Dove sta il reale valore nella produzione di musica? Per chi o per cosa si crea? Come resistere alle pressioni di un sistema che, mentre ti regala un sogno, sa farsi opprimente?
Da qualche tempo (finalmente!) tra artisti e addetti ai lavori è iniziato un interessante dibattito sulla discografia, i suoi ritmi ed eccessi. Ne hanno parlato artisti come Sangiovanni, che hanno espresso il desiderio (anzi la necessità) di fermarsi, oppure Ghemon. Una superstar come James Blake, a livello internazionale, ha dato un punto di vista interessante sui meccanismi che oggi vigono. Siamo solo agli inizi, ma pensiamo sia importante mettere in discussione pratiche consolidate che di inevitabile (e di sano) non hanno proprio nulla. La domanda fondamentale in fondo è una: per com'è pensato il "sistema musica" oggi, si può essere felici?
In queste settimane abbiamo chiesto di prendere parte alla discussione alle artiste e artisti di MI AMI CLUB TOUR 2024 (qua ci sono i racconti delle prime date del MI AMI CLUB TOUR: ossia Roma, Napoli, Bologna e Torino), la serie di live che ha portato e porterà in anteprima il festival in giro per i club d'Italia. La data finale, attesissima, sarà giovedì 14 ai Magazzini Generali di Milano con Thru Collected, autori di quello che per noi è il miglior disco del 2023: Il Grande Fulmine. Con loro ci saranno numerosi ospiti: Giovanni Truppi, Sibode Dj feat. Kimberly, Anna and Vulkan e Angelo Kras. I biglietti sono qua.
I primi tre artisti a cui abbiamo chiesto il proprio punto di vista nel dibattito sull'industria musicale (e i suoi danni) sono stati Aaron Rumore, i TA GA DA e Marta Del Grandi. A chiudere le danze non poteva che essere l'artista a cui dobbiamo il nome di questo format. "Incompatibile con la felicità" è infatti un verso da Piccolo atto di sensibilizzazione al libero pensiero dei Thru Collected.
Abbiamo perciò chiesto di dirci la sua a Sano, una delle voci del collettivo che giovedì sarà al gran completo sul palco dei Magazzini. Sotto la foto trovate le sue parole.
«L'unico valore che ha la musica è quello affettivo, per chi riesce ad attribuirglielo, e quello economico, per chi riesce a monetizzarla. La commercializzazione di un'esperienza così intima non solo manca di naturalezza, ma ha poco di estetico; è una scelta deliberata con un fine evidente, altrimenti non ne intuirei il senso.
Percepisco l'arte come un atto di generosità significativo, un dono di bellezza condiviso con il maggior numero possibile di individui. La celebrità non è un miracolo, così come non lo è diventare ricchi attraverso la musica. La discografia e l'industria musicale sono meccanismi comprensibili; non c'è nulla da scoprire, gente che mette soldi per farne altri e "artisti", ovvero ragazzini, signore e anziani che vengono ricompensati con promozioni sociali.
Ho sempre considerato la musica, l'arte e e i problemi che ne derivano come cazzate, forse per questo continuo a trovarci divertimento. È chiaramente un gioco, uno dei tanti modi per distrarci dal fatto che non abbiamo una ragione per vivere e che inevitabilmente moriremo. Mi diverte pensare che manipolando questo gioco si possano alla fine sovvertire le regole, ma solo per lo sfizio di sovvertirle e di suggerire ai prossimi oppressi dalle nuove norme del gioco di fare altrettanto».
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L'articolo Incompatibile con la felicità n.4, Sano: manipoliamo le regole del gioco, sovvertiamo la musica di Sano è apparso su Rockit.it il 2024-03-11 12:41:00
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