10 giorni, 10 annunci da 10. Mentre la natura intorno germoglia, la diciottesima edizione di MI AMI Festival – hai già preso i biglietti? – si sta preparando a sprigionare tutta la sua energia, protetta dall'acqua, dal fuoco e dalla luce delle Tre facce della medaglia, il tema di quest'anno. Così, dal 22 marzo fino alla fine del mese, ogni giorno un nuovo nome verrà aggiunto al già ricco cartellone del festival, in programma dal 24 al 26 maggio (scopri qua tutto quello che c'è da sapere sul festival): noi vi racconteremo l'artista di turno qua, con un piccolo approfondimento su chi è e perché non potete proprio perdervelo.
I Ministri - 25/05/24
“Questa non è musica è rumore, alziamo le corna come cervi in amore”. Cosa vi ricordano questi versi? È una domanda a cui solo i miamer più irriducibili sapranno rispondere, visto che si tratta di uno degli spot realizzati per il MI AMI del 2009(!). Di anni da allora ne sono passati 15, ma non c’è niente da fare: quella musica, quel rumore, hanno ancora la stessa, furibonda forza di sempre. La firma, scolpita nella pietra, è immediatamente riconoscibile: Ministri.
Se Federico Dragogna ci aveva svelato il suo progetto solista nella scorsa edizione, era da un po’ che sul palco del MI AMI mancava coi soci di una vita Michele Esposito e Davide “Divi” Autelitano, per dare forma a quella macchina martellante capace di bucare il cervello e incendiare il pogo insieme. Alzate gli ampli a 11, che è il momento di urlarlo forte ancora una volta: i Ministri tornano al MI AMI, sabato 25 maggio. In alto le corna, in alto i cuori.
Cinque brani fondamentali dei Ministri
I soldi sono finiti (I soldi sono finiti, 2006)
La title-track del disco dei Ministri del 2011 è una scarica di tensione che si lancia sul marciume della nostra anima, una violenta e grezza presa di coscienza sulla realtà che procede al grido di: "Suoniamo per non lavorare mai".
La piazza (La piazza, 2008)
La piazza prende la strada del brano di denuncia, con climax in cui si intuisce fin da subito la violenza che si sprigionerà nel finale che sostiene un testo di lucida sofferenza e che trova il modo di riconciliarsi col mondo negli ultimissimi secondi del brano, nella breve coda di sola chitarra.
Noi fuori (Fuori, 2010)
Nel mezzo della tempesta di chitarra, basso e batteria, la voce di Divi diventa un urlo graffiato sotto cui si ritrova chiunque non sia dalla parte del potere, per gonfiarsi fino a esplodere nella frustrazione di trovarsi davanti a un'umanità così frammentata come la nostra.
Comunque (Per un passato migliore, 2013)
Se tutto vale niente, "tanto vale provarci comunque". Nel naufragio della delusione quotidiana, i Ministri qua riescono farci scontrare contro l'assoluta idiozia del mondo in cui viviamo e, allo stesso tempo, offrirci la carica vitale per affrontarlo ad armi pari.
Peggio di niente (Cronaca nera e musica leggera, 2021)
Forse tutto quello di cui avevamo bisogno durante la pandemia era questo calcio in faccia per provare a chiudere un anno spezzato, arrabbiato, deluso e confuso. Il ritorno dei Ministri nel 2021 è un incandescente toccasana che va a sgretolare la guerra dei poveri in cui ci siamo trovati nostro malgrado dopo il covid.
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L'articolo Lividi e furore: le più belle canzoni dei Ministri di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-03-29 17:15:00
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