Il covid ha (quasi) distrutto la musica, ecco come ricostruirla

Il report realizzato da Scena Unita, fondo che ha dato un contributo fondamentale per contenere i danni dalla pandemia, racconta le fragilità del mondo dello spettacolo che il lockdown ha brutalmente esposto. Ecco a che punto siamo, e da cosa ripartire

Foto di Marco Previdi
Foto di Marco Previdi
20/06/2023 - 12:00 Scritto da Redazione

A pensarci non si direbbe, eppure sono passati già tre anni dalla prima ondata di pandemia di covid che ci ha costretti a casa nel corso del 2020. Una parentesi traumatica nella nostra vita di cui non è rimasto alcun segno troppo visibile oggi, ormai riabituati a una normalità che pensavamo di aver perso per sempre, ma di cui portiamo ancora i segni addosso.

Il settore della musica, in particolare, ricorda bene quei giorni di incertezza totale, quelle crepe nascoste del sistema che si sono trovate di colpo sotto il sole, senza che si fosse davvero pronti a fronteggiarle. La fortuna è che c'è chi ha saputo rimboccarsi le maniche e a iniziare a costruire qualcosa di solido dove prima non c'era mai stato niente. È il caso di Scena Unita, l’iniziativa di solidarietà collaborativa promossa alla fine del 2020 dalle artiste e dagli artisti del mondo dello spettacolo e della musica italiana per portare un aiuto concreto alle lavoratrici e ai lavoratori della musica e dello spettacolo dal vivo, la cui esperienza è ora stata raccolta in un libro, presentato agli Stati Generali dello Spettacolo del 9 e 10 giugno scorsi (evento promosso dalle associazioni La Musica Che Gira e Left Wingm in collaborazione con UNITA, Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini e Scena Unita): SCENA UNITA. La storia e i risultati di un innovativo progetto di solidarietà creato per il settore della musica e dello spettacolo dal vivo.

"Oltre a costituire uno strumento concreto di partecipazione e di aiuto per chi lavora in un settore nel quale i sistemi di tutela e di welfare normato sono carenti", come si può leggere all'interno della prefazione, "Scena Unita è stata soprattutto l’occasione per consolidare uno spazio di confronto, collaborazione e condivisione tra i tanti e diversi soggetti che compongono l’ecosistema della musica e dello spettacolo dal vivo, che sotto la spinta dell’emergenza hanno compreso la necessità di definire delle istanze comuni e aprire un’interlocuzione univoca con le Istituzioni e con il Legislatore". Andiamo a vedere come riassumendo a grandi linee il contenuto del report.

Lo scenario pre-covid e come la pandemia ha colpito la filiera

In Italia, il settore definito come "industria culturale e creativa" – definizione molto ampia, al cui interno si ritrovano anche filiere produttive molto diverse tra loro – ha un impatto sull'economia superiore rispetto alla media europea. Nel 2018, secondo un'analisi effettuata da Cassa Depositi e Prestiti, "il sistema produttivo culturale e creativo italiano ha sfiorato i 96 miliardi di euro di valore aggiunto", con 1,5 milioni di persone impiegate all'interno del settore. Questo corrisponde al 6,1% del PIL, mentre la media europea è del 5,3% (corrispondente a 510 miliardi e 9 milioni di persone occupate). Se poi andiamo a confrontare con i singoli Paesi europei, il 14,5% delle imprese culturali del continente è italiano, davanti a Francia (13,4%), Germania (10,5%), Spagna (10,2%) e Gran Bretagna (8,2%). Riportiamo questi dati così da avere quelle informazioni fondamentali per inquadrare il settore prima della pandemia.

Il valore allargato dell'industria culturale e creativa
Il valore allargato dell'industria culturale e creativa

Questo settore, dalle dimensioni non indifferenti, si è sempre trovato in una condizione di poca stabilità, come indica la seguente frase estratta studio già citato di Cassa Depositi e Prestiti: "Il mondo dello spettacolo si caratterizza per la precarietà e la saltuarietà dell’occupazione. È frequente la situazione per cui una stessa persona ricopra contemporaneamente più posizioni professionali a tempo parziale e raramente per un totale paragonabile a un tempo pieno". Una sentenza che evidenzia già una delle fragilità principali che poi il covid avrebbe definitivamente scoperchiato, soprattutto per quanto riguarda la musica dal vivo.

Nel volume realizzato da Scena Unita c'è poi un interessante approfondimento che cerca di inquadrare la dimensione di tutti i tecnici dello spettacolo, ossia lavoratori e lavoratrici che prendono parte alla realizzazione tecnica di un evento, che evidenzia ancora di più lo stato di fragilità del settore quando poi si trova a essere colpito dalla pandemia. "Un business che da un lato è completamente basato sulla performance live in contesti affollati, e dall’altro non ha una rete strutturata di garanzie contrattuali, previdenziali e sociali, non ha praticamente anticorpi per affrontare un evento inedito come quello che per due anni ha tenuto in scacco il mondo e il nostro Paese". E infatti, secondo uno studio della società di consulenza globale EY, il fatturato totale generato dalle industrie culturali creative ha perso 200 miliardi di euro dal 2019 al 2020, mentre le previsioni pre-pandemiche, seguendo la tendenza del settore degli anni precedenti, si aspettavano una crescita dai 643 miliardi del 2019 ai 660 miliardi.

L'impatto della pandemia sui trend 2019-20 per i settori delle ICC
L'impatto della pandemia sui trend 2019-20 per i settori delle ICC

Se poi stringiamo il campo solo sulla musica dal vivo, la situazione è davvero tragica: "Tra il 2020 e i 2021 i ricavi totali delle arti dello spettacolo hanno visto diminuzioni vicine al 90% e quelli della musica del 76% a causa delle massicce restrizioni che hanno riguardato concerti, rappresentazioni e spettacoli", riporta il volume. In Italia, secondo le quantificazioni effettuate da Fondazione Centro Studi DOC, il settore dello spettacolo ha perso circa 8 miliardi di euro nel 2020 rispetto all'anno precedente, mentre i dati Inps sull’occupazione 2020 mostrano un calo complessivo di quasi 70.000 operatrici e operatori del settore (-21%), per quanto riguarda i tecnici si è passati dai 14.675 del 2019 ai 12.811
del 2020 (-12,7%), portando all'abbandono del settore di quasi 2mila persone. Per una lettura approfondita dei dati, il consiglio è di recuperare il testo completo del report di Scena Unita.

La reazione del settore e Scena Unita

Di fronte a questa emergenza, il settore si è trovato bruscamente a dover prendere delle misure per limitare il disastro che si stava abbattendo su di lui. Per questo nasce a fine 2020 Scena Unita, che ha avuto un ruolo centrale nella riorganizzazione e nel contenimento degli effetti economici negativi derivati dalla pandemia. Questi i numeri: "Il fondo privato che si è costituito, gestito da Fondazione CESVI in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub, ha raccolto complessivamente contributi per 4.780.000 euro, coinvolgendo 154 artiste e artisti e più di 100 realtà aziendali".

Si tratta della prima volta in cui si assiste a un rovesciamento di ruoli di questo genere: se di solito sono gli artisti a prestarsi come testimonial per sostenere campagne no profit, questa volta è il mondo della musica che ha beneficiato del supporto di queste realtà, mettendo a disposizione tutte quelle competenze e capacità necessarie per organizzare e gestire campagne di donazioni di questo genere. 

La distribuzione dei fondi di Scena Unita
La distribuzione dei fondi di Scena Unita

Nello specifico, Scena Unita ha erogato i propri fondi attraverso tre bandi: Bando Prima Emergenza per il sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici, che ha previsto un sostegno economico incondizionato (erogazione di un contributo a fondo perduto e svincolato) del valore di 1.000 euro per ogni professionalità beneficiaria; Bando Prima Emergenza per il sostegno alle imprese individuali, che ha previsto un sostegno economico incondizionato (erogazione di un contributo a fondo perduto e svincolato) del valore di 1.000 euro per ogni impresa beneficiaria; Bando Progetti e Investimenti, che ha previsto un sostegno economico condizionato alla realizzazione di specifiche attività destinate alla ripartenza del mondo dello spettacolo attraverso progetti, nuove idee e investimenti, da realizzare entro il 31 dicembre 2021.

A questi bandi si aggiunge un progetto per la formazione professionale rivolta a professioniste e
professionisti del settore di livello junior, con competenze di base da perfezionare, riguardanti direttori e direttrici di produzione, con competenze tecniche e tecnologiche e competenza in materia di protocolli di sicurezza, e  tecnici specializzati nelle operazioni in altezza (rigger).

Come affrontare il futuro

A fronte di tutta questa analisi, Scena Unita ha preparato un Decalogo per il futuro della musica dal vivo, che riportiamo qua sotto, e che speriamo possa realizzarsi nel corso del tempo, così da non dover più fronteggiare un'emergenza simile senza una struttura solida alle spalle.

Competenza nei luoghi decisionali

Risulta indispensabile il sempre maggiore coinvolgimento dei professionisti e delle professioniste del settore nei tavoli istituzionali e l’inserimento nelle sedi ministeriali - e in generale decisionali - di persone con competenze specifiche e comprovata esperienza nel mondo della musica contemporanea e dello spettacolo dal vivo.

Mappatura del settore

Non può più attendere la mappatura del settore per ogni parte della filiera, anche per l’istituzione di un reale osservatorio ministeriale che possa incrociare i migliaia di dati mai messi a sistema e per la creazione di codici ATECO specifici.

L’indennità di discontinuità

Va garantito l’accesso alle tutele sociali e il riconoscimento definitivo della discontinuità come caratteristica fondante di chi lavora nel settore. È stato approvato il 21 dicembre 2022 in Commissione Bilancio l’emendamento che finanzia l’indennità di discontinuità. La misura è lo strumento fondamentale per rendere i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo uguali a quelli degli altri settori, riconoscendo il lavoro indispensabile delle fasi di studio e progettazione, come imprescindibili e necessarie anche in termini contributivi. Quel lavoro non visibile al pubblico e che è indispensabile per ogni concerto, ogni spettacolo, ogni esibizione, è riconosciuto dall’indennità di discontinuità, che dal 15 luglio 2022 è legge dello Stato e dal 2023 dovrebbe essere esigibile da chi ne ha diritto.

Una Legge sugli spazi culturali

È necessario accelerare le disposizioni per la promozione e il sostegno delle produzioni, della diffusione, della fruizione e dell’accesso alla creatività, alla cultura, alle arti performative e allo spettacolo e il riconoscimento giuridico di luoghi e di spazi della cultura, della creatività e delle arti performative. Si propone la creazione di un registro nazionale che definisca i luoghi contemporanei della cultura (spazi ibridi) e della musica (live club) tramite criteri oggettivi.

L’Imposta sul Valore Aggiunto

In attesa del compimento della riforma del terzo settore e, in ogni caso, per la gestione coerente delle aliquote IVA è ormai necessario:

- Portare al 4% l’aliquota per dischi e prodotti culturali destinati al pubblico come già previsto per il mondo dell’editoria

- Uniformare al 10% l’aliquota per tutti gli elementi della filiera produttiva strettamente collegati alla produzione di un evento e/o prodotto musicale (se il biglietto di ingresso ha l’iva al 10% i Live Club e i Festival devono a loro volta poter pagare i soggetti che concorrono alla realizzazione dell’evento con la stessa aliquota iva.

Value Gap

In riferimento alla Direttiva 219/790 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 (“Direttiva Copyright”) sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, sono quanto mai urgenti azioni concrete per la risoluzione del “value gap” (la differenza tra il valore economico di ogni singolo brano e l’incasso riconosciuto ai produttori) per le piattaforme streaming e le tutele connesse all’evoluzione digitale.

Tempistiche di pagamento per la pubblica amministrazione

Rispetto del D.lgs. 192/2012 per l’integrale recepimento della Direttiva Europea contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali: il ritardo cronico dell’incasso dei contributi pubblici da parte degli Organizzatori ma anche del pagamento delle fatture da parte dei Comuni, costringe le Agenzie, le Cooperative e talvolta gli Artisti stessi ad anticipare cifre importanti, in quanto le scadenze per il versamento degli oneri non sono legate all’incasso delle fatture.

Web Tax e Tax Credit

In ambito fiscale, introdurre una WebTax con l’ aumento della tassazione per le OTT che usufruiscono di contenuti culturali e reinvestimento di una percentuale dell’incremento del gettito in progetti del settore discografico (ad es. copia privata, progetti di innovazione, etc.) ; provvedere a una riforma e alla semplificazione delle modalità di accesso al TaxCredit.

Bonus Cultura e Art Bonus

Allargamento del Bonus Cultura a tutte le fasce di età, in modo da incentivare i consumi culturali, e dell’ Art Bonus a beneficio delle realtà della musica contemporanea.

Incentivare gli investimenti Green su innovazione e tecnologia

Risulta fondamentale fornire finanziamenti e investimenti Green su innovazione e tecnologia, garantire supporto e assistenza tecnica per la stesura di Piani di Azioni Ambientali, garantire l’accesso per tutti i professionisti e le professioniste della cultura a linee guida e best practice per implementare la gestione sostenibile nelle proprie attività, programmare in senso sistemico strategie e sinergie di concerto tra i vari livelli della filiera dello spettacolo, amministrazione pubblica e fornitori del territorio.

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L'articolo Il covid ha (quasi) distrutto la musica, ecco come ricostruirla di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-20 12:00:00

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