Mi chiamo Paolo, suono la chitarra e canto negli Heaven or Las Vegas, una band nata dalle ceneri di un’altra esperienza musicale che ha segnato profondamente la mia vita e quella di Piercarlo, mio compagno di avventure musicali fin dai banchi di scuola. Tutto è iniziato a Cittadella, un piccolo paese nella profonda provincia padovana, dove insieme abbiamo suonato nei The Slaps, una band indie rock che ci ha accompagnato dai quindici ai venticinque anni.
I The Slaps sono stati la nostra palestra: abbiamo imparato a stare su un palco, a organizzarci, a cercare date e a muovere i primi passi nel mondo della registrazione. Ma a un certo punto, i nostri gusti musicali hanno iniziato a divergere. Io e Piercarlo ci siamo sempre più appassionati ai suoni dilatati dello shoegaze, mentre il progetto dei The Slaps si è arenato. Così, nel 2019, insieme ad Alessandro Beghetto, già attivo nella scena di Cittadella, e a Nathalie Antonello (poi sostituita da Federico Reato), abbiamo dato vita agli Heaven or Las Vegas.
Siamo nati e cresciuti nella provincia di Padova, un luogo dove la musica, soprattutto quella underground, non è esattamente al centro degli interessi della gente. Eppure, qui esiste un circuito indipendente forte e vibrante, fatto di circoli, etichette, booking e artisti che pochi conoscono. Questo mondo nascosto è diventato la nostra casa.
La provincia è nel nostro DNA. Il nostro sound, il nostro modo di intendere la musica, si è formato in un luogo che definirei ostile, ma che ci ha insegnato l’autoproduzione, l’arrangiarsi con poco e ha stimolato la nostra creatività. Qui, se vuoi fare musica, devi rimboccarti le maniche e contare sulle tue forze. E forse è proprio questo che ci ha reso quello che siamo.
All’inizio, le nostre influenze principali sono stati i padri dello shoegaze: Slowdive, My Bloody Valentine. Poi sono arrivate le nuove band come DIIV, bdrmm e Nothing. Ma non possiamo dimenticare il rock italiano degli anni ’90 e 2000: Marlene Kuntz, Verdena, Fine Before You Came, Cosmetic. Il nostro obiettivo è coniugare il suono liquido e dilatato dello shoegaze con un approccio più muscolare, tipico del rock anni ’90.
Il nostro modo di comporre nasce dalle jam session in sala prove. Ci lasciamo andare, creiamo un canovaccio sonoro che poi diventa la base su cui costruire la melodia. Iniziamo con un finto inglese, per poi passare ai testi in italiano. È un processo spontaneo, che parte dall’istinto e si evolve in qualcosa di più strutturato.
I momenti che ci fanno capire che la musica è al centro della nostra vita sono i live. Finito un concerto, abbiamo sempre fame di farne un altro. Uno dei momenti più importanti per noi è stato aprire il concerto di Francesco Motta al Sherwood Festival nel luglio 2024. Suonare su un palco così storico, con una platea così grande, vedere persone in prima fila che conoscevano i nostri pezzi… è stato emozionante e ci ha dato una carica incredibile per andare avanti. Vedere persone che conoscono i nostri brani e li cantano durante i live è una soddisfazione immensa. Il concerto è fatto anche dal pubblico, e questo ci dà la carica per suonare con ancora più energia. Non c’è un messaggio specifico che vogliamo lasciare: le nostre canzoni sono flussi di coscienza che parlano di noi, della nostra vita, di come ci stiamo approcciando all’età adulta. Se qualcuno si ritrova in quello che facciamo, tanto meglio.
La provincia veneta, con la sua chiusura mentale e la sua povertà culturale, ha inevitabilmente influenzato i nostri testi. C’è frustrazione, rabbia, ma anche una grande voglia di comunità. Qui, per molti, l’unica alternativa è il bar, e questo ci ha spinto a cercare un modo per esprimerci, per creare qualcosa di diverso. La provincia ti riporta sempre con i piedi per terra, ti fa fare un bagno di realtà, ma è anche un luogo che ti insegna a lottare per i tuoi sogni.
Se ascoltate il nostro primo EP e poi il disco uscito a dicembre dello scorso anno, noterete un’evoluzione verso un sound più arrabbiato, diretto. È il riflesso del nostro percorso, delle nostre esperienze, della nostra crescita.
Gli Heaven or Las Vegas sono questo: una band nata nella provincia, cresciuta tra difficoltà e soddisfazioni, con la voglia di continuare a suonare, a creare, a vivere la musica. E non vediamo l’ora di vedere dove ci porterà questo viaggio.
King of Provincia è un progetto editoriale per la community di RockitPRO. Con la sua prima edizione, a fine 2024, una giuria di professionisti della musica ha selezionato 16 progetti da tutta Italia, come questo, che vi racconteremo sulle pagine di Rockit per fare emergere un mondo di artisti che lontano dai grandi giri della discografia portano valore alla musica (e dare il giusto spazio alle tante scene locali che compongono un mosaico di passione e talento). Uno di loro andrà in tour in tutta la penisola. Abbonati a Rockit PRO per partecipare all'edizione 2025 di KING OF PROVINCIA.
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L'articolo Heaven or Las Vegas: Nati nella provincia, cresciuti tra shoegaze e rabbia di Paolo Simioni (Heaven or Las Vegas) è apparso su Rockit.it il 2025-03-14 15:34:00
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