Paul McCartney e il tutorial perfetto su come si scrive una canzone pop

La musica in tv funziona, quando l’ex Beatles parla e Rick Rubin lo ascolta. Ecco perché se amate la musica o volete crearne di nuova ma vi manca l’ispirazione, dovete trovar il modo di recuperare la docu-serie “McCartney 3, 2, 1” su Disney Plus

Paul McCartney e Rick Rubin che chiacchierano di musica in uno studio, con gli strumenti, davanti a un mixer analogico pronto a scomporre e rimiscelare le tracce dei Beatles e della carriera solista di Macca. Basterebbe questo incipit per farvi capire quanto sia importante per ogni musicista, produttore e ascoltatore la visione di McCartney 3,2,1.

È una serie tv prodotta da Hulu appena arrivata in Italia grazie a Disney+ e ogni ricordo, aneddoto di registrazione e composizione vale la pena di essere memorizzato come viatico per scrivere canzoni migliori. Sei episodi di 30 minuti ciascuno, tre ore di girato in cui trovate gran parte di quello che non avreste mai osato chiedere a uno degli inventori del pop e di tutte le sue sfaccettature, quello che un giorno scriveva Penny Lane con i fiati, Eleanor Rigby con gli archi e il giorno dopo era capace di inventare il garage sporco e sinistro, proto noise di Helter Skelter.

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Chi meglio di Rick Rubin può comprendere il processo creativo e rimanere estasiato di fronte ai racconti del Baronetto: per chi non conoscesse la sua storia, il barbuto e capelluto produttore statunitense da sempre vestito come un homeless che vaga per gli studi a piedi nudi è il fondatore dell'etichetta Def Jam negli anni '80 e ha prodotto Beastie Boys, Run DMC, album storici della storia del rock recente come Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chili Peppers o Reign In Blood degli Slayer, fino ad arrivare all'essenza di Johnny Cash e riportare l'anziano Uomo in Nero alle sue radici, nelle registrazioni chiamate American Recordings che sono tra le più belle della sua carriera, profonde e vibranti come non mai. In Italia ha lavorato con Jovanotti nell'album Oh, Vita, non a caso il meno jovanottiano della sua discografia.

Il suo tratto distintivo come produttore e soundman è quello di togliere orpelli e sovrastrutture, effetti mascheranti e trucchetti digitali per arrivare al suono, che è un po' il lavoro che facevano negli anni '60 e '70 i Beatles i il Macca solista, per forza di cose: ai tempi non esistevano autotune, effetti digitali, mixer da mille piste virtuali, tutta la creatività era artigianale, costruita a mano, tramite errori, intuizioni, prove. 

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Ogni band potrebbe imparare moltissimo dal racconto di Paul McCartney, perché è semplice, alla portata di tutti, eppure prezioso. Quando parla dei Beach Boys e degli Everly Brothers che sono stati i suoi mentori per i cori ma anche quando svela come ha imparato a suonare il piano, di conseguenza a scrivere canzoni. Il Macca non sa (neanche oggi) leggere né scrivere la musica e ricorda quando le intuizioni melodiche arrivavano in momenti meno opportuni, e ai tempi non c'era alcuna possibilità di registrarle, quindi se le ripeteva in testa giorno e notte finché non poteva suonarle e suonarle ancora, fino a fissarsele nella mente.

"Di prove coi Beatles ne facevamo poche, come veniva una canzone passavamo a un'altra", dice Paul. Allora Rick gli fa eco: "È una cosa che può fare chi ha suonato tantissimo per fare gavetta. Quante ore sarete stati a fare le prove ai tempi di Liverpool e di Amburgo", e lui: "Non so, diecimila?". Questo la dice lunga sulla creazione dell'affiatamento, della simbiosi, quella che senza guardarti ti fa capire cosa faranno gli altri membri della band e quando andrà chiuso il pezzo mentre lo stai suonando. 

C'è un'aura di magia in questa lunga intervista, perché siamo di fronte alla storia. Non capita tutti i giorni di scoprire com'è nata la canzone Michelle (da una scopiazzatura di Edith Piaf suonata a una festa) o di sentire in solo le voci e gli strumenti delle canzoni dei Beatles che hanno cresciuto generazioni di musicisti. Che grande sorpresa quando Rick Rubin divide in due gruppi gli arrangiamenti di My Guitar Gently Weeps per farci partecipi del fatto che potrebbero essere due canzoni diverse mixate in una sola.

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Non voglio spoilerare troppi passaggi di un documentario di quelli come vorremmo vederne sempre di più, anche dei grandi cantautori di casa nostra, per entrare dentro la bellezza della composizione musicale e l'artigianato che rende la registrazione di una canzone di musica leggera unica, irripetibile. Quella canzone che una volta pubblicata, smette di essere del cantante o della band e diventa del pubblico, come per tutte le (incredibili, a 50 anni dallo scioglimento) canzoni dei Beatles. E chi non si commuove per i ricordi direttamente dal cuore di Paul per John Lennon e George Harrison ha perso il proprio, di cuore.

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L'articolo Paul McCartney e il tutorial perfetto su come si scrive una canzone pop di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-09-02 10:00:00

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