Un album fatto di linee e geometrie. Da qui sono partiti i Golfers, duo elettronico irpino formato da Max e Claudio, per concepire il loro primo album, Atypical, in uscita il 21 gennaio. Le forme dominano la scena sin dalla copertina, i suoni è come se ci si adattassero.
L'idea della band era quella di mischiare al massimo sonorità contrastanti, unendo dal math rock all’elettronica di matrice tedesca, dal pop al soul, con notevole gusto per le contaminazioni di genere.
Se la prima parte del disco concede molto spazio alla voce e alla scrittura, la seconda parte si regge sulle sonorità elettroniche. Il progetto ha anche un forte legame con l’arte, come dimostrano, oltre alle grafiche, il video del singolo Good Reason girato live dal duo presso la Fondazione Made In Cloister di Napoli, che ospita le personali dei più quotati artisti internazionali del momento. Sotto il video, qualche curiosità raccontata dalla voce dei Golfers.
Come si produce un disco elettronico in Irpinia?
Come in qualsiasi altro posto, con grossi sacrifici e tanta passione. Contrariamente a quanto si possa pensare, può anche trasformarsi in un vantaggio in termini di ispirazione e tranquillità. Da queste parti c’è tanta passione per la musica e capita spesso di confrontarsi con artisti di generi differenti, questo è molto stimolante. Anche la mancanza della vita frenetica di città ti porta a ricercare più stimoli, a doverli in qualche modo creare da solo, e questo non può essere che un plus. Questo poi è un buon momento per la musica irpina in genere, con molti progetti di valore, spesso diversi tra loro.
In che modo lavorate?
I nostri lavori nascono da un’idea individuale, che poi sviluppiamo insieme nel nostro studio, che chiaramente si trova nel bel mezzo dell’Irpinia.
Come rientra l'arte visiva nel vostro lavoro?
Il connubio arte/musica per noi è molto forte. Lo si evince già dal concept grafico del progetto, dove le cover dei vari singoli e dell’album sono dei piccoli quadri. Stavamo ragionando su un contenuto video per Good Reason e l’idea del classico videoclip non ci ispirava molto: volevamo spingere ancora di più questo aspetto della nostra “anatomia artistica”, se possiamo definirla così. La location del Made In Cloister è pazzesca, c’è un connubio perfetto tra arte moderna e architettura storica. Girare lì ci è sembrato molto coerente con quello che cercavamo. Che poi il Made in Cloister è un po’ come il progetto Golfers, racchiude insieme più sfaccettature, è una location storica, con un’architettura classica ma che ospita principalmente arte contemporanea o moderna. E la nostra musica è un po’ questo, un’insieme di sonorità e influenze differenti.
Chi sono le vostre fonti d'ispirazione?
Sarebbe un elenco troppo lungo, quello dei progetti che ci ispirano: le nostre influenze dipendono dagli ascolti del momento senza dimenticare gli ascolti di sempre. In ATYPICAL si possono rintracciare elementi caratteristici dell’elettronica contemporanea, down tempo e chillwave, ma anche richiami alla musica suonata, dal math rock alla nu soul. L’elettronica in Italia è sicuramente di altissima qualità ma probabilmente è vista nel nostro Paese con poco interesse o comunque non come meriterebbe. Allo stesso tempo è molto bello vedere che all’estero la nostra musica funziona molto di più ed vista al pari di produzioni di spessore internazionale, ma noi siamo qui per invertire le tendenze.
Dove vi si può sentire?
Potrete ascoltare il nostro primo vero disco ATYPICAL su tutte le piattaforme di streaming. Il primo febbraio facciamo uno showcase di presentazione del disco al teatrino di Santeria a Milano, ovviamente siete tutti invitati.
Ma giocate davvero a golf?
Ci abbiamo provato con scarsissimi risultati. Vi sveliamo un segreto... il nome nasce dalla vicinanza del nostro studio a un ex campo da golf, è un posto che ci ha sempre affascinato e abbiamo deciso di dedicargli questo progetto.
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L'articolo L'elettronica irpina va in buca con i Golfers di Redazione è apparso su Rockit.it il 2020-01-21 09:12:00
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