Le cose per Bandcamp non si stanno mettendo affatto bene

Da punto di riferimento per la scena indipendente, la piattaforma è passata due volte di mano e licenzierà metà dei lavoratori. Le prospettive sono preoccupanti. Perché quando i bilanci sono l'unica cosa che conta, spesso va a finire male

19/10/2023 - 14:53 Scritto da Vittorio Comand

Sono bastate appena un paio di settimane a Songtradr, azienda che si occupa di gestione di licenze musicali, per licenziare circa la metà dei dipendenti di Bandcamp, uno dei siti di riferimento per fan e artisti di tutto il mondo. O, come è stata raccontata in un comunicato della società acquirente: "Il 50% dei dipendenti di Bandcamp ha accettato le offerte di unirsi a Songtradr", omettendo che l'altra metà non ha proprio ricevuto l'offerta. A fine settembre Songtradr aveva acquistato Bandcamp da Epic Games, che a sua volta aveva comprato la piattaforma nel marzo del 2022. Questa vendita arriva nel pieno di una più ampia operazione di Epic Games, ossia il taglio del 16% della sua forza lavoro (circa 870 dipendenti).

La misura avviata da Songtradr già di per sé non fa stare tranquilli, ma ciò che è davvero preoccupante è che tra i licenziati ci sono anche gli otto membri del direttivo del sindacato di Bandcamp, fondato lo scorso maggio. Erano stati sempre loro, a inizio del mese, che avevano effettuato una serie di richieste a Songtradr con una lettera, tra cui quella, centrale, di offrire un lavoro a tutto lo staff di Bandcamp.

video frame placeholder

"Ci impegneremo a mantenere attivi i servizi di Bandcamp che i fan e gli artisti amano", ha dichiarato Songtrader nei giorni scorsi con un comunicato. I licenziamenti sono stati giustificati con la necessità di sistemare i conti dell'azienda, con le richieste del sindacato che non sono state prese in considerazione. Il futuro di quello che era uno dei punti di riferimento per la musica indipendente mondiale spaventa parecchio in questo momento.

Ma perché Bandcamp è stato un elemento così centrale all'interno della discografia globale? La risposta la si può cogliere anche solo facendo un rapido giro sulla loro homepage. "I fan hanno pagato agli artisti 1,19 miliardi di dollari usando Bandcamp, di cui 193 milioni nell'ultimo anno", si può leggere sul sito. Lo strumento di supporto diretto fan-musicista è uno dei mezzi che funziona meglio nel sostenere direttamente la scena musicale, attraverso l'acquisto di supporti fisici – vinili, cd, cassette, ma anche merch di ogni tipo –, ma anche il download digitale, una forma di consumo che lo streaming aveva quasi in toto annientato, ma che qui diventa uno strumento prezioso per i fan, al punto che sono disposti a pagare per avere un album nella propria collezione virtuale.

Durante la pandemia si è aggiunto l'apprezzatissimo Bandcamp Friday, appuntamento a cadenza mensile in cui per 24 ore l'azienda rinuncia a ogni trattenuta sulle vendite effettuate all'interno del sito. Se poi teniamo in considerazione tutta la parte editoriale del sito, dedicata a raccontare la musica da ogni angolo del mondo che viene caricata ogni giorno, è comprensibile come Bandcamp sia un microcosmo importante per chi è appassionato di musica.

Il fatto che ora uno spazio come Bandcamp, il cui fulcro è il supporto della musica come elemento sociale è al centro, sia nelle mani di Songtradr, che invece si rivolge a brand e aziende, sembra evidenziare un contrasto inconciliabile. È difficile pensare di far convivere insieme chi sostiene la musica in quanto musica e chi la percepisce come un asset aziendale, eppure il processo va in quella direzione. Come sottolinea Philip Sherburne nel suo articolo sul tema pubblicato su Pitchfork: "Per Songtradr la musica è un componente aggiuntivo, un extra, un riflesso pavloviano che aiuti i marchi a vendere più chalupas (piatto tipico messicano simile al taco, ndr). Per Bandcamp la musica è unica, irripetibile, è tutto".

E dall'altra parte, per la musica Bandcamp non è tutto, ma è tantissimo. La prospettiva che questo ridimensionamento sia solo la prima tessera di un domino di cambiamenti è ciò che non fa stare tranquilli artisti, etichette e fan, o comunque chiunque abbia frequentato questo sito con un certo coinvolgimento. Negli ultimi anni, e in particolare dalla pandemia in poi, il settore musicale ha mostrato una serie di fragilità che lo tengono in un equilibrio sempre più precario. Se anche uno strumento prezioso come Bandcamp dovesse venire a mancare, diventerebbero urgenti alternative e sistemi nuovi di supporto, un contesto che offra più alternative a chi fa musica indipendente e a chi vuole sostenerla in maniera diretta. Cosa che, in maniera così ramificata come Bandcamp, non si vede all'orizzonte.

---
L'articolo Le cose per Bandcamp non si stanno mettendo affatto bene di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-10-19 14:53:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia