Live report: Offlaga Disco Pax al Locomotiv Club, Bologna

Gli Offaga Disco Pax hanno da poco terminato il Prototipo Tour, una serie di concerti dove hanno riproposto molti dei loro pezzi riarrangiandoli con sole tastiere Casio. Filippo Cicciù ha seguito la data bolognese. Ci racconta. Le foto sono di ZoeNoWow.



Diciamolo subito: la "mutazione Casio" toglie molto, a volte troppo, e aggiunge poco agli Offlaga Disco Pax, almeno dal vivo. L'impressione è che alcune storie soffrano di questi suoni così poco incisivi, appena sussurrati, perfetti per raccontare un'epoca che non c'è più - come gli anni in cui si muovono i personaggi di Max Collini - ma non così adatti per un concerto rock. Ma, sia chiaro, è sempre un piacere perdersi dentro questi racconti. E' come assistere ad una liturgia, una messa che si ripete sempre uguale (ma che importa, probabilmente sarete assidui frequentatori di riti pagani come questo).

Il leggio ricolmo di oggetti che documentano le canzoni, le espressioni del volto di Collini che esprimono meglio di qualsiasi parola il sentimento di ogni singolo brano, la maglietta nera dei Depeche Mode e il pubblico che si getta sui pacchetti di wafer Tatranky lanciati dal palco. Il copione non cambia molto, c'è tutto quello che ci si aspetta da un concerto degli Odp, compresa la precisazione geografica per sfatare la leggenda che vuole gli Offlaga cittadini di Cavriago, la piccola Pietroburgo emiliana con il busto di Lenin ben saldo nella piazza del paese.

Il Locomotiv è pieno come nelle migliori occasioni, il pubblico ascolta attento e i più esperti sorridono prima che Collini abbia finito di pronunciare qualche frase ad effetto già nota. La scaletta ripercorre molte canzoni bellissime prendendo ampiamente dai due album pubblicati ma pesa non poco l'assenza di "Sensibile", proprio a due passi dalla stazione dove si è consumata la tragedia che ha fornito l'ispirazione per la canzone. Nel finale c'è spazio per un regalo inedito: "Bass line" è un racconto di Maurizio Blatto tratto dal libro "L'ultimo disco dei Mohicani". Si parla di un tipo del sud che sostiene di essere l'inventore del suono dei Massive Attack. Divertente, soprattutto per come Collini cerchi di imitare l'accento dell'Italia meridionale. Speriamo che finisca nella prossima uscita targata Odp.

La differenza tra ascoltare l'ottimo "Prototipo ep" - il disco legato a questo tour: sei canzoni riarrangiate con sole tastiere Casio – e vederlo eseguito dal vivo è tutta qui: è il contesto a cambiare le cose. L'aspetto intimo dell'ascolto in cuffia non viene superato dalla pervasività di uno spettacolo che fa centro solo a tratti ("Onomastica", "Tono metallico standard"). In questo ampio salone sentiamo la mancanza delle chitarra di "Robespierre", tutto sembra congelato, troppo freddo. Le parole non bastano? No, per fortuna. Spiega come gli Offlaga Disco Pax siano un progetto molto più complesso del semplice musicare una serie di letture.

Giù il cappello infine per Iosonouncane. Grande cantastorie e destabilizzatore che va avanti anche se si rompe la chitarra e canta a cappella l'ultima canzone dedicandola a Piero Marrazzo.



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L'articolo Live report: Offlaga Disco Pax al Locomotiv Club, Bologna di Filippo Cicciù è apparso su Rockit.it il 2010-12-03 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • zoenowow 13 anni fa Rispondi

    :)

  • elenamuti 13 anni fa Rispondi

    PS: splendido Collini alle prese col barese "Ti manca la bass line!"...ahahah

  • elenamuti 13 anni fa Rispondi

    Splendido concerto! io c'ero...mitiche anche le t-shirt ahahah presa subito! ;)