I Marta Sui Tubi sono in giro sui palchi italiani con un nuovo tour acustico che vede la formazione ridotta a tre elementi, con i brani più famosi della band siciliana rivisitati in una chiave nuova e tante cover. Chi si aspettava un concerto intimo e sommesso si sbagliava: Alberto Giusti ci racconta come invece sia stato un concerto particolarmente divertente e coinvolgente nonostante la rinuncia all'elettricità.
Quando penso a un set acustico, solitamente mi immagino quelle atmosfere delicate, intimiste e snob quanto basta per farmi sentire ignorante. E ignorante lo ero davvero, dato che era la prima volta che mi capitava di ascoltare i Marta Sui tubi dal vivo. E se consideriamo la variante acustica – con Pischedda e Boschi momentaneamente “congelati”, per dirla con le parole di Giovanni Gulino – l’impatto avrebbe sicuramente riservato notevoli sorprese. Le mie perplessità sono state immediatamente prese a picconate dalla ritmica di Ivan Paolini, lasciando intendere che la serata avrebbe preso una piega decisamente rocciosa.
E i furiosi assoli di Carmelo Pipitone – che oltre ad essere un virtuoso della sei corde ha dato anche sfoggio della sua abilità umoristiche (“Questa sera come ospite abbiamo qui... Sto cazzo!”, e per la cronaca il pubblico ha incitato a più riprese la suddetta guest star) – hanno ribadito più volte il concetto, a cominciare da una “Muscoli e dei” inframmezzata da “Rusty Cage” dei Soundgarden, e da un classico come “L’unica cosa”, pezzo che finalmente riesce a smuovere una platea ancora piuttosto incerta sul da farsi, destatasi poco prima solo grazie agli acuti pazzeschi di Gulino in “Via Dante”.
Ma un set acustico che si rispetti non può certo fare a meno della dolcezza; ed ecco allora cascare a pennello “Cenere”, che concede alle sparute coppie dell’Off il giusto momento-limonata. A parte il romanticismo, l’ironia di Pipitone la fa da padrona, prima con la divertentissima “Volè”, e successivamente grazie a una “Vecchi difetti” arrangiata lì per lì su accordi samba, che costringerà un riottoso Gulino a cantare con accento portoghese (“Il bello di suonare con ‘sti stronzi è che ti seguono sempre”, si giustificherà poi lo stesso Pipitone, quasi a voler discolparsi di un’idea invece geniale).
Altra graditissima sorpresa è stato il tributo a Ivan Graziani con “Pigro”, peraltro già da loro interpretata in un disco che omaggiava l’artista abruzzese, e mescolata per l’occasione a “Lady Madonna” dei Beatles (giusto per non farsi mancare niente).
Il finale è di quelli col botto: fenomenale – e impossibile da non ballare – una “Il Giorno del mio compleanno” decisamente rockabilly, tirata come una bomba a mano in mezzo alla folla per chiudere in bellezza un concerto che, con buona pace dei “surgelati” Boschi e Pischedda (che a detta di Gulino sono rispettivamente il bello e il comico del gruppo), ha comunque saputo divertire ed emozionare.
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L'articolo Marta Sui Tubi: il live report della prima data del tour acustico a Modena di Alberto Giusti è apparso su Rockit.it il 2015-03-19 00:00:00
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