Chissà cosa hanno provato gli esploratori del ‘500 quando il marinaio di vedetta, d’in su la vetta dell’albero maestro, scoppiava, con tutto il fiato che aveva, nel celeberrimo urlo: TERRAAAAA!!!
Navigatori convinti dell’esistenza di altre terre e altri mondi, che dopo perigliose esperienze e terribili giorni di viaggio, scoprivano parti di globo non ancora segnalate sulla carte nautiche.
Queste nuove lande vergini sono simili ai territori delle derive sperimentali di certa musica che, quasi per colmo, conferma come l’Italia sia davvero un popolo di naviganti.
Capitani coraggiosi che mescolano elettronica a world music, musica minimalista ad ambient, scoprendo non solo nuove rotte (orientali, mediterranee, americane) ma veri e propri universi sonori inediti.
Questa selezione è un viaggio. Tenete saldo il timone: si salpa.
Raul Lovisoni & Francesco Messina - Prati Bagnati Del Monte Analogo (1978)
Iniziamo con una vera chicca, un disco a dir poco ipnotico prodotto da Battiato nel ’78. Entrambi artisti a tutto tondo, in bilico tra arte visiva e composizione musicale d’ambiente, Lovisoni e Messina producono tre pezzi dilatati degni di campeggiare su "Music For Airports" di Brian Eno. La lunghissima e omonima suite iniziale, sospesa tra gocce di piano acquoso e synth impalpabili, è assimilabile alla new age. Meditativo ed estremo: un altro mondo è possibile.
Piero Umiliani - Musica Elettronica vol. 1&2 (1969-1981)
Il maestro Umiliani, secondo me, era un vero mattacchione: me lo immagino felice come un pupo a comporre melodie magnifiche al piano con una facilità disarmante. Umiliani era pure un discreto pioniere dell’utilizzo dei sintetizzatori nella musica popolare e questa raccolta, divisa in due volumi, ne è la dimostrazione lampante. Divertissement in bilico tra jazz, musica krauta, psichedelia, lounge e easy listening. Da lisciarsi i baffi.
Leo Anibaldi - Void (1995)
È il 1993 e Richard D. James (più conosciuto come Aphex Twin) vuole pubblicare un vostro disco sulla sua etichetta, la Rephlex Records. È successo questo all’allora 21enne Leo Anibaldi, producer romano e figura mitologica dell’ambiente techno. Il risultato vede la luce due anni più tardi ed è un vero labirinto ambient-trance di figure geometriche, chirurgiche e inquietanti, freddissimo come l’acciaio inox. Copritevi bene e guardatevi le spalle.
Polysick - Digital Native (2012)
Pubblicato sulla solidissima Planet Mu di Mike Paradinas, "Digital Native" di Polysick, producer torinese dal gusto sopraffino, è un cubo di Rubik che ruota e ruota e ruota mostrandovi facce colorate e tutte diverse. Puro retro-futurismo, synthoni anni ‘80 a pioggia, beat caldi e analogici usciti dagli anni ’60: come vedere una gif pixelata di un isolotto caraibico, con tanto di risacca dell’oceano. O ancora, Super Mario World sghembo e free-jazz.
Luciano Cilio - Dialoghi del presente (1977)
Concludiamo con un capolavoro di composizione e di produzione. Fragile, intimo, eppure calorosamente mediterraneo, "Dialoghi del presente" è l’unica opera di Luciano Cilio, musicista partenopeo scomparso a soli 33 anni. Ogni parola spesa su questo lavoro rischia di aggiungere troppo a questa musica che trascende qualunque etichetta. Ascoltatelo a occhi chiusi col calare della sera: vi cambierà la vita.
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L'articolo Cinque dischi sperimentali (e poco conosciuti) di cui innamorarsi oggi di Valentina Ziliani è apparso su Rockit.it il 2015-10-15 10:18:00
COMMENTI (4)
Tre sono fra i miei ascolti preferiti di sempre. Siccome sono vecchio è facile capire quali.
Complimenti, per le scelte musicali. Un bel viaggio!
Ho creato un playlist con il titolo "5 DISCHI SPERIMENTALI (e poco conosciuti) DI CUI INNAMORARSI OGGI"
su un social network musicale che presto sarà fruibile per tutto il mondo...
Mi complimento vivamente con l'autore!!! SPETTACOLO!
Grazie! Cilio una meraviglia!
gli altri non li conosco (a parte qualcosa di umiliani), però cilio ci sta: "dialoghi del presente" è un capolavoro!