"La musica suonata emoziona, perché è quello che abbiamo sempre fatto e visto per centinaia di anni. E, probabilmente, se ci ha sempre appassionati tutti, qualcosa vorrà dire. Allo stesso tempo, negli ultimi decenni è nata la tendenza della 'super produzione'. A me tante persone hanno detto cose tipo: 'Sì, lavori in studio, ma gli strumenti dove sono?' e io ho sempre risposto: 'Nell'hardisk'. Anche se certe volte, io stessa mi sono fatta questa domanda. Credo, però, che il mio live sia esattamente la prova che una cosa non escluda l'altra. Si tratta di diverse performance di qualcosa che ha la sua natura. La mia è prodotta, ma non esclude una reinterpretazione, un'apertura ad altri mondi"
Con queste parole Laila Al Habash ci fa entrare nel vivo di Soul Terrazz, il format video-musicale nato dalla collaborazione tra Zalib e Kokè (due realtà romane impegnate nella promozione culturale e artistica nella capitale). È lei la protagonista di questa edizione speciale del progetto che vi abbiamo raccontato qui, qualche giorno prima del concerto e delle riprese al RomArt Factory di Garbatella, dove si è esibita l'artista romana assieme alla resident band del progetto.
Raccontare per immagini il lato umano e creativo della musica, mostrare cosa succede quando un'artista incontra una band che non è la sua, e catturare, attraverso la camera, l'intero processo creativo dietro la reinterpretazione di un brano e la realizzazione di un live: questo è lo scopo di Soul Terrazz.
Dal backstage allo studio, dallo scambio tra gli artisti e i musicisti fino al concerto, Laila è stata accompagnata da un quintetto d'eccezione: Paolo Zou (chitarra), Benjamin Ventura (tastiera), Adriano Matkovich (Basso), Francesco Fratini (tromba) e Davide Savarese (batteria).
Con loro Laila ha reinterpretato il suo primo disco Mystic Motel e riconsegnato la sua musica (RnB, hip hop, soul, nu jazz, ma anche funky, trap e pop) agli spettatori in una veste del tutto inedita. Che possiamo riascoltare e guardare nel video in questo articolo, online da domani sul canale Youtube di Soul Terrazz (dove trovate anche i video della prima edizione del format): "Un'unione fra riprese del live e documentarismo", come spiega Federico Annibale, presidente dell’associazione culturale Kokè.
Piccoli film che fanno entrare lo spettatore in qualcosa che spesso non conosce, e raccontano non solo lo show del live, ma tutte le tappe che portano a quello spettacolo finale. "Abbiamo fatto una cosa che secondo noi ha un valore", commenta Federico.
La seconda edizione – che arriverà dopo questo ponte costruito assieme a Laila – vuole consolidare l’identità di Soul Terrazz, che finora è stata solo abbozzata. Attendiamo sviluppi, e cosa uscirà fuori dal prossimo incontro umano e creativo fra la band e la prossima/il prossimo artista.
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L'articolo L’hard disk di Laila Al Habash prende vita di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-02-09 15:00:00
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