L'anno delle reunion: perché tutte le band storiche stanno tornando assieme

I CCCP si sono risvegliati dopo quasi 35 anni, Club Dogo e Co'sang stanno mettendo assieme numeri spaventosi, i Sxrrxwland sono un piccolo ma solido culto. Oggi tornare assieme conviene a tutti: c'entrano la nostalgia, il buon momento della musica italiana e gli affari d'oro dei grandi live

Pala d'altare del maestro Comand da Udine
Pala d'altare del maestro Comand da Udine

I motivi che possono essere alla base della fine di un rapporto sono tanti. La scomparsa dell'amore o della sopportazione reciproca, incomprensioni o comprensioni troppo profonde, noia, logoramento, usura, tradimento della fiducia o altri vincoli, interessi divergenti, paura. Queste più altre varie sfumature di scazzo. Altrettanti sono i motivi per tornare assieme. Ne stanno dando ampia prova le band italiane (ma non solo: vedi Sex Pistols - Johnny Rotten, solo per citare l'ultimissima in ordine di tempo), che mai come negli ultimi tempi sentono come non più rimandabile l'esigenza di riabbracciare i vecchi sodali. 

Ogni reunion fa storia a sé. Ci sono quelle che gasano parecchio, quelle che anche sticazzi, quelle che un po' di tristezza la mettono (ma ricordate: dai diamanti non nasce niente, dalle cringiate nascono i fior. E Sanremo è lì a dimostrarlo). Ci sono quelle fatte soprattutto per interessi, quelle basate su rapporti umani ricuciti, quelle (e forse dovrebbe essere la norma) su criteri artistici. Molto più spesso, i tre aspetti si mischiano.

Non c'è un giusto o uno sbagliato, non siamo tra quelli che parlano di "grattate" o gridano alla disperazione di questo o quell'artista costretto alla riappacificazione con vecchi sodali. Al contrario, quando abbiamo visto i vari segnali di fumo che presagivano al risveglio della "cellula dormiente" CCCP ci siamo emozionati come delle ragazzine sotto l'hotel di Ronan Keating negli anni '90. Un po' di cose, però, prima di passare in rassegna i casi principali degli ultimi anni, vorremmo provare a metterle sul piatto. Un po' di contesto, e che sarà mai.

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In linea di massima tornare assieme per band che hanno scritto pezzi o pezzettini di storia – ciascuna a modo proprio, al proprio tempo e nel proprio genere – appare oggi come un buon affare. Lecitamente, è qualcosa che parecchi paiono voler valutare. Intendiamoci, lo è sempre stato, non fosse altro che crearsi una solida carriera solista dopo un'esperienza in band è qualcosa che riesce a pochi, per non dire a pochissimi. Il "passo indietro" comporta il ritorno in una comfort zone a cui molti non possono rinunciare.

Ma a rendere il momento particolarmente propizio per "ricordarsi di un'epoca che fu" sono altri fattori. La nostalgia, oggi più che mai, è il motore più performante del successo discografico. Lo vediamo con la rivalutazione di progetti un tempo snobbati o comunque mai in grado di sfondare, e che oggi fanno numeri impensabili persino al loro "prime", piuttosto che con i continui tour per gli anniversari più improbabili di dischi del passato. Inoltre oggi gli italiani ascoltano la musica italiana. Non era così per gli artisti che si sono "scissi" in ere musicali precedenti, e che questa buona onda non l'hanno potuta surfare. 

E poi c'è la ciclicità dei generi – si pensi al pop punk oppure al rap, passato dai centri sociali a essere la grammatica di un'intera generazione senza distinzioni geografiche o di censo –: se quello che fai a un certo punto diventa cool e tu magari ne sei un "pioniere", come resistere alla tentazione di prendersi il proprio spazio? Unito a questi aspetti, c'è il momento della musica live, con cui oggi si possono avere ritorni (economici, ma anche di gloria, risposta del pubblico) del tutto inediti. Insomma, come diceva Lino Banfi, "mi state prendendo per un coglione"?

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La reunion più clamorosa è indubbiamente quella dei CCCP, per infiniti motivi. Ognuno ha detto la propria sul motivo di questo nuovo incontro negli ultimi mesi, che risulta ancora più incredibile per la storia personale degli artisti coinvolti e perché di anni dallo scioglimento ne sono passati quasi 35. Una cosa è certa – qualche che sia la vostra posizione sul tour che costa troppo o sulla deriva "giorgiana" (l'ho letto in un commento) di Ferretti –: questo ritorno ci ha regalato una mostra bellissima e una serie di concerti che sono un tornado di emozioni (c'entra la nostalgia, ma anche l'intensità della performance: insomma, non era scontato fosse una simile meraviglia). A noi non sembra per nulla poco, a noi sembra tutto. 

Un po' oscurata dall'aura abbagliante del gruppo reggiano, anche i La Crus sono tornati assieme. Lo avevano fatto a più riprese, a dire il vero, negli ultimi anni. Ma un disco loro mancava dal 2005, ed ecco che il recente Proteggimi da ciò che voglio è perciò qualcosa che merita di essere segnalato. 

Veniamo al rap. Anche qui ci sono reunion che hanno fatto scalpore. Se qualche anno fa era toccato, con discreto contorno di hype, a due pesi massimi della golden age come Sottotono e Articolo 31 (non indimenticabile questo ritorno, ma il titolo dell'ultimo disco Protomaranza per me è Total), quest'anno è stata la volta di Club Dogo e più di recente dei Co'sang

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I primi, che hanno letteralmente fatto impazzire una città, hanno fatto dieci Forum sold out e si apprestano al loro primo San Siro, mettendo assieme cifre inimmaginabili 10 anni fa, quando posero fine alla prima parte della loro storia. E sì che già allora erano considerati dei numeri uno. Anche di questa reunion non possiamo che dire benissimo, perché il loro live è potentissimo (soprattutto se paragonato a quelli di molti giovani colleghi, scusate la boomerata) e il disco uscito a inizio anno è molto ispirato, esattamente il genere di disco che dovevano fare.

Che il sodalizio tra Luché e 'Nto si ricomponesse era scritto nella storia. Lo farà con due date evento a Napoli, chissà se ci sarà anche nuova musica. Per loro, ancora più che per i Dogo, è il momento propizio per passare da fenomeno di culto locale e tutto sommato undeground a fenomeno di massa, considerando che c'è un loro collega (nato nel mito del duo, come tutti gli artisti del territorio) che ha portato la canzone in dialetto in vetta alle chart. E poi al rinascimento napolista degli ultimi tempi era come se mancasse un tassello, e la loro pace dopo anni di relazioni tormentatissime è proprio quell'elemento che in molti si aspettavano

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Ci sono culti più piccolini e recenti che riaffiorano per la gioia delle nicchie più o meno cospicue che ne avevano seguito le liturgie. Parliamo dei Sxrrxwland, tornati assieme all'ultimo MI AMI e che nelle scorse ore hanno pubblicato un nuovo disco. "Non c’è un modo facile di dirlo, allora lo diciamo e basta: Sorrowland si ferma qui. Per sempre, o per il momento, chi lo sa" avevano scritto su IG cinque anni fa per dire che sarebbero scesi "dalle montagne russe" che la loro musica erano sempre stati per loro. Era il momento di tornarci su, e va bene così. Potremmo aggiungere all'elenco gli Psicologi, tornati con un nuovo pezzo dopo le rispettive parentesi soliste, ma parlare di reunion dopo due anni è troppo pure per questi tempi turbo-accelerazionisti.

Abbiamo parlato di pop punk, che sta vivendo un'autentica seconda giovinezza in Italia e non solo qui. Le bambole di pezza, la principale formazione del genere al femminile, è tornata con un nuovo nucleo, molto più giovane, attorno alla fondatrice. I colleghi maschi Dari e Lost si erano al più presi delle pause, come normale che sia, e ora sono tornati sul palco (con più gente sotto). Ci sono poi gli anni '90 che non finiscono mai. Ne siamo ossessionati, come da ogni fase in cui finisce un'epoca e ne comincia un'altra, con grandi novità e cose che spariscono, e presto diventano inevitabilmente rimpianti. Ecco allora che Paola e Chiara > Simon e Garfunkel.

E poi i Pooh che sono vent'anni che fingono di sciogliersi per potersi riunire o i Ricchi e Poveri, che sono sempre di meno ma non mollano mai e sono pronti a sfruttare a proprio favore ogni trend discografico, anche il meno edificante. Infine Benji e Fede, dopo cinque anni cheek to cheek. Anche loro hanno prima di tutto annunciato una data live, che sarà (come sempre) all'Unipol Forum di Milano a novembre. Oggi usa così, correte a mettere un fuoco su Instagram. 

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L'articolo L'anno delle reunion: perché tutte le band storiche stanno tornando assieme di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-06-05 12:07:00

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