La Notte dei CBCR 2024: tutti i migliori giovani artisti italiani live a Milano il 13 gennaio

Dopo la spettacolare prima edizione dodici mesi fa, torna l’evento che porta sul palco tutta la bella musica italiana di domani. 14 concerti in uno e non è finita qui: ci sono tante sorprese ancora da annunciare. Appuntamento il 13/1 all’Arci Bellezza, corri a prendere i biglietti

Neanche il tempo di annunciare i nomi dei nostri CBCR del 2024, ossia gli artisti che pensiamo saranno i prossimi protagonisti della musica italiana, che è già tempo di fare il conto alla rovescia: manca un mese al 13 gennaio, data in cui all'Arci Bellezza di Milano torna – con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” – La notte dei CBCR, l'evento che vi darà un assaggio in anteprima della musica che segnerà il nostro domani. I biglietti sono già disponibili su Dice, affrettatevi a prenderli perché rischiano di volare via veloci!

Questa è la seconda edizione de La notte dei CBCR, dopo l'esperimento riuscitissimo dello scorso febbraio. Fu una serata incredibile, di cui potete recuperare un po' dell'atmosfera qua e qua e farvi un'idea di quello che succederà il 13 gennaio: 14 artisti sui due palchi dell'Arci Bellezza, in una sorta di ping pong sonoro che parte nel pomeriggio e va avanti fino a notte fonda. Qua sotto trovate i nomi di chi suonerà e perché non puoi proprio mancare. Ma ricordate: ci sono ancora tante sorprese che non vediamo l'ora di svelarvi!

Centomilacarie

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Chi c’era, ricorda. Chi non c’era – mannaggia a lui –, può guardare qua sopra e tuffarsi nella sua esibizione di Il sorriso di mia madre. Lui, il suono delle tastiere, il vento tra gli alberi della Collinetta e la gente come sequestrata dalla sua voce piena di graffi. Era il suo esordio live assoluto e pochi già conoscevano la sua musica, eppure a MI AMI 2022 Centomilacarie dimostrava di essere fatto di una pasta differente. Oggi non abbiamo più alcun dubbio che i prossimi 12 mesi saranno quelli della consacrazione definitiva di Simone, che è nato nel 2004 e i vent’anni non li ha ancora compiuti. Troppo talento, troppa urgenza nella sua scrittura e nel suo modo di cantare, perché tutto questo possa passare inosservato. La musica, d’altra parte, è la sua compagna da quando ha 5 anni quando, cosa abbastanza insolita per l’età, ha iniziato suonando il violino, per poi passare alla chitarra e al piano. E a XXXTENTACION, la sua prima vera crush assieme a Michael Jackson. Maciste Dischi lo nota, e noi con loro. Ha fuori quattro singoli, ne arriveranno altri. E, fidatevi, lo noterete anche voi.

Thoé

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Quando pensiamo alla musica r&b italiana ci vengono subito in mente gli anni '90. Ma l’emiliano Thoé, classe 2001, un passato nei cori gospel della sua Reggio, vuole distaccarsi nel modo più netto da quel mondo lì, o per lo meno ambisce a molto di più: vuole cercare di portare un nuovo r&b con vista internazionale e sapore nostalgico in questo Paese. Tra i suoi riferimenti Etta James, Charles Brown e Aretha Franklin. E allora perché non vedere questo ragazzo, che ha fatto uscire i suoi primi brani per Island Records/Universal Music Italia, come il pioniere di una nuova generazione di soul musica contaminata, qualcosa che dalle nostre parti non si è mai visto. Difficile da comprendere, abbastanza semplice però da stuzzicare l’anima, grazie a produzioni ipnotiche e quel richiamo gospel che lo rende a tratti irresistibile. C’è più gusto a essere curiosi, tenete le orecchie aperte.

Lamante

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“Ho perso la verginità in un palazzo popolare, all’ultimo piano, sgretolato come il cuore”. Con questo spiazzante verso, cantilenato come se fosse una sorta di inquietante filastrocca, Giorgia Pietribiasi si presentava al mondo. L’ultimo piano è il primo di una manciata di singoli pubblicati nel corso del 2023, tessere spezzate di quel mosaico complicatissimo che è la sua vita, sempre che d'una sola vita si possa parlare. Canzoni dove amore e dolore si trovano a scambiarsi di posto, a confondersi l’uno nell’altro, al punto che lo stesso nome d’arte di Giorgia, 24 anni, racchiude questa ambiguità: Lamante. La sua musica, coprodotta con Taketo Gohara, non è da meno: il suo cantautorato – già portato sul palco dell'Arena di Verona – è un vortice che trova il proprio impeto nel contrasto tra dolce e selvaggio, tra tribale e urbano, tra disperato e sognante. E basterà poco perché ci finiate dentro.

EMMA

 
 
 
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Nuova Europa potrebbe sembrare il nome di un neonato movimento politico revanscista, e invece è uno dei collettivi più potenti e allo stesso tempo sfuggenti del sottobosco musicale milanese. Ne fanno parte Luchino Luce, xx.buio, Juck e altri di cui abbiamo avuto di parlarvi in passato, ma in particolare uno di loro ci ha colpito parecchio. Si chiama Alessandro Muscogiuri, ma si fa chiamare Emma – anzi, EMMA, da non confondersi con la collega che fa Marrone di cognome –, che è l’alter ego in cui condensare i movimenti contorti delle sue emozioni più nere e farle esplodere in una cometa sonora. Lo si sente bene in Era e Era la fine, i dischi con cui ha aperto e chiuso il 2023: canzoni maltrattate, abusate e corrotte da un’elettronica spiritata tra dubstep, hyperpop e drum ‘n’ bass, per lasciare che il male e il dolore rimangano lì, nella musica, mentre noi cerchiamo nell’altro un senso di umanità perduto.

Lauryyn

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La scena jazz pugliese è uno spazio niente male dove muovere i primi passi, qualsiasi sia la direzione che si vuole poi prendere. È da qua che è sbucata fuori la leccese classe 2000 Aurora De Gregorio, in arte Lauryyn (omaggio a Lauryn Hill?). È da qua che speriamo di vederla prendere una strada che porti sempre più lontano. Intanto abbiamo un ep di 6 tracce, Intro, che dà già una bella dimostrazione del talento che ci troviamo di fronte: raffinato neosoul venato di elettronica che prende per mano la malinconia, così da esorcizzarla con la potenza inaspettata della voce di Lauryyn. Chiamiamolo pop, se vogliamo farla facile, ma con addosso un’eleganza sorprendente. Se questa è appena l’introduzione, allora non resta che aspettare e godersi ciò che arriverà.

Clode

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Appena 20 anni ma le idee molto chiare, così come i suoi ascolti. Clode ha un suono molto ricercato e ambizioso, tra synth, immaginario deep e quella voglia di unire le sperimentazioni di Flume, l’elettronica di Cosmo, la solennità di James Blake e l’apparente freddo e distacco dei testi. C’è qualcosa di molto complicato nella ricerca della sintesi di tutte queste sfumature, eppure a lei riesce tutto così naturale. E una cosa è certa: il suo è uno sguardo profondo (e sofferto) verso il mondo, capace di mettere in discussione tutte le nostre certezze. Antipatica (Virgin Music Italy) è il suo brano d’esordio che grazie a una melodia cantata a bocca stretta, ti tiene incollato sulla sedia. Afferrate i braccioli e mettete tutto in discussione con lei in questa danza sincopata. 

Faccianuvola

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Il punto di partenza è la Valtellina, posto da cui negli ultimi anni ha iniziato a farsi sempre più rumoroso un interessante brusio che si nascondeva nel sottosuolo. Sopra le teste dei conterranei Ricche le mura e Merli Armisa svolazza Alessandro, che da qualche tempo ha preso il nome di Faccianuvola. Il ragazzo sembra pronto allo stesso decollo del missile di Pop X, con cui condivide la passione per l’autotune e per lasciar galoppare i bpm quando la situazione lo richiede. Il suo però è un animo da ultimo dei romantici, e questo rende il suo volo più simile a quello di un aquilone, più che allo scoppio un razzo della Nasa. Eppure, tanto potrebbe bastargli per raggiungere le stelle.

Funky Lemonade

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Non è il solito racconto della band di provincia che, dopo centinaia di concerti, riesce ad arrivare al grande pubblico, o almeno non solo. Funky Lemonade ora è una vera e propria carovana di persone che riempie centri sociali e club del Nord a colpi di groove e musica funk. Suoni che hanno portato in giro il loro album Per Ridere – uscito a marzo – in varie città ottenendo una grande risposta da pubblico e critica. Noi abbiamo seguito il loro percorso negli ultimi anni perché hanno vinto la prima edizione di Palchi Belli, contest che organizziamo assieme a Ostello Bello e Tuborg, e soprattutto vengono dalla nostra community di RockitPRO. Siamo rimasti colpiti dal modo in cui coinvolgono le persone sopra e sotto al palco, grazie a una vera e propria etica diy. Rappresentano chilometri in furgone, divertimento, sudore, sale prove e tutto quello che necessitano è salire sul palco, voi potete scommetterci, vi divertirete.

Soap

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Il nome d’arte sa di coccole e pulito, e in effetti di freschezza ce n’è quanta ne si vuole. Il nome di battesimo potrebbe far pensare a una diva del cinema di un tempo, e un certo gusto retrò ti avvolge quasi subito ascoltando la sua voce. Ma Sophie Ottone aka soap con la sua musica si spinge molto più in là. Nata a Roma nel 2005 e cresciuta a Latina, non pare particolarmente preoccupata dei paragoni che inevitabilmente la accompagnano per questioni geografiche e generazionali. Ha iniziato a suonare la chitarra che era ancora una bambina, mentre consumava bloc notes per appuntare i testi delle sue prime canzoni. Poco più di un anno fa ha iniziato a pubblicarli e non ci è voluto molto tempo perché qualcuno si accorgesse di lei. Soprattutto grazie a via del corso e poi da macchina argento, due singoli intrisi di malinconia e voglia di esprimersi, densi di etica ed estetica gen Z. Canta (in italiano e in francese) di amori adolescenziali, speranze, inquietudini, delusioni e voglia di rinascere ogni giorno. Un’etichetta che di teen star ne capisce parecchio, Sugar, l’ha messa sotto contratto. Ora tocca a voi perdervi nei suoi 18 anni.

18k

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“Il mondo è un pezzo di terra, pezzo di merda”. È qualche giorno che riflettiamo sulla citazione che chiude Pezzo di terra, l’ultimo pezzo di 18k, pubblicato proprio pochi giorni prima che ponessimo l’alloro dei CBCR sui suoi capelli punk77ini. Non è affatto immediato riuscire a entrare nella testa di questo ragazzo classe 1997, che è nato a Faenza ma vive a Brisighella. Così a occhio non dev’essere un posto dove si campa male, affatto, eppure per Filippo “la luce è artificiale, quindi sto nelle mie tenebre”. La sua musica è dritta e incazzata, malinconica e allucinata come spesso è la provincia italiana, che lui affronta da un punto di vista nuovo rispetto a tanti illustri colleghi. La sua prospettiva è un mix di rap – la sua prima passione – e trap di seconda generazione, metal, skate punk e gore (a cominciare da un’estetica molto curata), fino a screamo e grindcore. Pezzo dopo pezzo – prima dell’ultima release era stata la volta di XXL, sempre per Emi Records Italy/Universal Music Italia e prodotta da 85Prod, mentre risalgono a inizio anno le 22 tracce del suo disco d’esordio Grotto inferno – 18k sta uscendo dalla caverna. Noi siamo lì ad attenderlo.

Coca Puma

 
 
 
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Quando Costanza sale sul palco ha sempre un cappello da pescatore ben calato sugli occhi, non sappiamo se sia per timidezza o perché l’unica cosa che vuole guardare siano il bianco e nero della sua tastiera. C’è però uno scintillio strano che riusciamo a intuire nelle sue pupille, qualcosa che pulsa lentamente invece di correre via. È la romana Coca Puma, che dopo un’esperienza all’interno della band neo soul dei Quiver ha deciso di provare a dedicarsi al suo progetto solista. E ci sta riuscendo mica male, come dimostra chi l'ha vista in apertura all'ultimo DR. MARTENS FEST presented by MI AMI: una volta messa la testa dentro la morbidezza del suo pop che mescola soul e r&b, dove non riesce a non fare capolino la sua formazione jazzistica, lasciarsi catturare è inevitabile. Di lei – che fa parte del roster della padovana Dischi Sotterranei – non c’è ancora niente da ascoltare, ma abbiate fede: arriverà presto e ve ne accorgerete subito. Anche se avete lo sguardo coperto.

I Finnegans

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“Produciamo musica arrabbiata per gente infastidita”. Ce ne deve essere parecchia in quella Brianza da dove fanno rumore per “esorcizzare l’apatia”. Sono in giro già da alcuni anni, ma sono ancora giovanissimi. E carichissimi, come può testimoniare chiunque abbia assistito a un loro live. Nascono come power duo, ma hanno ormai la dimensione del collettivo e sul palco paiono un piccolo esercito con le loro chitarre effettate, le drum machine, i riverberi, il basso a martello e i sintetizzatori “pieni di densa nebbia”. Tutti assieme danno vita a “un’atmosfera post punk fatiscente”, veloce e istintiva, angosciante come le città di notte, desolata e creativa come ogni periferia. Entusiasti macinatori di chilometri in furgone, integerrimi scambisti di date e animatori dell’underground, sono stati adottati dalla fiorente scena hardcore lombarda. Sfornano nuova musica con grande zelo e senza badare alle pose, come dimostrano i tre album – I Finnegans, Brianzacore e Non sono come tu mi vuoi – che arricchiscono una discografia che già flirta con il local culto. Ma noi non siamo gelosi e non vediamo l’ora che la loro energia sia patrimonio di tutto questo Paese a forma di stivale.

Santamarea

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Quando le persone si avvicinano alla musica, la loro forza e particolarità, dovrebbe essere quella di lasciarti immaginare qualcosa, magari un luogo. Nei Santamarea c’è tutto questo, grazie a questo vortice teatrale ma soprattutto cantautorale, non puoi che sentire il brusio della vucciria di Palermo contaminato dall’energia degli strumenti elettrici. Un sapore di mare nelle spiagge più nascoste dell’isola ma con uno sguardo alla metropoli, come qualcosa in grado di rapirti e travolgerti (lo hanno fatto all'ultima edizione di Musicultura, dove hanno vinto); non sappiamo se saranno i futuri pirati della musica, ma questo è un progetto indirizzato nell’emisfero alternative pop, tra un profano senso del sacro e un gioviale divertimento.

Paolo Alneon

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Paolo Alneon, 24enne romano con una breve parentesi nel rap, ora cantore di un futuro sfocato e inafferrabile. La sua musica è fatta di bagliori elettronici intermittenti e ipersaturati, dei fasci di luce che illuminano la vera realtà delle cose che ci circondano appena per qualche secondo, prima di lasciarle scomparire di nuovo nel buio. È in questo senso di disorientamento costante, dove più ci avviciniamo a una risposta e più andiamo a sbattere contro gli ostacoli sul nostro percorso, che il fascino del suono di Paolo colpisce. Le sue canzoni fosforescenti, come suggerisce il moniker, si reggono sulle trame larghe di un (anti)pop disilluso, consapevole di quanto è fragile la condizione umana, ma non per questo immune alla sua bellezza.

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L'articolo La Notte dei CBCR 2024: tutti i migliori giovani artisti italiani live a Milano il 13 gennaio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-12-22 15:00:00

COMMENTI (1)

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  • MarioMiano 12 mesi fa Rispondi

    Una delle rubriche più interessanti dell'anno e ne approfitto per chiedervi di Daniele (Ragghianti). A marzo avete pubblicato un intervista e le tre canzoni che ha pubblicato sono delle bombe per essere un esordiente. Non ha più dato notizie ma ci stava qui dentro, poche volte ho visto uno start così convincente.