Li avevamo lasciati l'ultima volta – che poi, era anche la prima – in una minuscola cicchetteria di Venezia un paio di mesi fa. Ora sono venuti a trovarci nel salotto di Tuci per portare Joan Mirò, uno dei brani del loro secondo ep, Nord Sud Ovest SERT. Stiamo parlando di Elia Fabbro e Dunia Maccagni, i Laguna Bollente, il duo che ha fatto del degrado la propria cifra stilistica: storie quotidiane di alcol e droga osservate con un misto di ironia e rabbia, col riflettore puntato su tutto ciò che, come società, non riusciamo a guardare in faccia.
Dunia, chitarra in mano e sguardo perso nel vuoto, si lascia andare agli allucinati versi della canzone, a metà tra il surreale e il disagiato: "Non me ne frega più niente né della figa, né della ketamina, vorrei stare con te, scambiarci la saliva". Elia, di profilo, non alza mai la testa, ma traina il brano con il suo martellante basso.
I Laguna Bollente raccontano Joan Mirò così: "È il manifesto retorico dell'estetica dello squallore. La distorsione pittorica dell'artista a cui si fa riferimento trova spazio in una serata qualunque, nella quotidianità di chi sente il bisogno dell'imperfezione, di chi è stanco di dover per forza indossare la versione migliore di sé. Il pezzo nasce in casa, con due classiche che girano in loop e un testo spontaneo che a volte ci fa vergognare. Abbiamo deciso di portare questo pezzo in Tuci perché ci ricorda quando ancora si poteva passeggiare per strada senza valido motivo, condividere lo stesso bicchiere, arrotolarsi giù dai ponti di Venezia".
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L'articolo Live Session in Tuci: Laguna Bollente, da Venezia con disagio di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-03-10 14:00:00
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