Dopo la sbronza delle audition in cui sono tutti bravi, belli e dei talenti di cui il programma ha bisogno, ai Bootcamp arrivano le prime mazzate. Lo sappiamo bene, dopo 18 stagioni di X Factor – diciotto? Sembra ieri che Facchinetti strillava che la musica batteva DUL DUEEEEEHHHH. Lo show di Sky Uno sembra rinvigorito senza giudici stanchi o attaccabrighe e Giorgia illumina con l'aura da leggenda ogni inquadratura nell’inedito ruolo di conduttrice.
Abbiamo visto Jake La Furia portare agli home visit i Potara – nonostante il vilipendio di Nirvana –, i The Fools, la giovanissima popstar fatta-e-finita Elmira e la originale e brava cantautrice Francamente, in quota voce-di-gola – davvero, ce n’è una ad ogni edizione che Simon Cowell mandi sulla terra, inizio a pensare sia parte del format –, mentre Achille Lauro ha dato le proprie 4 – quest’anno solo 4, si – sedie ai Les Votives, il verdissimo Lorenzo Salvetti, Ibra in quota urban-reggae e i Patagarri – già vincitori del mio personale premio al miglior nome della band – lasciando colpevolmente in piedi Giulia Mei, che con l’inno femminista Bandiera è andata in vetta della Viral50. Ma son dettagli, mica vogliamo vendere dischi.
Ieri sera è stata una lotta ancor più accesa, ma la prima guerra da affrontare nel talent è quella con gli ego ipertrofici dei concorrenti che arrivano ai Bootcamp con una incredibile, esagerata, pericolosa voglia di SpaccareTutto™. Il grande problema dei Bootcamp sono le performance stracariche, con un'immotivata intensità a mille. Si scontreranno contro il “classico” Manuel Agnelli e una iper-competente e tecnica Paola Iezzi, non che fosse una sorpresa per me che ho il cd del Greatest Hits di Paola&Chiara autografato nel 2005.
Nei Bootcamp di Paol Tamara sfoggia una fascia con scritto "Palestina", ma fa il passo più lungo della gamba con un pesante brano di Kendrick Lamar che la manda fuori strada. Antonio Silvestri racconta di quando "è andato in studio per fare la hit", attirando risatine e dà una performance fredda di xxxtentacion, senza neanche appoggiare le terga sulla sedia. Elena Badii svuota i Pixies portandoli – almeno vocalmente – dalle parti di Björk, mentre Marina Del Grosso in arte Dea.Wav esegue muscolarmente e perfettamente I Put A Spell On You. Neanche i SoloPerISoci lasciano stare i Nirvana e Pablo Murphy inverte il mood di Another Day In Paradise. Sara Russo, invece, scegliendo il pezzo e l’arrangiamento sbagliato spezza il cuore di Paola Iezzi e interrompe una possibile splendida storia d’amore pop.
È lampante un serio problema sulla scelta e sulla intenzione delle cover, esplicitato da Agnelli: “Cantano benissimo, ma non capiscono i pezzi che portano”: togliere il riff a Where Is My Mind, eseguire Spell come un esercizio di studio, stroppiare All Apologies da festa del liceo, rallegrare una canzone sugli homeless di San Francisco o scegliere una canzone perfetta per una serata da piano bar, ma non per una gara tra aspiranti popstar, sono errori da "Manuale base del talent show" e comunque tipici della seconda fase, quando "Ti danno quattro "Sì" e scatta qualcosa nella testa che ti rincoglionisce", parola di Lauro. Anche i Frammenti cambiano un accordo di Song 2 – che per noi giovani degli anni '90 sarà sempre Fifa98 – ma almeno la performance regge, al netto dell’accento, mentre è pericolosamente vicina all’originale, senza il controllo necessario la Nothing Breaks Like a Heart di Maria Sofia Cancelli.
L’X Pass di Paola, Laura Fetahi, rende una performance credibile sia vocalmente che stilisticamente di Boss Bitch di Doja Cat, senza esagerare con la presenza scenica e che si può cantare tecnicamente benissimo e mostrare registri diversi anche sull’urban. Laura prenderà il posto di Dea.Wav provocandone l’ira funesta e una filippica nel nome della qualità, della musica-vera-e-studiata, dell’ingiustizia subita. Un gran peccato che Marina abbia sporcato così il ricordo della sua partecipazione ad X Factor dopo due delle migliori performance in assoluto finora – una splendida Senza Fine voce e piano alle Audition – con una sparata evitabilissima e che rientra negli errori di chi voleva spaccaretutto™. Avesse almeno ricantato la canzone dell'altra, come Alice l’anno scorso contro Asia. Pure Giorgia glielo spiega: "Hai un dono, ma dovrai imparare qualcosa che non è vocale, ma riguarda qualcosa di più ampio".
La prende meglio Aurora, che comprende la sovrapposizione con Laura e una evidente ingenuità. I Dimensione Brama riassumono il Bootcamp con Io Sto Bene dei CCCP: "È una questione di qualità", quella tanto reclamata da Dea.Wav qualche minuto prima. Paola li fa sedere mentre immagino i produttori del programma tirare calci al muro e lanciare sedie perché, come dire: sono in SETTE, costano. I sopravvissuti della squadra di Paola Iezzi: Pablo Murphy, Frammenti, Laura Fetahi e Destinazione Brama.
Quando tocca a Manuel Agnelli, i primi sono i Moonquakes, cosplayer anni sessanta, format già visto peggio con gli AstroMare, l’anno scorso – saranno ancora insieme? – e gli Omini, meglio, due anni fa. Claudia Sacco canta un pezzo poco conosciuto di SYML, meno forte rispetto ai provini, così come la Psycho Killer di Matteo Polonara. L’X Pass di Manuel è Mimì Caruso, che interpreta divinamente e senza strafare Godspeed di Frank Ocean e per questa stagione incarna il difficilissimo ruolo di vincitrice annunciata, che in passato a questo tipo di talenti ha portato solo sfiga, come Sherol Dos Santos nel 2018, sempre in squadra con Agnelli.
Gli “stanchi e puzzolenti” Punkcake rendono stanca e puzzolente Give Me the Cure dei Fugazi, ed è una gran bella puzza. Elisa addomestica un pezzo dei Cranberries alla propria voce, mentre Fiat131 interpreta bene Human e si siede per qualche minuto prima di essere eliminato per la seconda volta ai Bootcamp – a 12 anni dalla prima – per far accomodare gli Aura e Marylin per la loro versione di Grounds degli Idles. Gli A Flower Tide ripropongono la formula elettrodistorta delle audition su 21st Century Schizoid Man dei King Crimson – curiosamente un classico di XF Italia, già cantata almeno un paio di volte – e Jacqueline ha abbandonato il guanto pickup per una versione troppo carica e teatrale di Inno Nazionale di Carboni. In entrambi i casi restano in piedi, diversamente dalla voce graziosamente difettata di Danielle, che sorprende su Il mare d’inverno, e Beatrice, che fa lo stesso su In ár gCroíthe go deo dei Fontaines D.C. grazie a una inaspettata forza primordiale. Per la squadra di Agnelli, superano la giostra degli switch PunkCake, Mimì, Danielle e Beatrice.
La prossima scopriremo agli Home Visit chi approderà ai live, e poi si vedrà la resistenza e dalla voglia di mettersi in gioco durante i live, dai brani assegnati. Ricordiamoci che i Bootcamp sono il primo banco di prova, sia per i talenti che per i giudici, e che non sempre chi vince X Factor diventa una popstar e chi viene eliminato sparisce. Volendo restare sui Bootcamp: anni fa, quando la vincitrice fu Sofia Tornambene, ai Bootcamp una certa Arianna Del Giaccio veniva eliminata da Sfera Ebbasta. Poi si è trovata il nome d’arte di Ariete. E no, non fece nessuna scenata, per la smania di SpaccareTutto™.
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L'articolo Ma a X Factor sanno cosa stanno cantando? di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2024-10-11 10:30:00
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"Che per noi giovani degli anni '90 sarà sempre Fifa98".
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