Il suono del K-pop che nasce dai Colli Albani

Vi è mai capitato di andare in giro per Seoul ed essere riconosciuto? A Fudasca, artista laziale classe '96, sì. Perché con i suoi beat lo-fi è diventato uno dei producer preferiti del K-pop (e non solo). Qua ci racconta com'è accaduto e perché la Corea è un posto unico

Tutte le foto sono di Fudasca e del suo staff
Tutte le foto sono di Fudasca e del suo staff
03/11/2023 - 14:34 Scritto da Fudasca

Fudasca è un produttore e songwriter di Roma, vero nome Simone Eleuteri è un classe 1996. È in giro da un po' ed è parecchio quotato nella scena hip hop (e dintorni), per via dei suoi suoni eleganti, che lo hanno reso uno dei maggiori esponenti del lo fi made in Italy. Tra le sue collaborazioni ci sono Paola & Chiara, Massimo Pericolo, Psicologi, Tredici Pietro, Memento e Assurdité di recente. 

Ma la sua particolarità, anzi unicità, è che le collaborazioni con artisti di casa nostra sono solo metà del suo lavoro. La restante parte del tempo la passa in compagnia di musicisti internazionali, sempre di alto livello, interessati a confrontarsi con i suoi suoni vintage, eleganti e minimali. Tra loro Powfu (Canada), Sody, Cavetown (Inghilterra), Rxseboy, Snøw (USA). Ma è soprattutto in Corea che Fudasca si è fatto un nome che conta. Ha firmato musica con artisti di primo piano come Jay B, Junny, Junggigo, Ted Park e continua a ricevere proposte di nuovi lavori.

Lui, infatti, si sta sempre più specializzando (anche un po' fissando, come sempre avviene per i producer) in quell'ambito, esplorando il mondo musicale del manga Cowboy Bepop, "il citypop e in generale la cultura 80s-90s nipponica e coreana". Questa sua attitudine, uniti ai suoi riferimenti italiani, hanno conquistato il pop locale. E pure il pubblico: alcuni pezzi di Fudasca macinano stream sulle piattaforme, più che in Italia. Ad esempio What a Nice Day to Runaway ha superato il milione di views solo su YouTube. 

E così poche giorni fa Fudasca è tornato dal suo nuovo "viaggio di lavoro", avvenuto tramite Italia Music Export, in Corea del Sud, dove ha anche suonato dal vivo allo Zandari Festa, eventi molto importante che si tiene a Seoul. Qui è dove trovate il suo racconto di questa "trasferta" e le foto del suo viaggio in questo Paese che oggi, grazie al K-pop e non solo a esso, ha un peso enorme nel mercato musicale mondiale.

 

Fudasca è quello a destra
Fudasca è quello a destra

Seoul è stata un' esperienza piena. Piena di cultura, empatia, modernità e ispirazione.
Mi sono immerso in questa realtà per una settimana e ne sono uscito rigenerato, prima di tutto perché è stato bello poter vivere una cultura così variegata e aperta che avevo sempre immaginato e sognato dall'Italia, e poi perché è stato entusiasmante poter toccare finalmente con mano l' apprezzamento per la mia musica.

Essere accolti e apprezzati da persone e artisti di grande calibro come JAY B dei GOT7, uno dei gruppi K-pop piu famosi e streammati del mondo, Park Hyo Shin, icona della musica coreana, una vera e propria leggenda li, le persone facevano foto ad ogni passo, Kino dei Pentagon (altro grande gruppo con milioni di follower e ascolti in tutto il mondo), U Kwon dei Block B e altri mi ha fatto capire quanto grande è stato l'impatto della mia musica. Lì infatti ho scoperto che quasi tutti i giovani fino ai 30 anni conoscono maggiormente un mio pezzo: What a Nice Day to Runaway, che mi ha aperto le porte a tante collaborazioni con artisti del K-Pop.

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Ciò che ho trovato a Seoul è l'armonia.
Non può esistere pace se non è in pace anche il prossimo, non può esserci divertimento se il mio divertimento lede in qualche modo quello del prossimo, forse è questa la cosa che ho apprezzato di più di seoul e la corea,vivere in una grande città molto affollata ma allo stesso tempo armoniosa; e questa cosa in qualche modo risuona dentro e per la prima volta in vita mia sono riuscito a far dialogare in me la velocità della vita moderna con la pacatezza dello spirito.

Abituato a un contesto europeo e più nello specifico romano dove o si corre o si sta fermi, il fatto di poter correre e avere il tempo e il modo di ascoltarsi e ascoltare il mondo esterno è una sensazione mai provata prima e che penso sia intrinseca di un posto come Seoul, che è riuscita in qualche modo a integrare molto bene tecnologia, modernità e velocità con l'attenzione all'equilibrio, al rispetto e all'empatia verso sé stessi e gli altri, tipico delle filosofie orientali.

Insomma, rimanere in sintonia con se stessi e il mondo pur stando nella "grande corsa" del mondo non è roba da poco, me lo ha spiegato molto bene Charlie, storico discografico e publisher coreano con il quale ho avuto piacere di approfondire l' argomento. Il K-pop è sicuramente un genere e uno scenario competitivo, ma l'approccio con cui ci si concede alla bellezza della vita e delle piccole cose in essa l ho trovata super stimolante e di forte ispirazione.

Lo si vede anche nella metro, dove per esempio si evita di portare una cup di caffè in metro per evitare di sporcare l altro in caso di una frenata brusca, oppure non dicendo niente al turista che sulle scale mobili sosta nella corsia di chi deve camminare (purtroppo sono stato uno di quelli, eh eh). Quello che si percepisce quindi è una sorta di sostenibilità sociale, ovvero che essendo in qualche modo tutti in armonia e in pace, non c'è voglia e necessità di prevaricare l' altro o di metterlo in difficoltà, anzi, c'è una sorta di sinergia per rendere la vita di tutti un po più semplice.

 

Un altro esempio è quando io e il mio manager Paolo eravamo rimasti bloccati in una libreria perche non avevamo l'ombrello e fuori si stava scagliando una bufera: l'anziana signora che gestiva la libreria, che a stento parlava l'inglese e con cui fino a quel momento eravamo solo riusciti a comunicare tramite papago, (un'app che traduce istantaneamente in qualsiasi lingua), senza dire una parola si è presentata a noi con due ombrelli, regalandoceli. Ovviamente non era una cosa dovuta, ma secondo la filosofia di vita del posto sì: la giornata doveva proseguire per tutti, anche per chi si scorda l'ombrello durante un temporale. Lì ti regalano la soluzione, non ti vendono un prodotto per risolvere il "problema", come vorrebbe il classico retaggio moderno.

Un altro piccolo esempio che mi ha colpito è sempre sui mezzi, autobus e treni, ovvero che i posti "riservati" ad anziani, donne incinte e disabili sono davvero riservati, nel senso che nessuno si siede su quei posti pensando "poi se effettivamente arriva mi alzo e lo cedo". No, non ci si siede lì a prescindere, per evitare di creare quella spiacevole situazione dove l'anziano, la donna incinta o il disabile debba chiedere "il permesso" per sedersi sul suo posto a lui/lei riservato, è tutto volto a mettere l'altro in una condizione di armonia e di non disagio.

Ecco, su questo anche ho trovato tanta eleganza, nel fatto che questa armonia non è imposta all altro, ma in qualche modo capisci che sei immerso in qualcosa di più delicato della semplice società a cui siamo abituati, qualcosa che merita un filo in più di presenza, e in breve ti ritrovi a sapere perfettamente come muoverti nel flusso, senza che nessuno ti abbia redarguito o "istruito". L'ho trovata una cosa quasi magica.

In un ambiente del genere non è difficile capire perché la musica LO-FI e chill ci si cuce sopra come un abito su misura. È stato bello camminare per le strade e sentire la vicinanza e l'attrazione di persone, negozi di ogni tipo e natura distesa, a completare quel senso di urbano simbiotico con la natura dell'uomo. È stato bello parlare di tutto questo anche con gli artisti, capire i segreti di questa città, viverla di notte con Park hyo shin, Jay B, Kino, U Kwon, entrare nello studio di Davii e parlare di spiritualità, vedere la città dall' alto, è stato qualcosa che rimarrà dentro di me e nella mia musica finché riuscirò a trascriverla in toto. 

Ciliegina sulla torta è stato poi poter suonare a Zandari Festa, uno dei festival più importanti di Seoul, dove ho ricevuto il calore delle persone appassionate del lofi e della mia musica: fermarsi a parlare con qualche fan mi ha fatto capire quanto la musica ci abbia fatto conoscere prima ancora di incontrarci. Ringrazio Seoul, la Corea e i coreani per avermi aperto nuove porte e vedute.

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L'articolo Il suono del K-pop che nasce dai Colli Albani di Fudasca è apparso su Rockit.it il 2023-11-03 14:34:00

Tag: rap pop lo fi

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