La ruota, la bussola, il telegrafo senza fili, la penicillina, il motore a vapore, la stampa a caratteri mobili, il vaccino, la pillola contraccettiva, l’elettricità, la carta, gli occhiali: con la lista delle scoperte che hanno cambiato il mondo potremmo andare avanti all’infinito. E oltre, se solo considerassimo anche tutte quelle invenzioni nate dalle mani e dalle idee di gente rimasta comune. E create all’ombra e in silenzio, ma che esistono e hanno migliorato la vita di qualcuno, chissà.
Con quelle invenzioni, una lista del genere sarebbe a maggior ragione impensabile da completare. Eppure, anche "loro" sono degne di nota e meritano di essere raccontate, pur solo per celebrare l’ingegno di chi le ha inventate e il tempo che i loro creatori hanno dedicato a qualcosa potenzialmente utile agli altri (o anche solo per sé stessi).
Ecco perché, quando sono incappata nell’Accordiogeno di Marcello Piquè, non sono riuscita a tirarmi indietro dal raccontare la storia di questo strumento, che permette di visualizzare le note da suonare per formare accordi in tutte le tonalità. E del suo inventore: Marcello Piquè, un ingegnere meccanico livornese di 75 anni in pensione.
Da sempre appassionato di musica (ha scritto una cinquantina di canzoni e realizzato un CD con il suo insegnante), nel 1967 con alcuni amici aveva iniziato a suonare la chitarra le canzoni dei Beatles, degli Equipe 84, dei Califfi, i Dik Dik e PFM. Poi, lo studio, la laurea, il militare, il lavoro, la famiglia: la chitarra rimane per anni sul suo supporto a prender polvere e la musica continuano a farla gli altri. Finchè, durante il lockdown di marzo scorso, la moglie gli dice: "Perché non ricominci a studiare?".
Marcello va in una scuola di musica e inizia a prendere lezioni sulla teoria degli accordi. Il suo insegnante (quello della cinquantina di canzoni e un CD), gli parla dell’orologio delle note. Un "orologio" dove, al posto delle ore, sono scritte le note: "Sono rimasto folgorato. In quel momento mi è venuta l’idea dell’Accordiogeno", dice Marcello.
Che prima della laurea si era diplomato in elettronica industriale e il saldatore lo conservava ancora in garage: "Gli ho dato una spolverata e mi sono messo a lavorare", dice. Una settimana a scappatempo di lavoro e l’Accordiogeno (realizzato in maniera molto artigianale con materiali anche di risulta), è pronto.
Per verificarne il funzionamento Marcello ha lavorato per gradi: la prima versione prevedeva soltanto gli accordi maggiori e i minori per le settime di dominante. Poi, visto che funzionava, ha allungato la lista arrivando alle none, undicesime e tredicesime.
Voleva capire se si potessero visualizzare anche accordi che abbracciassero due ottave: "Ho risolto questo scalino con l'adozione dei LED di colore rosso. Il risultato, comunque, mi pare buono ed è interessante per capire la circolarità degli accordi in tutte le dodici tonalità", spiega Marcello.
Ci facciamo spiegare passo passo la realizzazione di questo strumento e il suo funzionamento: "Per costruire L’Accordiogeno ho realizzato un supporto rigido (di compensato) e ho disegnato un orologio. In corrispondenza delle ore, ho praticato dei fori nei quali ho inserito LED verdi e rossi che sono accesi (in combinazione opportuna) da un circuito elettronico, comandato da una tastiera riportante i nomi degli accordi".
Per esempio, premendo il pulsante in corrispondenza degli accordi maggiori, si accendono i LED verdi corrispondenti alle "ore" dodici: quattro e sette. Sopra "l’orologio" è imperniato un disco ruotante munito di dodici finestrelle. Ogni finestrella reca, in trasparenza, il nome di una nota: "Nel caso di note enarmoniche sono riportati entrambi i nomi delle note (es. Re#/Mib)", spiega Marcello.
E continua: "Se ora porto la nota Do sul disco ruotante in corrispondenza delle ore dodici (dove si accende un LED giallo), si illuminano le note Do (ore 12), Mi (ore quattro) e Sol (ore sette), che formano l’accordo di Do maggiore. A questo punto, se ruoto di due 'ore' il disco in senso antiorario, otterrò le note che formano l’accordo di Re maggiore e così di seguito per tutte le altre tonalità".
"Se, invece, premo il secondo pulsante (quello degli accordi minori) si accenderanno i LED relativi alle "ore" dodici, tre e sette. Se ruoto il disco in maniera da portare il Do in corrispondenza delle ore 12 leggerò le note Do, Re#/Mib e Sol che formano l’accordo di Do minore. Quando si visualizzano accordi le cui note impegnano due ottave, quelle della seconda ottava sono visualizzate con colore rosso e quindi devono essere suonate di seguito a quelle verdi", continua a spiegare.
Lo strumento realizzato da Marcello consente di visualizzare tredici tipi di accordi. Quindi, se si considerano le dodici tonalità, 156 accordi. Il numero degli accordi visualizzabili può essere aumentato a piacere, ma "questo comporta ovviamente una maggiore complessità della parte elettronica", specifica il nostro inventore.
L’Accordiogeno è utile perché facilita la comprensione della ciclicità degli accordi: "Per esempio, quando visualizziamo gli accordi di settima diminuita (che con questo strumento sono visualizzati "a croce" o "quadrati"), ci rendiamo conto che dopo tre rotazioni le note tornano le stesse del primo accordo, con la variante della nota al basso che caratterizza l’accordo. In pratica abbiamo tutti i rivolti dell’accordo", conclude Marcello, l’inventore dell’Accordiogeno.
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L'articolo L'Accordiogeno: a Livorno gli accordi si formano con l'orologio di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-31 13:00:00
COMMENTI (3)
La dimostrazione e la conferma che il cervello umano ancora funziona...vivissimi complimenti!
Grande Marcello! un lavoro immenso farlo analogicamente!
[nerd mode on]Woooooo! tutto coi diodi, senza microprocessori. Respect.[nerd mode off] Bello.