"Prima della musica, nella mia testa arrivano le immagini": per Gloria Maria Gorreri, in arte Glomarì funziona così. E infatti i suoi video se li fa da soli, e sono bellissimi. L'ama o non l'ama? è il titolo del suo ultimo singolo, scritto molto prima di Inaccadimenti.
La cantautrice di Fidenza, personalità dalla creatività decisamente spiccata, lo scorso novembre aveva pubblicato Inaccadimenti, il suo EP di debutto, interamente autoprodotto: una trilogia di videopoesie musicali che l'autrice ha scritto, sceneggiato e diretto in prima persona. Mostarda, secondo brano dell'opera musicale (e artistica) della giovane, ha ottenuto il primo premio al concorso Artefici del Nostro Tempo della 58esima Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
Ora L'ama o non l'ama?, che è "un odi et amo che provo nei confronti dell'insonnia e che io, ironicamente, definisco acerrima amica". Non è una sensazione piacevole restare ad occhi aperti a guardare il soffitto, mentre tutto il resto del mondo dorme. La cantautrice, però, dice di aver trovato il lato positivo, insomma ha imparato a convivere con le notti in bianco. Ora, si sente quasi in debito con l'insonnia, perchè "spesso, durante la notte, ho tempo per creare nuove idee e pensare a nuovi progetti. L'ama o non l'ama? nasce proprio così".
La traccia racconta il rapporto ambiguo che lega l'artista alla notte senza riposo, a quella luce notturna che silenziosamente bussa alla finestra, per dichiarare guerra al sonno e alla memoria, ma che spesso le regala un'idea. Sulla delicata musicalità acustica, il tono interrogativo del titolo svanisce nell'inciso, per far emergere una certezza: "Sono tanti i tesori che l'insonnia si diverte a nascondere tra gli avanzi della notte e per trovarli bisogna avere tanta pazienza e una certa predisposizione al caos".
Attenzione: non tutte queste lune senza sonno portano a qualcosa di concreto e la figura del netturbino che "non sa quali avanzi della notte raccoglierà" sintetizza al meglio questa idea.
Una canzone che esprime tragicomicità, così come il video, da lei stessa pensato e prodotto. "Musicalmente non è un pezzo angosciante, sembra quasi una ballata medievale tra chitarra, flauto e ukulele", afferma. C’è anche un violino che nel ritornello riporta alla mente l'ombra malinonica del pezzo, quasi a voler ricordare la stridente nota pirandelliana per cui questa ironia in realtà lascia un po’ di amaro in bocca.
L’insonnia mi regala spesso un’idea / dentro casseforti con un fiocco sopra / menomale ho l’ironia / l’ho presa di nascosto/ per essere tranquilla me la tengo sempre addosso
Il video nasce da un flash: "Il pezzo era già pronto, ma in quarantena l’insonnia si è accentuata ed ero molto più ispirata su questa tematica. Così, ho deciso di lavorare anche sull’immagine che porta con sé questa traccia". La figura ferma e l’apparenza di immobilità a cui piano piano si aggiungono elementi in movimento vuole rappresentare il caos e il flusso di pensieri che inizia ad agitarsi durante la notte.
Fondamentale l’aiuto della sorella Annalisa Gorreri, che ha realizzato l'illustrazione che costituisce anche la copertina del singolo. Protagonista del video è una giovane, che rimane dormiente dall’inizio alla fine. Tuttavia, nella rotondità goffa del cuscino, nel misterioso tacere di una finestra, nei lineamenti inerni del volto e nelle viscere dell’addome, si succedono scenari tra il magico e l’inquietante.
Non mancano citazioni culturali tra cui la figura di Hitchcock, il cui umorismo si accoppia bene all’idea di fondo di questo lavoro. "Il fatto di essere prigionieri dell’insonnia, il suo approccio ironico anche riguardo le cose più violente mi ha sempre ispirata".
Il balletto triadico rappresentato da una ballerina che inizia a volteggiare nell’aria, invece, fa riferimento a una grande personalità architettonica e anche il riferimento alla luna sul cuscino non è casuale: "Georges Méliès è stato il creatore degli effetti speciali nel cinema, nati praticamente per un errore della macchina. Qui è un po’ la stessa cosa se vogliamo considerare l’insonnia come qualcosa di erroneo, che però fa nascere altro di positivo".
Da sempre appassionata di cinema e di arte, e reduce dagli studi di architettura, Glomarì ha sempre sognato di diventare regista. Dopo la laurea e le lezioni di musica, sembra oggi tornata sui suoi passi originari: "ho fatto un giro un po’ strano ma poi sono tornata a lavorare sui video e sull'animazione, facendo anche musica. Le mie canzoni sono fatte di immagini concrete che si vedono, arrivano subito alla mente".
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L'articolo Il sonno di Glomarì genera mostre di Gaia Becchere è apparso su Rockit.it il 2020-07-03 10:53:00
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