Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
Si legge così sulla Bibbia – il libro più rubato negli hotel di tutto il mondo –, le parole sono del profeta Isaia. Chi sia Lucifero, chi lo abbia menzionato per primo, cosa significhi realmente il suo nome, sono domande a cui non c'è una risposta univoca, ma centinaia di ipotesi e ricostruzioni stratificate nei secoli a seconda del credo e della civiltà di riferimento. Scrive la Treccani che "sotto il nome di L. o Satana, che in lingua ebraica significa avversario o diavolo, e in lingua greca è sinonimo di calunniatore, s'intende più frequentemente nella Bibbia un essere personale, la cui attività si esercita sia attraverso altri esseri, cioè i demoni, sia attraverso la tentazione. In esso si configura l'avversario del disegno di Dio sull'umanità, della quale è il nemico".
Tutto questo fino allo scorso 25 maggio. Da allora al termine Lucifero va aggiunto un altro "disambigua". Già, perché un onomimo dell'"angelo caduto" è apparso in riva all'Idroscalo, tra il fango lasciato a terra dalle pioggie dei giorni prima. Era la notte di sabato a MI AMI Festival, che celebrava la sua 18esima edizione. Al palco Jack Daniel's, sempre uno dei primi ad accendere e uno degli ultimi a chiudere, erano finiti tutti gli act ufficiali. Ma era in arrivo una sorpresa, una di quelle che da sempre caratterizzano e rendono unico il festival milanese.
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Da poco terminato lo show di Whitemary, dei figuri incappucciati e a volto coperto apparivano tra il pubblico. Con sè avevano delle percussioni. Accanto a loro altri convenuti, sempre irriconoscibili, iniziavano a ballare. A cerchio, come in un rito sciamanico, tutte le persone diventavano cornice e allo stesso tempo parte attiva della performance. Elettronica, ritmi tribali e visual allucinogeni, proiettati dal palco. Senza che nessuno si facesse troppe domande, il gruppo – o meglio l'entità – che si era presentata come Lucifero portava avanti il suo show, che pareva arrivare direttamente dalle viscere della terra. Le foto che trovate qua sotto lo raccontano bene, così come il video postato da MI AMI.
A oggi non sappiamo nulla di più su Lucifero, se non che c'è una pagina social da tenere monitorata. Come dei novelli Daniel Molloy, abbiamo avuto l'occasione di scambiare qualche parola con Lucifero. Paura, vero?
Dunque, chi sei?
Sono quello che succede al paradiso dopo che le anime si perdono.
Continueremo a cantare e ballare fino a quando le ultime luci degli ultimi soli saranno spente.
Da dove vieni?
Siamo di nessun luogo e nessun tempo.
Voi credete di essere nel 2024 o roba del genere, ma non è cosi.
Ti ispiri a qualcuno per fare la tua musica?
Mi ispiro all’ordine che si nasconde nel caos. Ci vuole un sacco di tempo per creare un pianeta con un suo ecosistema, prede e predatori, piante, vulcani, forme di vita invisibili, è per questo che tutti amano la perfezione del cosmo, la bellezza della natura selvaggia, ma stai sicuro che quando Dio ha creato l’uomo aveva un demone accanto.
C'è bisogno del diavolo nella musica di oggi?
Siamo tutti in combutta con il diavolo oggi, ognuno lo chiama con nomi diversi perché fa meno paura, però sai com’è no?
L’attimo della realizzazione vale più di mille preghiere… se ti bastasse inviare una mail avresti già premuto invio 87 anni fa, questo già lo so.
Perché sei apparso a MI AMI?
Non sono apparso, sono sempre stato lì. Nascosto nelle viscere di quella terra.
Sono venuto fuori dal fango. Perché era il momento giusto.
Dove ti ritroveremo?
I luoghi non esistono, quindi ovunque o da nessuna parte.
Cambia poco. Tutto si crea, nulla si distrugge.
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L'articolo Intervista col diavolo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-07-11 11:51:00
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