C'è stato un tempo in cui molti di voi ascoltavano il metal, godendo delle illustrazioni truci sulle copertine dei vinili e imparando testi e assoli di chitarra a memoria. In seguito, qualcuno si è dato al metal estremo nel periodo di maggior tormento, per poi diventare adulto e virare verso il folk indipendente o l'itpop. Esistono, ne ho le prove. Altri, semplicemente, sono rimasti metallari a vita e con quelli che hanno tradito la fede, ci parlano poco e malvolentieri.
In effetti, negli anni '80 (ma anche nel decennio successivo), il metal è stato il viatico per la ribellione. Musica rumorosa, distorta, primitiva, perfetta per far incazzare genitori, preti, sbirri e società in generale, sognando di volare sulle highway americane con un giubbotto pellatissimo e una moto supercromata. In realtà, quello sopra è un cliché estremamente falso, perché il metal si è sempre distinto in un sacco di sottogeneri che l'ondata nu metal di fine '90 primi 2000 ha provato a inserire nello stesso calderone, ma quelli hanno sgomitato per riprendersi il proprio spazio e negli anni '10 sono tornati a dividersi felicemente, un po' come i loro fan.
L'appellativo "metallaro" è una roba generica che poteva usare vostro nonno per definire un ragazzetto coi capelli lunghi, la maglia degli Iron Maiden, i bracciali con le borchie e i pantaloni strettissimi, tocco fashion che i metallari hanno reso celebre ben prima che hipster e truzzi lo facessero proprio. Birra in mano, lo trovavi nelle piazze o nelle aree adibite alla compagnia del metal, che vedeva di starsene ben alla larga da quelli che ascoltavano la musica moscia. La realtà è anche altro: in Italia ci sono comunità vive e attive di Glamsters che si ritrovano vestiti come Nikki Sixx dei Motley Crue o Bret Michaels dei Poison ai concerti (spesso reunion imbolsite) delle band che hanno fatto del rock'n'roll tutto feste e scopate una ragione di vita. Il biopic "Motley Crue - The Dirt" che uscirà a marzo su Netflix, vi chiarirà gli aspetti più estremi e folli del genere.
Questi ultimi hanno poco o niente a che fare con la vasta congrega del Death Metal, ben meno disposta a indossare pailettes in favore di look total black e distopie nucleari, apocalissi di ogni tipo, sventramenti e pesantezze che portino allo scoperto il proprio disagio interiore. Discorso a parte per la comunità Black Metal italiana, che dalla nascita del genere lo considera come un vero e proprio culto, con ferree regole da seguire. Per avere un'infarinatura di cosa voglia dire farne parte, potreste guardare il film di prossima uscita "Lords of Chaos", recente biopic sulla storia (romanzata) dei Mayhem e di Burzum, tra omicidi, riti, morti apparenti e chiese bruciate.
Last but not least, i nerd del metal, i True Defenders (spesso Riccardoni), quelli che amano le band epic-classic ultratecniche, che sbavano davanti agli strumenti, conoscendone ogni anfratto e possibilità, che dedicano ore giornaliere ai tutorial su YouTube per guardare le ultime novità suonate da chitarristi-piovre che dopo un po' fanno venire il mal di testa. Ragazzi con poca vita sociale ma con sogni turbofantasy e una voglia di rivalsa eccezionale nei confronti del resto del mondo.
Fatta la dovuta premessa, parliamo un po' della salute del metal di questi tempi in Italia. Dal sito Metal Archieves, una sorta di enciclopedia del metal internazionale consultabile per Paese o per sottogenere, potete farvi un'idea di quante band siano sempre all'attivo, di quante abbiano cambiato nome e di quante si siano sciolte dopo anni di onorato servizio. Un dato: sembra che il metal sia particolarmente vivo nella Grande Padania, in città come Pordenone, Varese, Treviso, Vicenza, Bergamo, Belluno, Como, Lecco (secondo i dati raccolti). Sicuramente la nebbia, le realtà industriali e i caseggiati affatto turistici aiutano la ricerca del metallo.
Nel caso siate tra quelli che da piccoli ascoltavano il metal e poi hanno smesso, manco facesse male come le sigarette, un ragguaglio su cosa sia successo negli ultimi anni in Italia è doveroso. Se tra i vostri dischi del cuore ci sono i Death SS (ancora attivi benché meno mascherati), la Strana Officina, i Bulldozer, i Vanadium di Pino Scotto o gli Extrema, sappiate che di acqua sotto i ponti n'è passata. Addirittura Paul Chain ha rinunciato al suo nomignolo oscuro per mettersi a fare esperimenti con la chitarra e l'arte colorata.
Il top del gradimento a livello mondiale lo hanno ancora gli inossidabili Lacuna Coil di Cristina Scabbia, che sono anche la prima band italiana a comparire nella classifica di ascolti metal su Spotify (si parla di 32 milioni di stream in un anno) e che in carriera sono arrivato alla posizione n. 28 della classifica di Billboard USA, ma anche i triestini Rhapsody of Fire, band symphonic power metal con all'attivo 10 album, più di un milione di copie vendute in tutto il mondo e mezzo milione di like su Facebook. Ancora symphonic barocchissimo ma stavolta contaminato col death è il genere dei Fleshgod Apocalypse di Perugia, band da 335mila like su Facebook, numeri che gli onesti musicanti del nuovo pop si sognano la notte.
Un progetto del tutto diverso, che unisce jazz, prog e metal sono (stati) i padovani Ephel Duath (sciolti nel 2014) mentre vanno ancora fortissimo i Sadist, techincal death metallari genovesi all'attivo dal 1991 che si sono riuniti nel 2005 tornando alle origini (l'ultimo album, "Spellbound", è del 2018). I romani (ma catanesi di origine) Novembre spaccano con il loro progressive death metal, i milanesi Destrage invece restano in bilico tra il thrash, death, prog e math.
Spostandoci nel territorio ibrido del metal contaminato, meritano assolutamente una menzione gli Ufomammut di Tortona, che suonano doom stoner con influenze psichedeliche e che live sono degli schiacciasassi e i devastanti triestini The Secret che coniugano il metal con l'hardcore, toccando note black assolutamente negative. Esperienze al limite del metal sono quelle degli OvO di Stefania Pedretti e Bruno Dorella, che giocano col rumore e con l'industrial declinato al black ma soprattutto al drone, del funeral doom rallentatissimo dei Fuoco Fatuo, all'incredibile epic black metal partenopeo degli Scuorn coi testi in napoletano creati dal polistriumentista Giulian, fino ad arrivare a Lili Refrain che da sola canta, suona, loopa e ci fa entrare in abissi oscuri davvero sinistri.
Il recap metal si ferma qui ma aspettiamo i vostri consigli: quali sono le vostre band metal italiane preferite di oggi? Segnalatecelo nei commenti!
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L'articolo Il metal in Italia funziona alla grande di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-02-28 14:00:00
COMMENTI (28)
Ironthorn!!!!
I Folkstone, in bilico tra l'essere menestrelli, hard rock e folk metal, da Bergamo.
Gli Ancient Bard da Rimini (mi pare, ammetto di non ricordarlo), ottimo epic metal che hanno riscosso grande successo pure a Wacken.
Tra un po' usciranno anche gli Hocculta, band da non dimenticare....
Amo il metal e negli ultimi tempi sto scoprendo diverse ottime band italiane, posso suggerirvi i Secret Rule di Roma, i MindAheaD di Pisa e gli Sleeping Romance di Modena, ho avuto la fortuna di vedere tutte e tre le band dal vivo e sono notevoli.
Bachi Da Pietra "Necroide" (2015).
MindAheaD da Pisa, MelodicDeatProg
I primi che mi vengono in mente da Rimini sono i Deadly Carnage...C'è da dire che pure io militavo attivamente con un gruppo, ma poi scioltosi per troppi problemi logistici e generazionali; vuoi che s'incendia la stanza prima dell'avvento del Papa (Lorenzago 2004), poi snobbati da una stanza perchè i fuoi dentro si facevano troppe spade e ci andavano giù di brutto, dormendoci pure...mah va beh, per gli amici si passa sopra questo ed altro (correva l'anno 2005/2006), poi per troppo stipaggio ci hanno negato la stanza perchè erano meglio i gruppi folcloristici o cover (2006) e tutto questo nel comune dove abito ancora, di Santo Stefano di Cadore (BL)!
La mentalità e le strutture, seppur minime e in culo ai lupi sono dedite ad escludere l'underground, ma pure i cambiamenti umani, riducendoli come dei clichè per bimbi o malati mentali...e va beh passiamo sopra pure a ste puttanate...
Pensate ai numerini che potrebbero fare dei gruppi che non vengono calcolati nel mega marasma iper internettiano!!!
Magari perchè non troppo seri o meglio perchè troppo Underground!
L'arte non ha prezzo e chi si vuole respirare una boccata d'aria deve lavorare per tirare avanti allontanando così la sua possibilità, seppur remota di far quel che sente ed è, in fondo a ingiuria capitalista che ti vuole omologato negando le origini proprie o magari appunto, non avendo soldi, finisce a creare una stanza dove si paga l'affitto, sfitta, e sporca dove buttare le proprie idee, le proprie escursioni mentali, le frustrazioni per non ritenere che in sto campo di comunicazioni c'è solo il bordello del soldo, del sesso, del malconcio vendersi per esistere....squallido no!?
Ma è per questo che il metal è iniziato ad esistere, vuoi che la maggior parte, la nicchia, dico, è morta o sta male, o non produce più, o s'è messa i lustrini e va nei talk show del tubo, cam.tv, fbm, twit, sput (a fare?), ecc, vuoi perchè non c'è più quella coesione con una vera realtà, presa come supposta una ventina di anni fa, spedita come un treno dove c'è meta, si, parlo dell'economia odierna, i nuovi strumenti che servono per elargirla ed espanderla...servono si, ma a far vendere di più, senza sostanza, allora che dirvi.....lavorate e meditate gente o andate a zappare la terra come i miei nonni facevano (che faccio)...eh e pensare che militando pure come fotografo e scrittore ho mollato quel mood, ma non far musica....poi c'è in fondo al tunnel da dire pure che sta ventata de metallo non esiste....girando, vedo solo bar, pub, centri sociali che promuovono la nuova sintopatica e gnostica voglia di colori, finti, per apparire e basta! Poche le realtà che più di 10 anni fa facevano sentirsi, indi dai non raccontante panzanerie...comqe mi andrò a vedere il filmetto dedicato a Burzum anche se i Bathory sono er mejo!!!
Ciao a tuttiii!!!
Vanexa,ma loro è gia un bel po di tempo che ci sono
Una delle mie preferite sono i Nanowar of Steel da Roma...
Sarà che il genere demenziale è uno dei miei preferiti (parlo di gente come Elio e le Storie Tese o Frank Zappa), sarà che il tocco di Christian Ice (loro collaboratore) rende tutto più magico, ma i Nanowar meritano, eccome
I trick or treat meritano, soprattutto i due rabbits Hill