!housebroken - L'Altro Ieri: Distacco (Pioggiadanza Produzioni, 2022)
DOVE: Nel midwest di Torino
PERCHÈ: Il debutto della band/collettivo torinese unisce i crescendo del post rock, l’emotività del Midwest emo e una guizzante imprevedibilità math-rock. Non hanno un frontman fisso e i testi sanno essere spoken word in lingua inglese o disperate confessioni in italiano, in un flusso continuo nell'arco di sei tracce. Sono di Torino, ma anche di Milano, Cremona, e più avanti chissà. Il risultato è uno dei più brillanti dell'anno.
Lleroy – Nodi (Overdrive Records)
DOVE: Bologna isterica
PERCHÈ: “Ho visto i dags, ieri owen, i lleroy di cui sono totalmente innamorata da quando sono diventati rock e poi non ricordo niente”. Questo messaggio di una bassista a voi nota mi ha portato a Nodi, lo scorso aprile. I Lleroy hanno sfornato il disco più bello e “grungy” della loro ormai quasi ventennale carriera: poco meno di quaranta minuti di Jesus Lizard, Melvins e Nirvana declinati in salsa Lleroy mudcore.
Amalia Bloom – Picturesque (Engineer Records)
DOVE: Vicenza in bicicletta
PERCHÈ: Un album intero trainato da un concept di una semplicità così disarmante da sfumare nel geniale. Una ragazza cade dalla bici a un incrocio: i dieci brani sono costruiti su altrettanti punti di vista su un fatto apparentemente di normale delicata quotidianità. Ne esce un debutto scisso tra emo e screamo che a nome Touché Amoré, La Dispute o Birds in Row avrebbe fatto struggere almeno mezza Italia per cotanto stile.
Mondaze - Late Bloom (Church Road, Through Love,Tafuzzy)
DOVE: Faenza spaziale
PERCHÈ: Uscito in CD nel marzo 2022 dopo una carrettata di LP policromatici venduti ai concerti, guarda ai Nothing attraverso i My Bloody Valentine. Il modo di impastare le voci e le tonnellate di riverberi, delay, chorus, overdrive, feedback, finisce per piacere in scioltezza (e lo abbiamo visto dal vivo) ai fan dei DIIV quanto a quelli dei Katatonia e Deftones, tanto a quelli dei Jesu che dei vecchi cari Smashing Pumpkins.
OVO – Ignoto (Artofact)
DOVE: L'isola che non c'è
PERCHÈ: Un'ulteriore passo sulla linea della propria storia. Senza mollare la follia dei primi anni o il peso degli ultimi, si danno con sicurezza all'uso di suoni più in divenire ma non perciò rarefatti o meno opprimenti. Il cantato, comprensibile in parte per la prima volta, espande le emozioni in una calda lenta esplosione. E' come vedere davanti a loro una nuova strada da esplorare coi propri modi bui, orrorifici e terrificanti.
Nziria – XXYBRID (Never Sleep)
DOVE: Napoli psicomagica
PERCHÈ: Nell'anno in cui l'elettronica queer ha visto uscire i due esaltanti capitoli di RYF e Lady Maru (nei Brutal Casual) si deve almeno citare una volta il clamoroso debutto dell'alchemica artista partenopea Tullia Benedicta D'Aquino Canestraro, in arte 'nzira, ossia capriccio ma pure caparbietà o cocciutaggine - in dialetto. Vocalità piena e intensa, che sposa sia la tradizione neomelodica che l'avanguardia hardcore.
Moin – Paste (AD 93)
DOVE: Italo-Londra
PERCHÈ: Il gusto di Joe Andrews e Tom Halstead, noti per i Raime, ha scovato altri percorsi dopo il colpo di fulmine per il drumming della nostra Valentina Magaletti. Una che, come direbbe Carlo Vedrone, suona con Jandek e Philip Selway, e non sa manco se ci suona. Paste è uno di quei dischi che potreste scovare tranquillamente sul catalogo Dischord, Touch & Go o Mute. Noi ve lo abbiamo detto, ora sta a voi sentirlo.
Quiet Confusion – Magella (Go Down)
DOVE: Rio Adige Mud
PERCHÈ: E' chiaro come lo stoner-rock sia diventato un genere che si gioca il tutto per tutto nelle sfumature. Quella di questo power trio dal tiro perfetto è di speziare col boogie dei tres hombres per eccellenza, gli ZZ Top, una prova discografica che, tra groove e spigolosità catchy, potrebbe uscire dalla comfort-zone del Josh Homme sound. Un ottimo quarto capitolo che ci da tutto e subito, e si fa apprezzare proprio per questo.
Clever Square – Secret Alliance (Bronson Recordings)
DOVE: Bolognina College
PERCHE': Il suono si muove morbido e lieve, richiamando quel rock americano che da sempre ha fatto scuola nei campus – quello storico di Pavement e Dinosaur Jr ma anche di Kurt Vile e degli Shins. Un'alleanza segreta fatta propria che si fa apprezzare soprattutto per gli spigoli smussati e i motivi che entrano in circolo con incredibile facilità, anche se a volte i testi parlano di frustrazione, disillusione e disagio.
Crisis Benoit - El Culto De La Muerte (Slaughterhouse)
DOVE: Bologna Pro Wrestling
PERCHÈ: Alla fine ce l'hanno fatta. Sulla lunga distanza, dopo le cassette e il passaparola dal 2016, il debutto dei death/grind/punk (e non solo) vince per tecnica e fantasia. Undici pezzi in salsa lucha libre che creano uno spassoso mash-up di generi in lotta. Ci si diverte, perché sotto la paraculaggine di scuola Darkthrone (o meglio, di scuola Fenriz...) i tre sono deliziosamente e genuinamente marci per davvero. Un ottimo match.
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L'articolo L’anti classifica dei migliori dischi del 2022 di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2022-12-21 10:42:00
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Sud Arkhè - Direzione Sud Vol.1 (Maracash)