Chi è che nel 2019 va ancora ad ascoltare i Linea 77?
E’ la domanda che ci siamo posti qualche giorno fa in redazione, prima di andarli a sentire ieri sera all’Alcatraz di Milano per la loro data di debutto di "Server Sirena", e la riposta è molto semplice: tutti.
Appena entrati nel noto locale milanese l’atmosfera che si respira è un melting pot di spettatori perfettamente bilanciato: giovani (anzi giovanissimi), mamme e papà con tanto di bambini, qualcuno con la maglietta dei Ritmo Tribale, cinquantenni abbottonati che preferiscono il nu metal all’analista, e poi capelli lunghi, barbe e bicchieri colmi di birra.
Il gruppo di Venaria Reale è stato l'unico che nel 1993 riuscì a mischiare rap e metal come nessuno era mai riuscito prima e ad oggi abbiamo la conferma che i ragazzi in questo, rimangono i migliori. "Server Sirena", il loro ultimo disco uscito l’11 ottobre di quest’anno, è stata la consacrazione di 25 anni di illustre carriera, arricchito al suo interno dalla partecipazione di molti artisti diversi; un album nato in un backstage dalla semplice sfida di voler unire i top player della scuderia INRI con la crew della MACHETE.
Sul palco dell’Alcatraz ieri sera è stato un continuo flusso di energia potentissima che non è mai scemata, merito anche di tutti gli ospiti che si sono susseguiti sul palco pezzo dopo pezzo.
Su “La Caduta” è arrivato Victor Kwality, Jack The Smoker è salito sulle note di “Senzalternativa" e ancora Axos in “Prision”, Ensi in "Sangue Nero", “Play and Rewind” con Hell Raton, “AK 77” con Dj Slait, “Cielo Piombo” insieme a Samuel e sul gran finale i Subsonica al completo su “666 (Diabolus In Musica)”.
Non sono mancati i momenti di retromania, doverosi con uno storico di 8 album all’attivo: "Il Veleno", "Inno all’odio", "Moka", "Fantasma", "Il mostro" sono solo alcuni dei pezzi che hanno letteralmente fatto impazzire la folla sotto palco, che ad occhio e croce ha pogato per 3/4 del concerto, com è giusto che sia. All’appello manca Salmo, ma poco importa perché la sua strofa in "AK77" l’hanno fatta cantare a tre ragazzi del pubblico, saliti appositamente sul palco per rimpiazzare il rapper sardo.
Se per tutta la prima parte del concerto i Linea 77 non si sono dilungati in chiacchiere, sbranando i brani uno dopo l'altro con la grinta che li caratterizza, arrivati vero la fine l'atmosfera si è totalmente distesa, tramutandosi in un festa tra amici di vecchia data.
Dopo una trivellata di colpi tra batteria, chitarra, stage diving e urli fuori controllo (con Sir Bob Cornelius Rifo aka The Bloody Beetrots) i ringraziamenti non si sono fatti attendere; c’era grande emozione nel vedere tra le prime file ragazzi di appena vent’anni (che i pezzi li conoscevano tutti, a memoria), gratitudine per chi aveva macinato chilometri pur di esserci e sicuramente un senso di appartenenza corale molto marcato: tutte le persone che erano lì ieri sera non si sarebbero persi quel concerto per nulla al mondo. E hanno fatto bene.
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L'articolo Il ritorno trionfale dei Linea 77 di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-11-06 00:00:00
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