Finalmente Ibisco: dopo un crescente passaparola nei corridoi e sulle pagine social che racconta un fulmineo acchiappo della solita sveglia V4V, di una licenza esclusiva Virgin Music, di un publishing Sony, delle scoppiettanti aspettative di una produzione firmata Marco "Motel Connection" Bertoni, di paragoni che afferrano a man bassa miti indiscussi come Dalla e Joy Division, una foto sbilenca su Instagram e un'altra con la mano davanti su Facebook, eccolo approdare alla prima apparizione inequivocabile, in attesa del debutto ufficiale previsto per l'anno prossimo.
Per una volta, al netto di un gusto opinabile nello scegliere camicie, è quello che noi tanto agognavamo. Qua il video in anteprima di Meduse, il suo singolo di debutto.
Meduse non è il disvelamento di un bluff, semmai parla ancora una volta una lingua fatta di scazzi da bedroom wave, indie di imprinting provinciale – che poi sia di Birmingham o di Bologna, alla fine, non ha molta importanza – e chiari debiti post-punk. Così ci si abbandona alle immagini che scorrono dal cruscotto, che inquadrano i tormenti interpersonali di Ibisco in forma di cartellone autostradale.
"E quello rincorriamo, di sera, quella cosa che fugge, che vogliamo, che ci vuole, ma che ci tiene in pugno come cucchiai, non per sadismo o cattiveria, ma perché ingrediente essenziale di ogni cosa a cui penseremo per tutto il resto della vita".
L'impressione complessiva è di pianoforti che rovinano al suolo, melodie tenui graffiate da ventate gelide e seduzioni cantautorali d'ispirazione più o meno r/decente mandate al diavolo dal suo essere un venticinquenne di spessore con qualcosa di bello da raccontare. Attendiamo sviluppi.
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L'articolo Ibisco, un viaggio in autostrada con il vetro appannato di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2020-06-24 09:10:00
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