L'altro giorno parlavo con un giornalista francese molto appassionato di musica italiana (non è uno di quegli aneddoti da mitomani tipici dei giornalisti, nei prossimi giorni questa conversazione diventerà un articolo), che mi raccontava come, in fondo, per i francesi la musica rimanga sempre un po' indietro rispetto alla letteratura e al cinema, considerate le arti superiori. Questo sarebbe testimoniato dall'assenza di un grande evento musicale nazionale di grande prestigio ("a differenza di Sanremo", parole sue), mentre i due grandi momenti che catalizzano l'attenzione di tutto il Paese sono il Festival di Cannes e il Grand Prix de Littérature dell'Acàdemie Francaise.
C'è un altro momento notevole per la vita culturale francese, il premio César. Si tratta di un riconoscimento assegnato annualmente dal 1976 dall'Académie des arts et techniques du cinéma ai migliori film e alle principali figure professionali del cinema d'oltralpe. Per semplificare, potremmo dire "i nostri David di Donatello". Vengono valutati e premiate le pellicole uscite tra il primo gennaio e il 31 dicembre dell'anno precedente. L'edizione 2024 si tiene a Parigi – al Théâtre du Châtelet, importante teatro cittadino, oltre che in diretta tv –, le candidature sono state annunciate un mese fa e due film spiccano su tutti. Anatomia di una caduta – uno dei casi cinematografici degli ultimi mesi, capace di imporsi come Miglior film straniero e miglior sceneggiatura ai Golden Globes e soprattutto di vincere la Palma d’Oro a Cannes – ha ottenuto 11 nomination. Una di più, 12, per Le Règne Animal, che a sua volta sta avendo un impatto enorme nel Paese.
Il film è diretto da Thomas Cailley, regista francese classe 1980, che ha presentato il suo lungometraggio durante l’apertura dell’ultimo Festival di Cannes, nella selezione Un Certain Regard. Il film parla dell’umanità e del risveglio del suo lato animale. In un mondo in cui le mutazioni stanno trasformando gli esseri umani in animali, un uomo si trova ad affrontare una grande avventura per salvare la moglie. Il resto lo scoprirete da voi, visto che il film in Italia sarà distribuito nei cinema dalla I Wonder Pictures il 20 giugno 2024.
Perché vi stiamo raccontando tutto ciò? Perché al film ha lavorato un artista italiano, che conosciamo molto bene. E che in questi giorni è a Parigi per il Premio César, visto che è nella cinquina degli artisti candidati come miglior colonna sonora. Si tratta del torinese Andrea Laszlo De Simone, che ha creato le musiche del film. Lo ha fatto mixando elementi acustici ed elettronici e sposando quell'idea di mito universale, quasi di primordialità che il film porta con sé.
Andrea ha registrato personalmente la musica e ha creato arrangiamenti per una piccola orchestra di archi, strumenti a fiato e voci. È presente anche un brano inedito del cantautore torinese, intitolato Il Regno Animale, che non è presente nel film ma è direttamente ispirato da esso. Nelle scorse settimane è uscito il disco, pubblicato da 42 Records e Ekleroshock, l'etichetta francese di Laszlo, la casa di artisti come Polo & Pan, Limousine, Tim Paris, Antonin, Kids Return.
La sua musica è speciale. Qua un racconto del bellissimo progetto che avevamo fatto con lui durante la pandemia. Ha pubblicato poca musica negli ultimi anni, ma ogni volta che sono uscite nuove canzoni sue, ci hanno rapito, come dimostra il fatto che Vivo sia stato per noi il brano dell'anno per il 2021 e dodici mesi dopo la stessa cosa è successa con I nostri giorni.
Il suo successo in Francia – "è ormai quasi più grande da noi che da voi", dicono da Parigi – è forse il caso più clamoroso di una cosa molto bella che sta succedendo alla musica indipendente italiana (soprattutto quella di qualità), che al di là del confine sta vivendo una stagione di clamoroso interesse, con live dei nostri artisti pieni in venue prestigiosissime (vedi Calcutta e Mahmood all'Olympia), festival per appassionati di musica italiana e articoli di giornali entusiasti.
L'atto finale del premio Cèsar per De Simone è un altro tassello di questa "conquista". E qua arriva un mea culpa. Il giornalismo di casa nostra – non ce ne stiamo chiamando fuori, ci piacerebbe farlo ma non possiamo –, sempre pronto a declamare trionfi e talvolta a fare da cassa di risonanza, finisce invece per non accorgersi di una cosa così grande e importante. Che invece è assolutamente da sottolineare, e celebrare. Troppo spesso abbiamo una visione limitata delle cose, non ci interessa o forse semplicemente non sappiamo quello che succede letteralmente a due passi da noi. Siamo un po' pigri e tendiamo a fare la cosa più facile, oltre che a occuparci solo delle faccende di casa nostra.
C'è un altro problema: se una cosa non viene ostentata, non esiste. E Laszlo non ostenta nulla, ha un understatement tutto piemontese che può sembrare fin quasi esagerato, e invece è semplicemente un tratto della sua personalità. " Vedere tutto questo è emozionante, molto, ed è senz'altro un'enorme soddisfazione, ma chi mi conosce sa che ho un rapporto un po' "complicato" con i riconoscimenti", ci ha detto. Laszlo posta poco, flexa ancora meno. Ma se uno non comunica i propri successi tramite social o uffici stampa aggressivi, oggi non ha fatto nulla. E però le notizie bisognerebbe andarsele a cercare, i contesti andrebbero indagati e possibilmente capiti anche senza che qualcuno ci imbocchi. Perché la qualità non si urla, anche se ci hanno abituato al contrario.
Basta. Fine dell'inveterata e pure del mea culpa, rimane solo il bravo, anzi "bravò" ad Andrea Laszlo De Simone.
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L'articolo Non ci siamo resi conto che Andrea Laszlo De Simone sta facendo qualcosa di davvero grande di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-02-23 16:26:00
COMMENTI (1)
@dfalcini leggo adesso sul giornale che Andrea ha vinto😊🎉👏🏆
Meilleure musique originale : Andrea Laszlo De Simone, pour Le Règne animal.