Capita così, un giorno come un altro del maggio pandemico, di trovare nella casella email di lavoro l'oggetto "Takagi & Ketra: Shimmy Shimmy è il singolo dell'estate con Giusy Ferreri". Che botta, il cuore perde un battito, una sensazione gelido déjà vu s'impossessa di me, mi ghermisce il collo e non mi fa respirare. È dunque arrivata la mia fine? No, è solo quel periodo dell'anno che cancella con un colpo di spugna all'Amuchina, qualunque cosa sia accaduta in precedenza. Le vaccinazioni e la promessa del calore estivo fanno crollare i contagi, gli italiani tornano in vacanza e, per contratto con l'estate, si scioglie l'iceberg che durante il lungo inverno imprigiona Giusy Ferreri non permettendole di gorgheggiare frasi esotiche.
Stavolta il latino pare mettersi da parte per fare posto alle sonorità mediorientali, dopo aver già piazzato hit brasileire (Amore e Capoeira) e afro-beat (Jambo) sempre in combo con i producer che qualsiasi cosa toccano diventa disco di platino. Pare sia un omaggio all'Arabia e già vedo frotte d'influecer ballarla a Dubai. Le foto che ritraggono i tre sono super colorate, Giusy ha le treccine africane e sono super abbronzati, ma non vorrei fossero dell'estate precedente o di quella prima ancora. Non riesco a distinguerle perché sfuggono da ogni considerazione musicale e sociale, sono fantascienza applicata alla vita di tutti i giorni.
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In classifica FIMI abbiamo Iosonouncane primo tra i vinili, i Måneskin che spadroneggiano in tutto il mondo pure nella Chart Spotify Globale e pure se Sangiovanni, quello di Amici, sta vendendo una roba spropositata, in radio girano Madame, Margherita Vicario, Motta, Vasco Brondi, Franco126, Ariete e Cosmo. I riverberi della scomparsa del Maestro Franco Battiato hanno riportato in auge i suoi dischi e sui social, tra una litigata e l'altra, troviamo anche i video de I treni per Tozeur o de L'ombra della luce, il Primavera Sound 2022 ha condiviso una line-up talmente vasta che se ti vuoi vederti tutti i concerti devi vendere organi non vitali nel deep web e anch'io, nel mio piccolo, sono super felice di tornare a lavorare al MI MANCHI e di vedere tutte le date dei concerti estivi che stanno uscendo, per far tornare il settore a una sorta di nuova normalità. Dopo l'avvistamento di Giusy Ferreri, però, so che un'altra consuetudine mi attende, spietata come i rincari delle bollette e della benzina in zona rossa.
La corsa all'oro e poi al platino, ai numeri da sventolare in faccia: la tremendissima battaglia dei tormentoni. Ne ho già captato uno in radio che risponde a ogni cliché: ritmo latino, ombrelloni e crema solare, ballare al tramonto. Sarò un sognatore, un romantico ma non me l'aspettavo. Per un po' di tempo ho pensato davvero che qualcosa sarebbe cambiato, che la pandemia ci avrebbe reso diversi e non dico neanche migliori, soltanto meno ricettivi al tormentone, ad esempio. Invece i contendenti dell'estate 2021 stanno già affilando le strofe in spagnolo posticcio per la guerra all'ultimo twerk, all'ultimo ballo di gruppo in campeggio o nelle piscine di acquagym all'aperto, nei parchi tematici e nei chiringuiti sulla spiaggia, all'ultimo video girato a Ischiano Scalo tutto acchittato per sembrare le Bahamas, al centro commerciale affollato che trasmette solo tormentoni per turisti.
Sì perché nella pratica, il tormentone non è altro che musica momentanea per turisti, per vacanzieri che hanno bisogno di ogni stimolo esterno per dimenticarsi un attimo la propria vita, quindi eticamente non è neanche una roba brutta, alla fine svolge un servizio, crea ricordi immediatamente cristallizzati nel tempo. Non alla musica, quello neanche per idea, ma di sicuro alla vita delle persone. Chiacchierando con Colapesce, mi ha detto commentando Musica leggerissima che tutte le hit sanno di morte, ed effettivamente c'è un po' questo retrogusto. Che poi Vamos A La Playa dei Righeira fosse una canzone sul pericolo dell'atomica è roba forte da pensare, così come Un'estate al mare di Giuni Russo fosse scritta da Battiato/Pio e alludesse alla vita di una prostituta che sognava le vacanze dalla strada in cui "nelle sere quando c'era freddo si bruciavano le gomme di automobili", ci fa pensare che gli anni '80 non siano stati poi così tanto frivoli come vogliamo farli passare. Che forse gli anni più difficili hanno bisogno di leggerezza e quelli con più benessere, di sostanza. Ecco quindi lo scongelamento di Giusy Ferreri per una hit che farà dimenticare chi ne ha voglia, per qualche minuto, di tutto quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo. Poi c'è chi non vuol dimenticare, ma di quelli parliamo ogni giorno.
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L'articolo Giunto è il momento dello scongelamento di Giusy Ferreri di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-05-26 10:19:00
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