Oggi Jim Morrison compie ottant’anni. Il verbo è coniugato al presente per un motivo piuttosto semplice: il Re Lucertola non è morto, quella di Parigi fu una messa in scena. Peraltro, il leader dei Doors è stato avvistato un po’ ovunque: l’ultima volta pochi giorni fa in una trattoria alla periferia di Brisighella in compagnia di una signora fortemente somigliante a Janis Joplin. In realtà, Jim non è morto perché non è mai stato dimenticato: le canzoni che ha scritto e interpretato nel corso di appena un lustro fanno parte della storia del rock ed è quanto basta. Nel nostro Paese, poi, Morrison ha sempre goduto di una fama non indifferente, nonostante i Doors (quelli veri) non siano riusciti a suonare nel Belpaese. Poco male, a ricordarlo si staglia una manciata di cover ispirate a Jim Morrison e ai suoi Doors. Eccone dieci.
(Grazie a Berto Pruciani!).
NICOLA DI BARI – DAMMI FUOCO
Sembra un incrocio impossibile, surreale, eppure ecco qua Nicola Di Bari, cantante nazionalpopolare per eccellenza o quasi, alle prese con i Doors e Light My Fire, uno dei loro pezzi più iconici, in verità uscito in gran parte dal sacco di Robby Krieger più che da quello di Jim Morrison. Al di là del testo, curato da Vito Pallavicini (quello di Azzurro e Le mille bolle blu), Dammi fuoco ricorda più che altro la cover della cover di Light My Fire nell’interpretazione di Josè Feliciano, uscita nel 1968, due anni prima del masterpiece di Nicola Di Bari: non trovate che i due arrangiamenti si somiglino appena appena?
FACCIA SCURA – MAGGIE M’GILL
Influenzati dal grunge, un po’ stoner, un po’ Soundgarden e Alice in Chains, i Facciascura si prendono l’incarico di incattivire Maggie M’Gill, inserita dai Doors nella tracklist di Morrison Hotel. Alle percussioni un ospite di lusso: Alessandro “Pacho” Rossi, già collaboratore di James Taylor, Elio e le Storie Tese e Morgan.
GENE GUGLIELMI – IL DITONE
Il ditone esce fuori dalla discografia dell’eroe beat Gene Guglielmi, alle prese con la cover di You Make Me Real. Niente da dire sulla musica, più o meno siam lì, per il resto, Guglielmi, con la complicità di Gian Franco Intra, trasforma il testo di un inno all’amore non proprio spirituale in una scorribanda semi demenziale incentrata sulla storia di un uomo che tira calci a qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Ascolto sconsigliato ai fan ortodossi di Jim Morrison.
IL DONO – WAITING FOR THE SUN
Band che raggiunse una buona popolarità all’alba degli anni ’00 grazie a una riuscita miscela di grunge/new wave e ancora in attività, Il Dono omaggia i Doors con una versione vitaminica e chitarrosa di Waiting for the Sun, distaccandosi in modo netto dalla versione originale. Robby Krieger e Jim alzerebbero su il pollice? Probabilmente sì.
JOHN MARIO – WISHFUL SINFUL
Nel 2011, l’Azzurra Music pubblica Waiting for the Moon, album tributo a Jim Morrison e ai Doors. Quindici cover, più o meno riuscite, che vanno a pescare anche tra i pezzi meno noti della band californiana. Come Wishful Sinful, da The Soft Parade, ripresa e ben confezionata da Mario Vallenari, in arte John Mario, bravo a staccarsi dagli arrangiamenti forse troppo pomposi dell’originale e restituire quel tot di essenzialità e a calore, mantenendo un tocco lisergico che non stona mai.
KATTY LINE – TU VINCI SEMPRE
Va bene, Katty Line, pseudonimo di Catherine Denise Frédérique Boloban, è francese, ma poco conta. Sbarcata in Italia nella seconda metà degli anni ’60 dello scorso secolo e lanciata da Adriano Celentano, la signora Boloban acquisirà una certa fama nel nostro Paese, che le consentirà di partecipare al Festivalbar e al Cantagiro. Una popolarità non dovuta certo a Tu vinci sempre, cover alquanto debole di Touch Me, sin troppo edulcorata rispetto un testo lontano da quello originariamente vergato dal Re Lucertola.
NEGRITA – PEACE FROG
I Negrita degli esordi erano una band legata alle radici del rock, a un suono diretto e immediato, poco levigato e parecchio abrasivo. Il loro album di esordio eponimo, uscito nel 1994, contiene una versione rivisitata di Peace Frog, cantata in italiano e abbastanza fedele al testo di Jim Morrison, ispirato ai disordini della Convention democratica di Chicago del 28 agosto 1968. I democratici, capeggiati dal Presidente in carica Lyndon Johnson nonché pesantemente coinvolti nella catastrofica gestione della guerra in Vietnam, furono contestati dagli hippie. Seguirono repressioni poliziesche e un processo passato alla storia.
NOT MOVING – BREAK ON THROUGH
Che la loro importanza sia stata riconosciuta di recente dal Premio Ciampi non ci sorprende affatto, come non deve sorprenderci che i Not Moving si siano lasciati trascinare da un gruppo seminale come i Doors. È il 1987 e la band piacentina pubblica l’Ep Jesus Loves His Children, chiuso con la cover di Break on Through, omaggio sporco e cattivo al quartetto losangelino.
PETRINA – LIGHT MY FIRE
Se i Not Moving omaggiano i Doors affidandosi a un suono sporco e cattivo, Debora Petrina risponde con una versione di Light My Fire ridotta all’essenziale: solo piano e voce. Un’interpretazione del must dei Doors molto personale e di grande impatto. Accompagnato da un pizzico di follia che non guasta.
THE STUPID SET – HELLO, I LOVE YOU
Gli Stupid Set furono protagonisti dell’ondata new wave che attraversò l’Italia, e in particolare la città di Bologna, a inizio anni ’80. Bologna rules con questa versione stralunata, molto vicina allo stile dei Residents, di Hello, I Love You, uno dei brani più popolari dei Doors. Rimanendo nel capoluogo emiliano, da segnalare la Riders on the Storm dei Central Unit.
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L'articolo Jim Morrison all'italiana: 10 canzoni per gli 80 anni del Re Lucertola di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2023-12-08 14:37:00
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