Italian Party, 19 edizioni senza compromessi nel cuore della provincia

Torna il festival italiano della musica indipendente, che ha fatto la storia della scena

Tra le cose da vedere a Umbertide, provincia di Perugia, Google ci mostra il Monte Acuto, la Vineria Del Carmine e il Castello di Sorbello. Siamo assolutamente sicuri che valga la pena visitare il comune dai tratti medievali per le sue perle architettoniche e ambientali, ma dovremmo aggiornare le proposte perché dal 2003 l'Italian Party dovrebbe essere messo in cima alla lista delle cose da fare a Umbertide. La prima edizione dell'evento di Luca Benni è nato tre anni prima della nascita dell'etichetta To Lose La Track per poi diventare il festival delle band della label che più di tutte ha divulgato la cultura DIY nel nostro paese in quest'ultima decina (e passa) di anni.

Quest'anno si tiene sabato 20 luglio e, su tre palchi, si esibiranno tra gli altri Holding Patterns (Ex Crash of Rhinos), Scott Ritcher (The Metroshifter), Riviera, Lantern, Lags, Action Dead Mouse, Urali, Cosmetic, Caso, GirlessAsino e The Love Supreme, con membri di Chambers, Die Abete, Tutti i colori del buio, Cayman the Animal). Una line up di tutto rispetto coi migliori nomi della scena punk, post punk, hardcore e post tutto. Come al solito, tutto gratis.

Una (bella) storia che si ripete ogni anno, incurante delle mode e dei cambi di stile, fin dal lontanissimo 2003 in cui i suoi organizzatori, di ritorno da fastival pionieristici come Musica nelle Valli, Shagoo Shagoo, Pop-Gradara e Ferrara Trema, decisero di chiamare quelle band che avevano visto in giro, con le quali erano rimaste in contatto e che reputavano strepitose, per creare un festival in provincia che nel tempo è diventato un'istituzione. Leggendo la line-up del primo anno, difficile non farsi portare via dalla nostalgia: Fine Before You Came, Settlefish, Altro, Valina, Lo-Fi Sucks!, Giardini di Mirò, Downpetersons, The Death of Anna Karina e Baustelle. Nomi storici della scena insieme ad altri che sono diventati simbolo di qualità, uniti dalla passione e dalla voglia di suonare ovunque ci fosse un pubblico disposto a dare tutto, ed è proprio il caso dell'Italian Party.

 

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Luca Benni e Diego dei Tiger! Shit! Tiger! Tiger! (la band che ha avuto un plauso da Stephen King in persona per la scelta del nome) ai tempi erano fissati con gli house show/house party americani, quei concerti fatti in casa in cui il pubblico si ammassava e praticamente non c'erano differenze tra chi suonava e chi ascoltava, quindi per Italian Party vollero ricreare la stessa atmosfera all'interno della splendida cornice (come si dice in questi casi) di una cittadina piena di storia e di bellezza, per creare un contrasto straordinario che si è consolidato nel tempo, così come l'accoglienza della provincia verso le band e i fan di una musica non esattamente da festa di piazza d'estate. La naturale diffidenza iniziale ha lasciato spazio alla curiosità e oggi il festival vive una bella sinergia con l'ambiente che lo ospita, come fosse un matrimonio di quelli a cui non dai una lira che poi durano tutta la vita.

Negli anni, l'Italian Party ha avuto in scaletta gente come Bugo, Violent Breakfast, Bob Corn, Dummo, Canadians, Uochi Tochi, X-Mary, I Camillas, La Quiete, Fast Animals and Slow Kids, Gazebo Penguins, Distanti, A Classic Education, Havah, Everyone Everywhere, Chalk Talk, Fuzz Orchestra, Il Capro, Civic Civic, Johnny Mox, Valerian Swing, Tante Anna, Delta Sleep, Marnero, Dags!, Labradors, Suvari e Tellison, più tutte le band già citate in precedenza, per offrire una panoramica a 360° sulla musica indipendente e su tutte le sue sfaccettature. 

 

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In un giorno, il comune di Umbertide diventa luogo d'incontro tra musicisti, pubblico e addetti ai lavori senza barriere o divisioni. Le band suonano e poi si trovano sotto palco ad ascoltare gli altri. Tra abbracci e birrette molti progetti hanno preso vita proprio all'Italian Party, nel cuore dell'Umbria, grazie a un'atmosfera che ha fatto scuola e che ogni festival nuovo di un certo tipo cerca di imitare. Come ogni evento che si rispetti, negli anni l'Italian Party è cresciuto fino a diventare un festival super organizzato, mantenendo sempre la stessa attitudine: 3 palchi  (piazza San Francesco, chiostro ed ex Chiesa di Santa Croce), banchi del merchandising ma anche delle label e distro, il Supporters Pack che al prezzo di 30 € offre Borsa TLLT, T shirt Baseball TLLT, 2 CD a sorpresa e 1 vinile 7 pollici a sorpresa + adesivi. Un modo per aiutare gli organizzatori e portarsi a casa un sacco di gadget fighi. In più, per riprendersi dai bagordi del giorno prima, la domenica tutti a pranzo alla Sagra dei Bringoli (pasta locale tipo i pici toscani). È stato proprio previsto tutto per favorire l'aggregazione tipica della provincia in una situazione da festival vero.

"Dopo tanti anni, ci sentiamo di affermare che il calore e l'affetto di tutte le persone che partecipano rendono questo festival unico nel suo genere e ogni anno sempre più bello", dice Luca Benni, il fondatore di To Lose La Track nel comunicato stampa e non stentiamo a crederci: l'Italian Party mostra come la scena veramente indipendente sia ancora più viva, anche se non gode dei faretti puntati sopra, del gossip o del pubblico generalista di quella pop mainstream e riesce a tramandare una tradizione di sudore, furgone, concerti per andarci pari e per passione, serate indimenticabili in posti assurdi e tanta voglia di spaccare, aggiornate a una dimensione più pro, che riesce a portare la scena a un livello successivo.

Luca Benni ci ha raccontato un aneddoto particolare, che descrive perfettamente l'attitudine della provincia per  un festival del genere: "L'Italian Party lo facciamo in una piazza contornata da tre chiese, due attive e una sconsacrata in cui facciamo i concertini acustici, di fronte a un dipinto incredibile di Luca Signorelli del 1500. Da tre edizioni, alle 18 c'è la Messa in una delle chiese della piazza e allora abbiamo dovuto mettere in programma un concerto acustico in modo che fuori, sul palco grande, non ci sia musica e si possa fare anche la funzione religiosa. Tutti gli anni, alla fine della Messa arriva il parroco che mi cerca per ringraziarmi!" 

A proposito della bolla, del pubblico, dell'affluenza e delle bellezze della zona:"Negli ultimi 6-7 anni, il pubblico è in aumento. In Umbria, nel periodo in cui facciamo il festival c'è sempre Umbria Jazz e questo sabato ci sarà pure il concerto di Thom Yorke, che è una roba molto grossa ma il biglietto costa 50 € mentre da noi è tutto gratis e il target è differente. Ci sono persone che vengono da tutta Italia e anche se Umbertide non è una cittadina organizzata dal punto di vista turistico, i piccoli hotel e gli agriturismi si riempiono molto velocemente. Facciamo addirittura fatica a trovare spazio per far dormire le band: quest'anno con 19 gruppi sono all'incirca 60 persone e molte fanno parte dell'etichetta, quindi preferiamo venirci incontro col cachet ma farli dormire in posti bellissimi. Ce ne vorrebbero di più."

Quest'anno il festival è dedicato alla memoria di Roberta e Michele, scomparsi troppo presto. Sotto, la prima locandina, per aggiungere un po' di magone e tornare a lavorare a testa bassa, con umiltà e senza compromessi, come sempre.

 Tutte le foto fornite da Luca Benni

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L'articolo Italian Party, 19 edizioni senza compromessi nel cuore della provincia di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-07-15 14:09:00

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