L'Ariston è il posto più sbagliato dove fare il festival di Sanremo

Un po' come la storia del volo del calabrone, il teatro di Sanremo, grande quanto un cinemino di provincia, non è affatto la struttura adatta ad accogliere il più seguito evento mediatico in Italia, eppure lo fa lo stesso. La sua storia e le sue prospettive

L'esterno dell'Ariston
L'esterno dell'Ariston

Ogni anno, nell'infausto periodo dell'anno sanremese, vediamo di nuovo luci e colori fuoriuscire dai nostri televisori impolverati per ben cinque, lunghissime sere di seguito. Il segnale digitale terrestre riprende a riempire gli schermi, solitamente connessi a piattaforme o altre tv, mentre abbiamo relegato la generalista a contenuto raggiungibile da qualunque altro device. Ma, seriamente: io guardo la tv perché sono mezzo matto, ma da quanto non mettevate un segnale sulla tv che non fosse una app o HDMI? Ecco.

Se negli anni di Amadeus sono tornate le canzoni in classifica – e quest'anno non sarà da meno – e le certificazioni per i brani in gara che riempiono anche le playlist radiofoniche, c'è solo una fruizione che è penalizzata ancora di più di quella televisiva, lunga, eterna, stancante anche se comodi sul divano. Ad ogni stacco di regia sulla platea è lampante che per quello che sta avvenendo al festival di Sanremo, per l'importanza che ha il festival sulla nostra cultura e sulla nostra musica, il teatro Ariston sia ormai completamente inadeguato.

 
 
 
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L'Ariston, per quanto ormai ci siamo abituati ed è nella storia di questo paese, non può più sostenere uno show come il festival di Sanremo. Già nel 1990, quando per un anno, a causa di lavori strutturali, il festival dovette lasciare il teatrino per un palazzetto costruito per l'occasione (il PalaFiori, nella zona del Mercato della città), non sembrava vero: 3000 posti, un palco immenso per ospitare l'orchestra che finalmente tornava dopo anni di half playback e playback. Certo, c'erano problemi con l'aria condizionata e con i pipistrelli ("Il nostro direttore artistico ha invitato anche Batman!", disse a un certo punto la conduttrice Gabriella Carlucci), ma era una struttura imponente, capace di rendere l'idea dell'evento.

Il Maestro assoluto della scenografia sanremese, Gaetano Castelli, da qualche anno affiancato dalla figlia Chiara, sa come far apparire grande, enorme, quello che è un cinema di provincia. Mangiandosi 10/15 file di platea ogni anno, allargandosi verso il soffitto e verso le pareti, usando giochi di luci e di specchi e led per creare profondità. Ma non basta, innanzitutto perché la platea imbolsita del nostro festival spegne tutto, perché la galleria non vede nulla e almeno lo scorso anno sembrava un bar di Star Wars pieno di personaggi stra-paganti per apparire.

 
 
 
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Più volte è stato denunciato che l'Ariston sia quasi per nulla accessibile, pieno zeppo di barriere architettoniche, con i camerini minuscoli, le red e green room in posizioni estreme del teatro e spazi presi in prestito da edifici annessi. Senza contare che per lasciare all'Ariston il tempo per la preparazione e la scenografia, altri eventi collaterali come Sanremo Giovani si tengono nel teatro del casino, oggettivamente iniquo per la ripresa televisiva. Mi direte: Ma ci hanno fatto i primi festival di Sanremo. E io vi risponderò: Sì, ma sono passati più di 70 anni.

Ci pensate a Sanremo fatto in un palazzetto? Avete mai visto una finale di X Factor? Con i cast degli ultimi anni, con Mengoni, Giorgia, Ultimo oppure Elisa, Mahmood, Blanco, Morandi e le star che si aggiungeranno nei prossimi anni, con ospiti come i Depeche Mode, ma anche soltanto con una possibilità più ampia di assistere al nostro evento mediatico più importante, quanto ci vorrebbe a riempire un palazzetto di 1000, 3000, 5000 posti? Senza contare le possibilità televisive, di staging che si aprirebbero, l'appeal completamente diverso per gli artisti, che vedrebbero ancor di più Sanremo come uno Eurovision Qualifier.

 
 
 
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Proprio l'EBU, ovvero l'Eurovisione, quando si è trovata a organizzare l'Eurovision 1991 in Italia dopo la vittoria di Toto Cutugno rifiutò categoricamente l'Ariston come location, perché piccolo, scomodo, improponibile per un evento che seppur meno baraccone di adesso, già a inizio nineties aveva le sue esigenze, costringendo all'ultimo Rai a spostarsi in un teatro di posa di Cinecittà con una scenografia quasi di fortuna. Da quel momento in poi lo Eurovision ha regole molto precise sulla scelta di luoghi, spazi e location.

Nulla toglie che per il nostro Festival si resti all'Ariston, vero, ma con questo entusiasmo, si potrebbe anche pensare agli standing, al pubblico in piedi, gli screamers sul palco, insomma: qualcosa. Qualcosa va fatto. Nelle conferenze stampa puntuali spuntano le domande sul Palafestival, ed è chiaro che la Rai voglia scappare da quel teatrino, che amiamo ma che non è più il luogo giusto. Lo storico del festival Eddy Anselmi nel 2023 fantasticava su Instagram un "futuro, iconico, Palafestival, recuperando terreno al mare alla fine di Corso Monbello e che chiamerei Ariston Arena". Vuoi forse levare il nome Ariston a Sanremo? Certo che no. Tutto giusto.

 
 
 
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Oltre all'avvicinarsi della scadenza della convenzione Rai/Sanremo (che sarebbe folle non rinnovare, visto l'oggettivo successo di pubblico di quest'anno), nel 2022 pare anche sia stato riaperto un dialogo con la star dell'architettura Stefano Boeri, per un palazzetto da collocare in Piazza Colombo o all'Ex Stazione. Ma ci vorrà molto tempo. Spostare il festival da Sanremo? Mai, sarebbe un sacrilegio. Ma almeno se dobbiamo spendere una settimana in preda della locura e fare del festival la casa della musica italiana, che questa casa sia accogliente: per la tv, per gli artisti, per l'orchestra, per i fan.

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L'articolo L'Ariston è il posto più sbagliato dove fare il festival di Sanremo di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2024-01-31 15:00:00

Tag: Sanremo

COMMENTI (2)

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  • marcomm 9 mesi fa Rispondi

    @Frestinaka Sarebbe folle anche per l'economia della città. Ma una volta assodato che il festival esiste da 70+ anni ed è il centro nevralgico della cultura pop italiano, una struttura apposta ci vuole! Si, anche a me portarlo via da Sanremo fa venire i brividiii brividi brividiii

  • Frestinaka 9 mesi fa Rispondi

    Ok spostare il festival in un luogo adeguato,ma come anche scritto, non spostatelo in un altra città. Gli anni passati ho sentito la proposta di spostarlo a Milano, mi sono venuti i brividi.