Che bella la rabbia. Ieri sera a Milano è successa una specie di magia, animata dalla fame di chi in pochi mesi si è preso tutto e lo ha urlato davanti a più di mille persone, in un Alcatraz sold out che quasi faceva impressione. Sul palco, ai piedi di uno stendardo con incisi i loro nomi, c’era il trio che ha riscritto le regole del rap italiano negli ultimi tempi: Barracano, Speranza e Massimo Pericolo. I tre ragazzi, che hanno azzerato i chilometri che dividono Caserta da Varese, sul palco non hanno portato soltanto delle canzoni, ma tanta energia, inclusione e sopratutto amicizia.
Ad aprire le danze è Barracano, che, a poche settimane dall’uscita del suo primo disco "Il figlio di Scar", ha presentato live i brani del suo nuovo lavoro, accedendo i motori e scaldando la sala in previsione di quello che sarebbe stato un concerto di quasi due ore e mezzo.
Barracano è il primo a salire sul palco, ed è giusto così, non solo perché il suo disco è il più recente dei tre, ma soprattuto perché in questa storia bellissima se ci fosse un narratore esterno, a conoscenza di tutti i fatti, sarebbe lui. Raffaele, poi Rafilù, solo oggi è Barracano, il filo conduttore che lega tutti quanti, il motivo per cui è nata 7 miliardi, l’amico che ha preso a cuore la causa di Massimo Pericolo e che ha convinto Speranza a registrare i primi pezzi, dal muretto del Parco Flora di Caserta ai concerti in giro per l’Italia, fino all’Alcatraz di ieri sera, dove deve aver fatto un certo effetto cantare brani come Meridionale.
A dargli il cambio è Speranza, il mitragliatore italo-francese, che ha portato sul palco del club milanese la cosa che gli riesce meglio: oltre al rap nudo e crudo e le barre strette, Ugo Scicolone sa cosa significa integrazione culturale. Per il rapper casertano la cosa più importante quando ci si esibisce davanti ad un pubblico è fare sentire tutti uguali, da Nord a Sud, ricordarsi di chi non ha le tue stesse opportunità, sventolare bandiere in nome degli oppressi, tenendo a mente da dove si viene e dove si vuole andare, tutti insieme. Con lui sale sul palco il primo ospite della serata: attacca il beat di Problema e arriva Ketama 126. Delirio generale.
In una centrifuga tra Spall a Sott, Manfredi e Givova, una volta che Speranza esce di scena l’adrenalina è ormai a livelli decisamente alti.
Il pubblico lo chiama a gran voce diverse volte nell’arco della serata, è atteso da tutti in maniera scalpitante, lui che due anni fa non se la sarebbe mai immaginata una serata così, davanti a tutte quelle persone. Alessandro Vanetti, per gli amici Vane, per tutti Massimo Pericolo,è accolto con un fragore che ha rimbalzato per tutto l’Alcatraz. Emozionato, lo vuole ribadire, facendo fermare il beat prima di salire sul palco: “Stasera per me è importante, siamo all’Alcatraz a Milano. Prendete tutti qualcosa da bere, no?!”.
Scialla Semper, il suo disco di debutto ha solo 7 mesi di vita, ma ieri sera lo cantavano tutti, da Cocco a Ansia, dove si aggiunge l’amico Ugo Borghetti. E poi Soldati, Amici, poi, andando a ritroso nel tempo, ci perdiamo tutti con lui nel bosco di Totoro. Neanche a questo round sono mancate le sorprese con Ketama 126 in Scacciacani e Sabbie d’oro, con Generic Animal.
Si va verso la chiusura. Tutti insieme, uno vicino all’altro, i tre portano sul palco la forza gigantesca delle parole, della rabbia e del riscatto. Barracano, Speranza e Massimo Pericolo, lasciano la scena con i loro tre pezzi più forti, uno dopo l’altro: Criminali, Chiavt a Mammt e 7 Miliardi. Prendetevi tutto ragazzi. “Questo non è rap, sono colpi di mitraglia”.
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L'articolo Massimo Pericolo, Speranza e Barracano: l'emozione e la fotta di chi non aveva nulla di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-11-13 12:48:00
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