L'ultima sera d'estate la passi in riva la mare ad ascoltare le tue band preferite. Poi se non sono proprio da spiaggia, anzi piuttosto scure, poco importa. I Vanity organizzano così il 21 settembre un festival con Diaframma, Soviet Soviet, Criminal Jokers e molti altri. Simone Stefanini racconta.
Il primo giorno d'autunno a Marina di Castagneto sembra sempre estate. I Love Marina festival è alla prima edizione ed interviene a gamba tesa sulla noia e l'indolenza tipiche della provincia costiera di fine stagione. Chi ci lavora, lo fa volontariamente, per la bellezza di portare a termine un evento che faccia divertire, con buona pace di chi vorrebbe l'esclusiva sulla cultura. Il palco è a 50 metri dal mare, organizza Nuri, frontman dei Vanity ed il sottoscritto agisce nella duplice veste di musicista e reporter.
La giornata è calda, nel backstage c'è aria rilassata, volano battute di bassa lega, roba scorretta e serenità profusa. La defezione last minute riguarda i Flowers or Razorwire, peccato, me ne hanno parlato bene.
Aprono gli Hilo, folk band autoctona che scalda il pubblico del tardo pomeriggio con i pezzi del loro EP d'esordio e qualche promettente inedito, rivelandosi in formazione a quattro più intensi che su registrazione.
Il tempo per un cambio palco a doppia velocità ed è il turno dei Verily So, ma io ci suono, che volete che vi dica? Incentriamo il set sui pezzi del nuovo album in uscita nel 2014. C'è più elettricità che all'esordio, più voce femminile. Ci facciamo una mezz'ora al tramonto.
Cala la notte a tempo con i Vanity, in formazione diversa da quella che abbiamo visto pochi mesi fa sul palco Pertini al MI AMI. Con un chitarrista in meno paradossalmente spingono di più, smorzano le tendenze metal e le trasformano in un ibrido hard wave che funziona, con energia da band vera. La prima parte della serata passa veloce, con l'unico neo della tradizione tutta italiana di non arrivare mai in orario ai concerti, che penalizza le prime band e penalizzerà anche i Soviet Soviet.
(Verily So, Vanity)
Digressione: non importa chi suona, non importa che tu sia a Milano oppure in provincia piena, non importa il nome del festival, l'italiano medio esce di casa minimo alle 22.30 e non vuole noie. Alessandro del Soviet Soviet mi parla della loro esperienza in tour all'estero, di come, se suoni alle 20, il pubblico prenda posto in anticipo per vederti e io, se decidessero di andarsene per non tornare, li capirei eccome. Non mi spiego quale sia quel peso atavico che non fa alzare il culo all'italiano nemmeno di sabato, nonostante sia una bella giornata, nonostante non ci siano eventi concomitanti di rilievo. Purtroppo non è possibile organizzare festival e far suonare tutti headliner.
Comunque i Soviet Soviet vanno come treni, se li avete visti dal vivo sapete di cosa parlo. Post punk tout court, velocità, furia e suoni belli. Mischiano pezzi vecchi e cose che devono ancora uscire, sulle quali c'è grande aspettativa, che ad orecchio sarà ripagata ampiamente. Un po' di gente era a cena e si è persa un gran live.
E' il turno dei Criminal Jokers in formazione a cinque. A me piacciono, ho sempre preferito le facce da culo a quelle timide che quando suonano sembrano farsi i cazzi loro. Francesco annuncia che questo è l'ultimo concerto con in formazione la sorella Alice. Peccato, dico io. Incentrano il set sui pezzi presi da "Bestie", suonano tutti meglio che su disco, i Criminal sono la tipica band che dovrebbe registrare live. Anche i pezzi vecchi sono impreziositi dagli arrangiamenti col violino e le tastiere. La gente accorre ed è presa bene. L'ultimo concerto della serata è quello dei Diaframma, anche loro con la nuova formazione. Con l'aggiunta di un chitarrista i pezzi diventano più tirati, ancora più wave rock, ne guadagnano in arrangiamento. Fiumani è il leader più gentile sulla terra, probabilmente. Nel backstage si offre di aiutarti col tuo cambio palco, ha parole carine per tutte le band, non ha bisogno di soundcheck che durano un'ora. Lui arriva, line check e suona. "L'odore delle rose", "Gennaio", "Siberia", "Oceano", "Diamante Grezzo" e tutte le altre, tutte belle. Umiltà e parole importanti, con una band così c'è solo da imparare.
(Soviet Soviet, Criminal Jokers)
Poi la serata sul palco principale finisce ed inizia quella elettronica, ma io non ce la faccio. Il giorno dopo mi dicono che i Dylan God hanno fatto divertire e io mi fido, perché sono bravi. Mi dicono che la sala era piena e che in definitiva il festival è andato bene, che in termini di prima edizione significa che ce ne sarà un'altra e questo è quello che conta. Resta il ricordo di una bella serata sul mare, probabilmente l'ultima dell'anno e resta il fatto che dovete muovere il culo.
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L'articolo I Love Marina Festival di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2013-09-21 00:00:00
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