Mattia Faes: musica da camera, in camera

Il cantautore milanese guarda curioso il mondo che passa fuori dal suo appartamento: nasce così “Via Vela”, primo ep di un’ideale trilogia. Intanto ci godiamo questi 4 racconti morbidi e sognanti, dove il pop da cameretta incontra gli archi

Mattia Faes - foto di Nicola Faes Belgrado
Mattia Faes - foto di Nicola Faes Belgrado

Via Vincenzo Vela, a Milano, è una via in cui è raro capitare di passare. C'è un negozio interamente dedicato alla musica latinoamericana in via Vela, magari chi è appassionato del genere è andato a farci un salto, per il resto è unì quartiere perlopiù residenziale, un senso unico che si imbocca da largo Usuelli per finire in viale Abruzzi, nella zona nordest della città. È una via come tante via Vela, di quelle in cui è impossibile trovare parcheggio, di quelle che vanno attraversate tutte una volta che ci si finisce dentro, di quelle che ti dimentichi subito una volta che ci sei passato (fatta eccezione per il negozio di musica latinoamericana, forse). 

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Ma c'è anche chi in via Vela ci ha vissuto, la chiama casa, ha tutti i suoi ricordi più belli che corrono lungo questo stretto senso unico di circa 150 metri. Come Mattia Faes, cantautore milanese con un ep chiamato – ma guarda un po' – Via Vela, una sorta di secondo debutto dopo il disco Equilibri, pubblicato nel 2015 e ora disponibile soltanto in CD.

Mattia non è uno che ha preso in mano la chitarra tanto per caso. Sulle spalle ha un diploma del Conservatorio in chitarra classica, a cui va aggiunta una folgorazione totale per gli arpeggi enigmatici di Nick Drake, tanto da ribaltare i suoi studi per andare a giocare con le meccaniche dello strumento, sperimentare accordature nuove, il tutto in un contesto di puro pop. E se di giorno è a scuola a insegnare musica a scuola, la sera si dedica alle sue canzoni nello studio che si è costruito in casa.

Mattia Faes - foto di Nicola Faes Belgrado
Mattia Faes - foto di Nicola Faes Belgrado

E proprio da casa parte lo sguardo di Mattia, per raccontare le storie dei passanti che camminano sotto la sua finestra mischiandole con il suo quotidiano. Per questo Via Vela, che nasce come primo capitolo di una sorta di trilogia musicale, ha una dimensione così domestica, raccolta e accogliente. Un bedroom pop raffinato che viene impreziosito dai dolci colpi di viola e violino di Archimede De Martini, musica da camera prestata al servizio della musica da cameretta.

il contesto casalingo viene disegnato da 40 m², seconda traccia dell'ep, dove un piccolo appartamento diventa un buco nero in cui viene perso qualsiasi oggetto, fino a tracciare un portale con la luna dell'Orlando Furioso, dove Astolfo vola e trova tutti gli oggetti perduti sulla Terra. Una morbidezza familiare avvolge il brano, vera costante dell'ep, quel senso di confortevolezza da Kings of Convenience che distende i nervi e disegna acquerelli sonori ricchi di colore. Così come Lisa, felice, che nel dramma di una storia d'amore a senso unico si ritrova un nuovo senso di sé, del proprio valore come individuo, a dispetto di chi gioca con i sentimenti altrui (o, in questo caso, con quelli di Lisa, protagonista del brano).

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A chiudere il quadro ci sono Domino, canto di libertà sognata su un dialogo tra una chitarra brasiliana e archi tremolanti, e Fritto misto, nell'incontro tra due cuori a un tavolo dove il cibo si mescola con le paranoie. Mattia Faes infiocchetta queste storielle semplici e significative al tempo stesso, scorci di vite altrui che poi non sono altro che la nostra, anche se camuffata in maniera diversa. E vedrete che se anche non siete mai passati per Via Vela, in qualche modo riconoscerete casa vostra pure lì, tra il negozio di musica latinoamericana e le macchine parcheggiate.

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L'articolo Mattia Faes: musica da camera, in camera di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2022-07-13 10:46:00

Tag: ep milano

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