Billie Elish è stata la cosa più inaspettata che il mercato musicale americano ha sperimentato negli ultimi tempi, il motivo? Perchè è dannatamente diversa da tutto il resto che c'è, è strana ed è di impatto.
Classe 2001, figlia d'arte, capelli nervini sfumati spesso di colori fluo, un viso che toglie il fiato; è quella che a 17 anni canta "I'm the bad guy" ma anche "I love you and I don't want to". È diventata nell'arco di poco più di un anno il mito di milioni di ragazzi, in perfetto stile american dream, dove o ti prendi tutto oppure ritenta che sarai più fortunato.
La cosa che più sorprende di questa ragazza, al di là del genere musicale di rottura (in senso positivo) che è riuscita a creare, è la modalità con cui affronta la sua grande visibilità. Billie altro non è che un adolescente che parla alla sua generazione, quella definita Z, dove crescere appare più complicato dentro un mondo tutto proiettato nel futuro che corre ad una velocità mai vista prima, in costante mutamento non solo nella tecnologia ma anche nel costume, nell'ansia da prestazione, di cosa sarai, come lo farai, dell'estetica massimizzata da ogni nuova piattaforma social; lei di contrasto canta delle cose più semplici "don't you know too much already? I'll only hurt you if you let me call me friend, but keep me closer, and I'll call you when the party's over" con quello spirito che ondeggia dal candore dell'adolescenza alla creepiness dei suoi video.
C'è un'artista anche qua, in Italia, che ancora deve dimostrare a pieno le sue capacità ma che ha già scritto un prologo perfetto in attesa di essere sviluppato al suo massimo: è la Madame.
Classe 2002, Francesca all'anagrafe, 17 anni, canta Schiccherie, Anna e 17 ed è considerata la promessa della nuova scena rap-urban italiana. Queste due artiste, così lontane geograficamente e musicalmente, hanno più cose in comune di quel che sembra, sono fautrici di un movimento generazionale diverso.
In una recente campagna pubblicitaria di Calvin Klein, Billie Eilish ha zittito tutti quando con voce pacata a fare da sottofondo alla clip dice "non voglio che le persone sappiano tutto di me, ecco perchè indosso vestiti larghi, nessun può avere un'opinione a riguardo perché non hanno visto cosa c'è sotto (..) non possono dire ha un culo grosso, ha un culo piatto nessuno può dire nulla perchè non lo sanno, dico solo la mia verità".
E' la rivinicita dell'essenza, non della forma. Madame, a suo modo, è strana anche lei (e meno male), in primis nel modo di cantare, quasi a creare un dialetto tutto suo, con giochi di parole, neoslang, metafore, ma cosa ben più importante nelle tematiche che affronta con tanta originalità: parla di fragilità, di paranoie adolescenziali, di molta tenerezza e poco eccesso, di feste in cui preferibbe non andare, parla di cose normali ma usa solo il suo linguaggio speciale come codice e non il corpo. Nel video di Schiccherie si spoglia di pellicce, gioielli e trucco per vestire i panni che le stanno più comodi, in cui si sente meglio e anche se non piacciono agli altri poco importa, è quello giusto per lei.
"Le vetrine social sono le vetrine di Amsterdam, fai quel cazzo che ti pare, lady; tanto questa Italia, lady, vede le ragazze come bambole gonfiabili, fai il cazzo che ti pare, lady;tanto in questa Italia, lady. Il sesso non è arte, è solo pane per fanatici, sarebbe bello però che un ragazzo mi vedesse nuda, per la prima volta senza precedenti strani, che magari con Photoshop con qualche punto luce in più, e le cosce più belle di quelle reali."
Sta arrivando un modo differente di fare immagine, che non siginifica essere più giusta o sbagliata, ma è interessante capirne i meccanismi, il ribaltamento repentino rispetto a tutto quello che siamo stati abituati a vedere negli ultimi intensi anni. Sembra quasi che questa generazione in fondo si sia anche un po' stufata di tutto queste cose da vedere, da likare, degli haters, delle dirette Instagram, omologalizzarsi dietro schemi che ancora non abbiamo capito bene chi abbia imposto; la parola prende il soppravvento, la voglia di cose quotidiane e vere, la necessità di dimostrare altro oltre la superficie sembra improvvisamente urgere.
"Io non mi drogo, sciolgo le pastiglie digestive.Ciao amore bibbi bello, però dammi coccoline."
La filosofia del meno che è di più torna a prendere vita. Less is more, e va benissimo così.
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L'articolo Billie Eilish e Madame hanno più cose in comune di quel che pensate di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-07-10 12:00:00
COMMENTI (3)
Ops!, l’autrice @chiara.falasca70
Articolo interessantissimo e quasi ardito. In cui mi son ritrovata come a casa, dove torni quando senti di pensarla solo te a pelle una certa cosa, e poi leggi un pezzo così e capisci che artiste come BE e Madame le ami proprio per questo. Che un certo modo di arrivare di un’artista è universale. E che l’autore ti restituisce tutto e bene. Tks!
Che bell'articolo, originale e forward. Questo è quello di cui la gente ha bisogno, stimolare il proprio pensiero. Grazie mille Rockit