Marta Del Grandi dal Nepal alla ricerca dell'essenziale

La cantante e vocalist milanese che ha vissuto per anni a Katmandu è uscita con un nuovo, misterioso singolo dal titolo Taller Than His Shadow, che la rivela come artista completa. Siamo molto curiosi di seguire i suoi prossimi passi

Marta Del Grossi, foto di Valentina Sommariva
Marta Del Grossi, foto di Valentina Sommariva

Nell’estate italiana delle rinnovate glorie sportive le nuove uscite discografiche – come da copione del resto – hanno iniziato a diradarsi mano a mano che ci si inoltrava nel mese di luglio. Ma usando come al solito il lanternino è possibile scovare anche in questi mesi  alcune perle che rischierebbero di essere oscurate in periodi di pieno regime di pubblicazioni. 

Il 20 luglio scorso sul canale YouTube di Fire Recordings è comparso il video musicale di una brevissima canzone, Taller Than His Shadow, il singolo di debutto di Marta Del Grandi. Di lei si sa molto poco, è originaria di Milano, dove si è formata musicalmente nei circuiti jazzistici meneghini. Per diversi anni ha vissuto in Nepal, dove col marito ha fondato un ‘agenzia che favorisce l’organizzazione di concerti di musicisti stranieri'. Per il resto parla la sua musica.

 

video frame placeholder

Nonostante Taller Than His Shadow sia la sua prima uscita ufficiale, sul web c’è modo di farsi un’idea molto più ampia di quello che Marta sia. Abbiamo messo insieme alcuni pezzi del suo mondo espressivo, o meglio di quello che fino ad oggi ha voluto mostrare. 

Marta Del Grandi è un’artista, e c’è poco da girarci attorno. Potrebbe sembrare una banalità, ma in mezzo alla tempesta di plastica che ci attornia quasi quotidianamente, l’arte pulsante e viva la si riconosce con più facilità. Per la profondità che trasmette, per la dose di sguardo attento che richiede, e per la necessità di tornare più e più volte sul solco che ha appena tracciato. Nel suo piccolo Marta Del Grandi proietta queste caratteristiche nelle sue composizioni, riuscendo ad abbracciare, attraverso collaborazioni fruttuose, diversi campi del mondo dell’arte.

 

video frame placeholder

Con Cecilia Valagussa ha dato vita nel 2016 a Fossick Project, un duo che fonde musica e illustrazioni animate per dar vita a vicende che hanno come protagonisti pangolini e rospi. Un teatro di marionette in due dimensioni costruito su luci, disegni  e sovrimpressioni sui proiettori,  che va a indagare il rovistare molesto dell’essere umano negli ambienti del regno animale. Dialogando con le figure – sempre instabili, in un continuo flusso di cambiamento – il talento cristallino di Marta esce allo scoperto, giocando con samples variegati o accordi di chitarra imbevuti di riverbero. Ma è soprattutto la libertà con cui usa la voce a lasciare di sasso. Asseconda le perpetue variazioni del suo comporre senza alcuna incertezza, e toccando vette di rara poesia. Lo stupore continuo e i sentieri apparentemente paralleli tracciati dalle due si autoalimentano di colori sfumati e micro variazioni delle frasi in ripetizione, in un lavoro semplicemente cristallino.

 

video frame placeholder

Nel lavorare da solista Marta si porta appresso questa voglia di ricerca, questo trasbordare fuori da confini ben delineati, per un’esplorazione rischiosa ma mai scontata. Taller Than His Shadow – scritta per la colonna sonora del film Radical Landscapes di Elettra Fiumi – non arriva ai due minuti di durata ma riesce dischiudere dalla sua struttura smagliata una precisione compositiva e allo stesso tempo una intensità straordinarie. Una dimostrazione perfetta di cosa significhi sottrarre se stessi e le proprie convinzioni, per lasciar spazio alla sola sostanza attaccata all’osso. Un’arte delicata che non soddisfa fino in fondo, lasciando nell’aria il desiderio di sé. 

Ecco, scartabellando nei vari video trovati sul web, si ha la sensazione che Marta del Grandi sia alla ricerca di qualcosa che si avvicini il più possibile all’essenziale. Che stia cantando in mezzo all’aria rarefatta del Gran Sasso, o in una session dall’audio danneggiato di So Far, quello fuoriesce dal suo suonare è simile a un distillato, densissimo, un cantautorato imbevuto di ambient e la libertà del jazz. Il coperchio sul mondo di Marta del Grandi si sta sollevando un centimetro alla volta, e si tratta di uno spettacolo che vale la pena di godersi.

---
L'articolo Marta Del Grandi dal Nepal alla ricerca dell'essenziale di Gabriele Vollaro è apparso su Rockit.it il 2021-08-09 09:28:00

Tag: singolo

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia