe estremamente forti e resilienti, obiettivamente ora non possiamo fermarci, ma bisogna ammettere che pensieri laterali non stentano a presentarsi.

Il palco distrutto
Il palco distrutto

Come possiamo aiutare a salvare il festival?

Siamo nati per l'im-possibile e per eliminare quella im che tanto ci duole. Abbiamo lanciato una raccolta fondi su Produzioni dal basso  ricevendo solidarietà dal settore musicale italiano: da Eros Ramazzotti a Morgan, i Pinguini Tattici, Gianluca Grignani, Statuto, Beba e molti, mille, altri e altre.
Messaggi, commenti, donazioni ci stanno facendo sentire meno isolati, la cosa ci scalda il cuore e ci da una valvola di sfogo positiva essenziale.
La soluzione è l'amore, una saggia diceva che l'amore non si divide, si moltiplica. Qui sta la chiave di volta del futuro, il settore musicale, e quello culturale più in generale, deve imparare a relazionarsi e costituire reti, per amplificare sinergicamente le proprie potenzialità, nel piccolo, nel medio e nel grande spettacolo. La crisi pandemica ha dato un boost non indifferente alla costituzione di reti e momenti di incontro, noi in qualche modo stiamo godendo di queste connessioni. Ci teniamo a ringraziare Torino e la rete degli spazi culturali, praticamente tutti ci hanno proposto aiuti orizzontali e possibilità per non annullare l'intera calendarizzazione.
Lascio volentieri un ringraziamento anche a Rockit, se il Rock 'n Roll non deve morire, qualcuno lo dovrà tenere in vita!

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L'articolo Il Ginzburg Park Festival non si abbatte di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-07-09 17:26:00

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