Il Governo Meloni non sta rispettando le promesse fatte al mondo dello spettacolo

L'indennità di discontinuità, misura per cui il settore ha lottato negli ultimi anni dopo lo choc della pandemia, è stata stravolta e ridotta a un bonus che poco c'entra con la conquista raggiunta a fronte di lunghe battaglie. Ecco cosa sta succedendo

Foto di Marzia Benigna
Foto di Marzia Benigna
12/10/2023 - 16:46 Scritto da Redazione

Quello che era un diritto per cui tutto il settore dello spettacolo si era speso e battuto negli ultimi tre anni, in una crisi scoperchiata dal lockdown pandemico, ora si trova stravolto. Stiamo parlando ancora una volta dell'indennità di discontinuità, la misura che riconosce i tempi di preparazione, formazione e studio quali parti integranti del lavoro effettivo, invece che ridurlo alla performance e basta. L'emendamento che l'anno scorso era stato approvato dal Senato è stato trasformato dal Governo in carica, rendendolo "un misero bonus esigibile da una platea incredibilmente più piccola di quella prevista", come denunciano SLC/CGIL, UNITA, La Musica Che Gira, ARCI e Forum Arte e Spettacolo.

I e le rappresentanti di tutte queste associazioni sono intervenuti insieme per esternare uno stato di profonda preoccupazione del settore rispetto allo schema di decreto del governo. "Il governo ha disatteso la delega che aveva ricevuto dal parlamento, trasformando una misura che era di fatto strutturale in quello che possiamo definire al massimo un bonus", ha dichiarato Manuela Martignano di La Musica Che Gira. "Chiediamo di vivere dignitosamente del nostro lavoro, vogliamo che il professionismo venga riconosciuto ed incentivato, che ci sia l’emersione del lavoro nero, vogliamo essere nella condizione di svolgere il nostro lavoro al meglio nell’ottica di aumentare la qualità di ciò che produciamo", sono invece le parole di Vittoria Puccini di UNITA.

Ma in cosa si differenziano l'indennità di discontinuità per come era stata pensata e la misura proposta ora da questo nuovo governo? Mettiamole a confronto punto per punto, riprendendo lo schema comparativo diffuso dalle associazioni menzionate sopra.

Foto di Marzia Benigna
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COSA È L'INDENNITÀ DI DISCONTINUITÀ

L’indennità di discontinuità è uno strumento universale di tutela previdenziale, specifica e dedicata al settore e sostenuta dall’erogazione di un’indennità economica, che ha lo scopo di riconoscere le “pause” che intercorrono tra un contratto di lavoro e l’altro quali parti integranti ed essenziali del lavoro di chi è artista, personale tecnico, professionista nel settore dello spettacolo

COSA PREVEDE LA VERSIONE DEL GOVERNO MELONI

Il Governo prevede una sorta di "bonus" erogato su domanda una volta all’anno, che secondo le dichiarazioni del Governo ammonterebbe mediamente a 1500 euro lordi annui. Non uno strumento universale di tutela previdenziale, ma un sostegno al reddito. L'ennesima misura non strutturale che il settore non ha mai richiesto. 

CHI PUÒ ACCEDERE ALL'INDENNITÀ DI DISCONTINUITÀ

Tutti i lavoratori e le lavoratrici iscritti nel Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo - FPLS (ex ENPALS), a fronte di alcuni requisiti richiesti, possono beneficiare della tutela al solo scopo di individuare quali destinatari dell’Indennità coloro che sono professionisti del settore. (circa 350mila persone secondo i dati INPS, Osservatorio Gestione "Lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti").

CHI ACCEDE AL BONUS GOVERNO MELONI

Lavoratori e lavoratrici con un reddito non superiore a 25.000 euro annui e 60 giornate di contribuzione accreditata nel FPLS nell'anno precedente. (Circa 20mila persone).

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A COSA HA DIRITTO CHI APPARTIENE A QUESTA PLATEA (INDENNITÀ DI DISCONTINUITÀ)

Un’indennità giornaliera calcolata sulla media delle retribuzioni percepite nei 24 mesi che precedono la domanda d'indennità (L’importo dell’indennità si incrementa proporzionalmente alle giornate lavorate); la copertura contributiva ai fini del raggiungimento dei requisiti richiesti per il diritto alla pensione per le giornate corrispondenti all'erogazione dell’indennità economica di discontinuità.

A COSA HA DIRITTO CHI APPARTIENE A QUESTA PLATEA (BONUS GOVERNO MELONI)

L’indennità è riconosciuta per un numero di giornate pari a 1/3 di quelle accreditate nel FPLS per lavoro effettivo nell’anno precedente alla domanda. Quindi, avendo lavorato per le 60 giornate richieste come requisito minimo per la domanda, si avranno 20 giornate di indennità e quindi anche di contributi accreditati. L’importo dell’indennità è pari al 60% della media delle retribuzioni in rapporto alle giornate di contribuzione accreditate, per le attività lavorative per cui è richiesta l’iscrizione obbligatoria al FPLS, nell’anno precedente la presentazione della domanda dell’indennità. La contribuzione figurativa riconosciuta è rapportata all’importo dell’indennità giornaliera calcolata con i criteri su descritti.

EFFETTI POSITIVI DELL'INDENNITÀ DI DISCONTINUITÀ

Istituzione di uno strumento di tutela previdenziale specifico per i lavoratori e per le imprese del settore; emersione del nero; diritti e riconoscimento per chi lavora nel settore; permesso di stabilire il principio per cui questo lavoro non può farlo solo chi può permetterselo economicamente.

EFFETTI DEL BONUS GOVERNO MELONI

A fronte della previsione di un contributo aggiuntivo a carico di datori di lavoro e committenti dell’1% delle retribuzioni o compensi e di un contributo di solidarietà a carico dei lavoratori, non si provvede affatto ad istituire, con l’avvio di una vera riforma di sistema, lo strumento di tutela previdenziale richiesto dal mondo del lavoro dello spettacolo e approvato dal Parlamento con la legge di delega 106/2022.

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L'articolo Il Governo Meloni non sta rispettando le promesse fatte al mondo dello spettacolo di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-10-12 16:46:00

COMMENTI (1)

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  • antopizzuto13 mesi faRispondi

    Ma solo con il mondo dello spettacolo... per tutti gli altri, invece, promesse mantenute alla grande, eh!