"Guarda, la faccio molto semplice: a scuola, io, Filippo e Fabio eravamo tre persone completamente chiuse in loro stesse: chi per le proprie paure, chi per i propri rancori, chi perché non si sentiva all’altezza. Poi, grazie allo stare insieme e grazie alla musica, siamo riusciti a sublimare le nostre ansie urlando nel microfono e pestando negli strumenti. Lo trovo un percorso molto simile, se non proprio uguale, a chi con i disegni esorcizza il proprio senso di inadeguatezza": questo è il pensiero di Benedetta dei Melancholia, arrivato improvviso come un rombo di tuono a ciel sereno, alla fine di una giornata trascorsa insieme.
Siamo stati alla Lucca Manga School in compagnia della band di Foligno e di Caterina Rocchi aka @pane_e_manga su Instagram. Giovane mangaka che, dopo una lunga esperienza in Giappone (trascorsa a lavorare a braccetto con i maestri del fumetto), ha fondato a Lucca (e dove sennò?) un punto di eccellenza in Italia del genere.
L’occasione era molto ghiotta: quasi tre giorni in cui i componenti dei Melancholia si sono trasformati in manga, grazie alle abili mani di Caterina: "Benedetta è già di suo un personaggio dei manga, ma anche Filippo e Fabio, se colti nelle loro pose caratteristiche, potrebbero uscire direttamente dalle pagine di Weekly Shonen Jump", sorride la mangaka. Che continua: "Personalmente adoro quando diversi mondi si fondono per trarre comune ispirazione l’uno dall’altro. Pensiamo a un titolo come Nana che, volenti o nolenti, ha finito per influenzare un intero mondo musicale, non soltanto dal punto di vista del look e dell’estetica".
I Melancholia, reduci da un tour estivo e dopo l’esperienza a X-Factor, si trovano perfettamente a loro agio in mezzo ai mangaka: "Grazie a Filippo e Fabio, due veri e propri nerd appassionatissimi di tutto – ci dice Benedetta – mi sono avvicinata a questo mondo e mi si è aperto davanti un intero universo. Da qualche tempo sono diventata super fan dell’Attacco dei Giganti e non sai quante persone, negli ultimi mesi, ci hanno detto che la nostra musica starebbe benissimo nella sigla di opening o di ending della serie".
Nel mondo dei manga (e dell’animazione in generale) la frontgirl della band umbra ha ritrovato la stessa voglia di raccontarsi e di raccontare che cercava nella musica che ascoltava da ragazza: "Un giorno (che ricordo bene, perché avevo un febbrone da cavallo) una canzone, invece di parlare di qualcosa, ha parlato direttamente a me e di me. Allora ho capito che da grande, anzi da subito, avrei voluto fare quella roba lì: mettermi un giubbotto bianco, calarmi il cappuccio in testa e gridare tutta la mia rabbia dentro un microfono".
Pure Caterina ha avuto un percorso simile: "Quando mi chiedono dove trovo l’ispirazione per i miei disegni o le mie storie mi piace rispondere 'nei miei disegni e nelle mie storie', perché in quello che faccio metto dentro sempre un po’ di mio, anche nelle cose apparentemente più distanti o pazze", spiega la mangaka. "Per esempio, primi in Italia, abbiamo lanciato un corso di webtoon , il manga coreano, proprio per stare sempre a passo con i tempi".
La cosiddetta korean-wave (che abbraccia non solo il fumetto, ma arriva anche al cinema, alle serie televisive, alla musica) è molto di più di una moda passeggera secondo l'autrice di fumetti manga: "È qualcosa di destinato a durare perché di lunga durata sono i temi che tratta. Bullismo, ansia sociale, senso di inadeguatezza, incapacità a esprimere le proprie emozioni nella giusta misura: i fumetti sono i giornali intimi, folli e punk di ieri".
Le fa eco Benedetta, intenta ad addobbare un magnifico albero di Natale a tema Pokémon: "Quando un nostro fan ci ferma per dirci che con la nostra musica ha trovato la risposta a una sua paura, noi ci sentiamo davvero felici. Durante gli anni della scuola sarebbe stato bello trovare qualcuno che parlasse per noi, di noi", afferma la cantante. Che continua: "Alla fine, le canzoni e i manga fanno la stessa cosa: traducono un sentimento personale in un tema universale, per tutti".
La chiacchierata, poi, si sposta sulle differenze di gestione dei concerti tra Giappone e Italia. Caterina, che ha partecipato a molti concerti indie quando viveva nella nazione insulare, racconta che anche al concerto della band più scatenata si presta sempre massima attenzione al proprio spazio vitale: "Magari si poga, si fa headbagging, ma sempre e comunque al proprio posto. La fila è ordinata e ognuno ha il proprio numero, come dal salumiere. Non è detto che i locali siano sempre meglio che in Italia, ma diciamo che il senso di ordine è sempre iper rispettato".
Benedetta, dopo aver confessato la sua recente "cotta" per tutto il mondo drag, racconta: "Di concerti ne ho fatti tantissimi, sia come pubblico sia come band. Spesso e volentieri mi sono ritrovata in situazioni al limite, dove solo grazie al buon cuore di alcuni (come quello del mio amico di sempre, Beppe) sono riuscita a 'sopravvivere'. Adesso le cose sono molto migliorate, ma fino a cinque o sei anni fa era tutto molto più ruspante".
Prima di salutarci, i tre dei Melancholia ricevono i loro fiammanti ritratti in formato chibi e ci danno appuntamento a sabato 18 dicembre, dove saranno tra i protagonisti alla festa di Radar al Largo Venue a Roma: "Sarà un grande party per dare l’arrivederci a un anno importante, impegnativo e ricco di sfide per noi e credo per tutti. Siete tutti invitati, soprattutto i fan di Naruto e Kingdom Hearts, ovviamente!".
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L'articolo Manga Melancholia di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2021-12-14 16:45:00
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