Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Oggi è il turno di Giuseppe Antonelli, che ha scelto di condividere la storia di questo suo scatto a Salmo – e, così, di riportarci a un momento spartiacque del suo percorso di fotografo.
Olbia, 14 agosto 2022
Quando ho iniziato a scattare e mi chiedevano cosa volessi fare con la fotografia, ho sempre risposto che il mio obiettivo era raccontare il lato umano degli artisti, girare in tour con loro e catturare spaccati di vita che il pubblico non vede.
Qualche giorno prima delRed Valley Festival, Sebastiano Pisciottu, manager di Salmo, mi propone di lavorare per loro alla data. Midnite è stato il primo disco che ho comprato in vita mia, quindi potete capire quanto fossi emozionato.
Atterro a Olbia qualche ora prima del concerto, arrivo al festival, saluto tutto il team, sistemo l'attrezzatura e inizio a scattare. Tutti sono super gentili e sorridenti, nei camerini c'è un clima incredibile. Inizia lo show e sono super concentrato: scatto un po' di primi piani e di dettagli del pubblico, sapendo che di lì a poco davanti al palco ci sarebbero state delle fiammate. Cambio ottica e opto per il caro Sony 10-18 f4 sulla mia A7III. Mi posiziono alle spalle del batterista, Jacopo Volpe: sul drop di Parappapà partono queste fiamme enormi, che riguardo subito in camera. Sono emozionato: mi rendo conto di essere su uno dei palchi più grandi d'Italia a lavorare per uno dei miei artisti preferiti.
Ma, come in tutte le belle storie, qualcosa doveva andare storto. Terza raffica con il grandangolo sulle fiamme, foto incredibili. Al quarto scatto in sequenza, sento dalla macchina uno strano rumore, meccanico, mai sentito prima. Lo schermo diventa nero. In quel momento penso si sia scaricata la batteria, provo a cambiarla, riaccendo. Errore. Ripeto quest'operazione due o tre volte. Errore. Errore. Errore. Non voglio crederci. Scendo dal palco e, in preda al panico, cerco su Google una soluzione. Scopro che, semplicemente, si è rotto l'otturatore: la macchina non può più scattare, è rotta. Tutto questoa 12 minuti dall'inizio del concerto e con un'altra ora abbondante di scatti davanti.
Panico totale. Mentre io mi dispero, Dj Damianito (santo uomo) prova a cercare soluzioni online. Finché non mi vienel'idea folle di chiedere una macchina fotografica in giro. Corro sotto palco, dove ci sono tutti i fotografi del festival, e trovo un viso conosciuto, Silvio Tovaglia. Grande fotografo, che però conoscevo solo relativamente: ci seguivamo sui social e ci salutavamo, niente di più. Gli spiego la situazione e, contro ogni pronostico, mi dice di sì. Mi avrebbe prestato la sua camera, ma solo per una decina di minuti, perché anche lui doveva portare a casa il lavoro. Inserisco la mia scheda e corro a scattare in giro. In questa folle corsa trovo Alessandra Trucillo, grande professionista e amica, che mi presta anche la sua camera con un 35 mm fisso. Unico problema: è una reflex Canon. Non toccavo una reflex da tre anni e non ero molto sicuro con il corpo macchina Canon, ma the show must go on. Corro a restituire la camera a Silvio e riprendo a scattare, cercando di capire dove fossero tutte le funzioni sul corpo macchina Canon. Questa foto è scattata proprio con quella camera.
Tutto va a gonfie vele e non posso fare a meno di emozionarmi quando fotografo Damianito, mio amico da anni, colui che aveva mostrato le mie foto al team, mentre spacca il festival in due assieme a Salmo nella parte DJ set del live. Il concerto è finito, ho restituito la camera e ho continuato a scattare nel backstage con il mio iPhone, con la scusa di star scaricando le schede.
Il giorno dopo ho consegnato il materiale, mi hanno fatto i complimenti e nessuno si è accorto di niente. Ho capito però che necessitavo di rivedere il mio modo di lavorare: non potevo più sognare di essere in tour: ero lì davvero e dovevo portare a casa il lavoro. Così, ho ordinato una Sony A7IV e sistemato l'A7III, e ora non esco di casa se non ho entrambi i corpi macchina con me.
Non ho mai raccontato questa storia a nessuno, un po' per vergogna, un po' per la paura di risultare poco professionale, ma ormai sono passati due anni e non si può che imparare dai propri errori e riderci su. Questo episodio mi ha sicuramente fatto capire quanto sia importanteessere sempre preparati, soprattutto in situazioni critiche. Inoltre, ho potuto apprezzare davvero il valore della comunità e della collaborazione tra professionisti:la disponibilità di Silvio e Alessandra a prestarmi le loro fotocamere ha dimostrato quanto, in momenti di crisi, il supporto reciproco possa fare la differenza.
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L'articolo Giuseppe Antonelli meets Salmo di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2024-08-06 22:48:00
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