MATERAZI FUTURE CLUB è post-punk, romanticismo, emozioni e di nuovo punk. Ci piace il casino, il disordine ma anche la tattica, la consapevolezza di sapere scegliere tra un 4-3-1-2 a trazione anteriore e un 3-5-2 tutto chiuso pronto a ripartire in contropiede. Ci sono i Fugazi, gli Sleaford Mods, i Klaxons ma anche i Bombay Bicycle Club, i Fine Before You Came, gli American Football e i The National.
C’è tantissima musica ascoltata, c’è tantissimo calcio visto su uno schermo e allo stadio. MATERAZI FUTURE CLUB distorce le chitarre, balla e fa ballare, rendendo lo-fi lo sport più bello del mondo. È la risposta della musica al calcio, un calcio alla musica e una tibia rotta, così sulla fiducia. De Rossi, Cassano, Ibrahimovic, Materazzi, Del Piero. Una celebrazione che supera il tifo e diventa epifania dell’ultima grande celebrazione tribale italiana: il pallone e i suoi momenti che ci hanno segnato.
-Erano dei quarti di finale. Ricordo perfettamente quell’istante, l’emozione della Champions League. Roma - Arsenal, partita di ritorno. La Roma uscita ai rigori. Julio Baptista che si mangia un gol a porta vuota, mortacci sua. Il giorno dopo avevo una verifica di matematica. Mi portavo un debito dietro dalla prima superiore. Poco mi importava della scuola. Mia mamma mi mise alla prova chiedendomi: “Preferiresti prendere la sufficienza in matematica domani o vedere la Roma andare ai quarti di finale?”. La risposta era ovvia. Mi dissero che dovevo cambiare le mie priorità nella vita, che lo studio era più importante. Ma le emozioni me le dava la mia squadra, me le dava il calcio. Mica la matematica.
-Quando Milito decide di puntare la difesa del Bayern Monaco. Finta, controfinta, tiro a giro e portiere battuto. Ma che cosa sta succedendo? Anni a ingoiare merda e poi stiamo per alzare la coppa? Era un mezzo secolo che aspettavamo questo momento. Capitano alza la coppa, che piangiamo tutti insieme a te. Nonostante la gioia non riuscivo a togliermi dalla mente Stay Home degli American Football. Non so perché.
-La prima volta che sono andato allo stadio avevo circa 7 anni e mio padre aveva deciso che era arrivato quel momento della mia vita. Dovevo perdere la “verginità” diceva. San Siro era immenso, un po’ come mio padre quel giorno. Circa dieci anni dopo ho riprovato quell’emozione, ho vissuto una sorta di epifania: prendere un treno dalla provincia con il mio migliore amico per andare a sentire gli Smashing Pumpkins al Forum d’Assago. Immenso anche quel luogo, esattamente come Billy Corgan quella notte.
-Non riesco a levarmi dalla memoria la faccia di capitan Maldini. Da 3 a 0 a 3 a 3 e poi i rigori maledetti. Dudek che ipnotizza tutti. Vaffanculo. Però ora siamo ad Atene, rifacciamoci. E chi se non Pippo Inzaghi, che davanti al portiere mantiene la calma e lo salta, appoggiandola in rete e poi sotto la bandierina ad urlare. Che meraviglia, soprattutto quando profuma di riscatto. “We’re gonna take the power back!”.
-Maggio 2001. Milano tutta neroazzurra, pronta a scendere in strada. “Partita già vinta” dicevano. “La Lazio ci regala tutto” continuavano. A casa mia c’era Stream, non Tele +. E casa mia era inondata di tifosi interisti. A me e a mio papà interessava poco, eravamo contenti di avere gente in casa a vedere una partita già vinta. Ma si sa cosa è successo. Ricordo i volti, uno per uno. La delusione sulle facce. Tutti muti lasciarono casa mia, a testa bassa, nessuna festa per loro. Tanta festa per la Juve invece. E in sottofondo, alla fine della via, si sentiva Blueprint dei Fugazi. Buongustai i miei vicini, forse un po’ tristi.
"Forse ti sto pensando un po' troppo. Perché la vita è fatta di forse, passo e passiamo il tempo a chiederci quanto sia giusta o sbagliata una cosa, quanto sia fuori luogo o in un qualche luogo una parola che manco sappiamo poi davvero quale sia. Però stasera, guardandoti, osservando il tuo profilo, il tuo sorriso, il tuo sguardo, un tutt'uno fatto di intelligenza e di accortezza, ho notato che ho sempre avuto una meravigliosa perla di fianco a me e che come un idiota ho sempre guardato il guscio dell'ostrica, senza vedere che al suo interno ci fosse un piccolo tesoro. Sono stufo del semplice fatto che tante persone si spaventano delle parole troppo impegnate, troppo esplicite, di quando ci si espone troppo però, onestamente, vaffanculo io stasera vedendo quanto mi appartieni e quanto vorrei stringerti per portare tutto te in un mondo fatto di tante cose belle e di altrettante cose stupide e di risate mi sento bene. Mi capita di sognarti e vorrei donarti una colonna sonora per renderti queste parole più piene e più ricche, trasudanti di quel qualcosa che mi accende vedendoti. Vedendoti bello come sei oggi, caro calcio."
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L'articolo Materazi Future Club, dopo il punk c'è solo De Rossi di Materazi Future Club è apparso su Rockit.it il 2020-02-07 10:30:00
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