Il grande ritorno dell'Officina della Camomilla

Maggio 2023, MI AMI Festival. Quello che tanti sognavano, ora è realtà. La band di Francesco De Leo che ha fatto la storia della nostra musica alternativa, ferma dal 2017, torna assieme per un live imperdibile. Percorriamo la loro storia dagli esordi all'incredibile exploit su TikTok

De Leo al MI AMI 2022 - foto di Starfooker
De Leo al MI AMI 2022 - foto di Starfooker

Sono passati dieci anni da Senontipiacefalostesso Uno, l'album dell'Officina della Camomilla che ha fatto ballare, deprimere, cantare e sballare (Si dice ancora? Si è mai detto veramente?) un'intera generazione di ragazzini e ragazzine. Che nel 2013 stavano per vivere la stagione più florida per il neonato nuovo cantautorato in italiano, quello che veniva dal punk, dai synth, dalle sostanze psicotrope e da De Gregori, ma che riusciva a dire le cose in maniera nuova, che aderiva perfettamente alla gioventù più o meno sonica di quel tempo.

Quella band, un sacco di formazioni col minimo comune denominatore di Francesco De Leo che scrive le canzoni e le canta lì davanti, era nata nel 2008 e dal 2017 non dava più notizie di sé, proprio mentre il fenomeno dell'indie italiano passava dai club sudati ai palasport. Ora la bomba: l'Officina della Camomilla torna al MI AMI 2023, per farci cantare fino a perdere la voce "Siamo pieni di drogaaaa", con i lucciconi agli occhi e la voglia di abbracciarsi. 

Drast che cita l'Officina, Madame che risponde
Drast che cita l'Officina, Madame che risponde

Non è una questione di cavalcare la nostalgia, quella che porta De Leo, cantautore anche in versione solista grazie agli album La malanoche (2018) e al recente Swarovski (2022), a riformare la band e neanche l'anniversario del disco. Forse c'entra qualcosa quello che sta capitando ultimamente in Rete, ossia l'Officina della Camomilla che va un casino, ma proprio un casino su TikTok. Da qui una serie di ricadute positive per la band e la loro "legacy", con il classico Un fiore per coltello, che su Spotify ha più di 5 milioni di stream. E non diteci che sono tutti di quegli anni lì, perché non vi crediamo. 

I ragazzi e le ragazze della Gen Z amano l'Officina della Camomilla e questo è qualcosa di abbastanza inaspettato, perché non stiamo parlando di artisti che hanno avuto passaggi televisivi o grandi pubblicità, piuttosto di artisti che hanno suonato nei peggiori bar di Caracas, che si sono fatti una gavetta enorme e che hanno contribuito a compilare il vocabolario dell'indie italiano ben prima di nomi più affermati. 

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Non è un caso se oggi un sacco di colleghi più giovani usino le citazioni dell'Officina, da Drast a Madame (che gli risponde in un post), fino ad Ariete che suona le loro cover su SoundCloud. A dieci anni dal loro album più importante, l'Officina della Camomilla sta vivendo un momento di hype che neanche quando girava l'Italia per mesi, e allora che bello poterselo godere cantando le canzoni generazionali che sembrava dovessero esaurirsi con i nuovi trentenni e che invece riguardano anche i teenager, quelli che ascoltano gli artisti di cui sopra.

La voce indolente, sdrucita e a suo modo "corsiva ante litteram" di Francesco De Leo ha precorso quello che sarebbe stato il pop che sarebbe venuto poi, così come il suo modo di scrivere dei sentimenti mischiando il linguaggio urbano con versi più poetici e servendo tutto dentro una coltre di fumo, di spleen e di ironia cupa, da ragazzo che, giocando a fare l'artista maledetto, alla fine c'è diventato senza accorgersene. Il 2023 ha di certo limato e corretto il tiro, rendendo quegli spunti singoli radiofonici ma è bello vedere quando gli artisti da classifica di oggi paghino pegno a una delle penne e delle voci più influenti, a sua insaputa.

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Oltre a De Leo, l'Officina della Camomilla ha avuto nella band un sacco di nomi noti, creativi e artisti affermati. Come Anna Viganò che dal 2015 in poi ha scelto la via solista col progetto Verano, Giuseppe Palmisano diventato fotografo molto quotato e Stefano Poletti, col quale De Leo ha trasformato l'Officina da progetto da cameretta a band, che è diventato regista di video di tutta la scena indie prima e pubblicitario poi.

Sarà molto curioso vedere con quale incarnazione tornerà la band al MI AMI dopo l'ultima volta che si è esibita in Collinetta nel 2015, col pubblico pressato a cantare tutte le canzoni della band alzando le braccia al cielo e lasciandosi andare alla poesia lisergica, corrosiva e fuori dal tempo di chi ha usato come motto fino dal giorno uno "Se non ti piace fa lo stesso".

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L'articolo Il grande ritorno dell'Officina della Camomilla di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-02-02 10:17:00

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