Se ti svegli col pigiama alla rovescia la sera prima è stata sicuramente una grande serata. Pensavo anche quanto deve esserlo stato per Calcutta che senza neanche annunciare la sua presenza al festival si è ritrovato con l'area del Palco Pertini murata di gente che intonavano "Uè deficiente" con un'unica voce, ancora strafatta di cordiandoli all'adrenalina di Cosmo. Sicuramente loro (Calcutta, Cosmo e il pubblico) si sono svegliati coi pigiami sottosopra, anche se con la bomba di caldo che è scoppiata ieri forse sono l'unica a mettere ancora il pigiama. Ché ci vuole botta a reggere sia se sei sotto palco sia se come noi sei lì che corri da una parte all'altra del festival per fotografare concerti e momenti speciali, per portare gli spiccioli ai bar, per direzionare la fila della gente che no, biglietti non ce ne sono più ragazzi, davvero, noi vi vorremmo tutti dentro ma proprio non si può. Come dice il poeta: la vita è cattiva ma non l'ho inventata io.
La gente canta con Calcutta, foto di Davide Padovan.
I primi a entrare li vedo di sfuggita. È strano quando iniziano ad entrare le prime persone, sguardi timidi ma occhi curiosi, i passi che si scaldano piano, uno alla volta. I primi a entrare li vedo di sfuggita, dicevo, mentre il palco MI FAI è in pieno fermento, ultimi check sound, tanta adrenalina. C'è Simone che è lo stage manager che da stamattina si è già cambiato 5 t-shirt, quella di adesso recita "Che cazzo ci facciamo qui?". La risposta è che se sei dentro e ci sono ancora i check, puoi farti qualche spoiler e organizzare meglio il tuo tour tra i palchi. Adoro i check: sei tu con l'artista. Dal palco Pertini arriva un sound così perfetto che dico a Marco: "Abbiamo attaccato la playlist in diffusione?". E invece è Francesca Michielin che quanto a produzione del live, ciaociao. La vedrò sotto il solleone del primo pomeriggio e poi nulla più: c'è un prof di musica che ci ha scritto qualche giorno fa per portare la sua classe di 30 alunni a vedere il MI AMI, sono lì adoranti in mezzo a un altro bagno di pubblico che quando tocca a lei riesco a sgusciare tra la folla di teste e capire che il muro è caduto, balliamo sulle macerie così siamo tutti più alti di un metro. Cosa vuol dire essere lì? Non può essere solo la musica, no. È la magia che fa sì che ancora si canti.
Tocco il cielo con un dito quando sto correndo verso l'area Havaianas a sistemare i cuscini della Havaianas Beach e c'è Bonetti che fa quel riff alla Lucio Dalla della sua canzone che si chiama proprio "Correre forte" e penso che lui non lo sa, ma nella mia testa era come essere la protagonista del suo videoclip. Prima di lui l'acqua salata nelle chitarre dei Gastone, ad aprire il MI AMI prima di tutti, Galeffi e il pop porno romano.
Francesca Michielin che sale sul palco, foto di Silvia Violante Rouge.
All'ingresso incontro Paletti, un veterano del festival. Ci abbracciamo forte perché (ora possiamo dirvelo) due giorni fa ha sposato la sua signora e sono insieme al MI AMI per una primissima luna di miele. Love is in the air e lo annuso fino a quando un'amica mi invia una foto di due ragazzi che si abbracciano e mi dice "Mi chiedono di te all'infopoint". Corro forte anche di lì e mi trovo davanti il miracolo: Jonida e Manuel, i protagonisti del nostro mag, il simbolo di tutto l'amore che gira intorno al MI AMI mi aspettano per abbracciarci, conoscerci, ringraziarci a vicenda. Intanto è scesa la notte e i coriandoli illuminano il cielo come un'invasione di lucciole: gli schermi del MI FAI si riempiono di illustrazioni bellissime che fendono il cielo con gli aerei in partenza da Linate che ci salutano dall'alto. La collinetta è tutto un fiume di teste e braccia alzate verso il cielo: Willie Peyote, Coma Cose, Frah Quintale e Giorgio Poi. Non esiste spazio libero, e allo stesso tempo nemmeno serve. Si sta stretti sì, ma si sta insieme, i telefoni in tasca e le mani al cielo. Cosa succede se internet smette di funzionare in un Festival come il MI AMI, cosa succede se addirittura, anche se per un istante, salta la corrente? Chiaramente, se ci lavori, è l'inferno. Ma se sei lì per la musica, le persone, la birra, le ragazze in canottiera, o più probabilmente e cosa più importante, per attitudine, è tutto un altro discorso. Fuori dalla rete, dentro la vita. Al MI AMI ci sono i telefoni che rimangono quasi tutti nelle borse, le strade vuote e migliaia di persone sotto i palchi. I Coma Cose, poco prima di Jugoslavia, hanno chiesto al pubbblico di fare mille luci, uno spettacolo che oggi è destinato alla torcia dell'iPhone. Ma non ieri, ieri sono tornati gli accendini.
Baci in collinetta, foto di Claudio Caprai.
Cantano dalla prima alla 40esima fila, mentre nella mia mente penso al mio primo MI AMI, ormai parecchi anni fa, e a come la collinetta sia cresciuta, anno dopo anno. La guardo come si guarda un fratello minore che si laurea e sei orgogliosissimo e ripensi con nostalgia ma senza rimpianto a quando era un nano piccolo così che ti puntava dal girello. Penso a Sandro che oggi compie gli anni e a quante volte l'ho visto sbracciarsi da quel palchetto di periferia che è diventato una villetta di lusso vista mare. Alle 2 sono con Marilù a raccontarci storie del MI AMI: quella volta che ho conosciuto te, quella volta che la collinetta stava venendo giù, intanto il nostro staff ha iniziato a staccare e creiamo un cerchio di storie, racconti, eventi assurdi. Sembro papà Castoro 2.0 che fumando una sigaretta ti racconta di come ha visto crescere e spargersi in tutta la Penisola una pianta nata da un seme buono che risuona come il punto esatto, nei pressi dell'ex area catering, in cui se ti fermi puoi sentire il suono di tutti i palchi contemporaneamente. Lì viaggi più in alto degli aerei in partenza da Linate.
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L'articolo MI AMI 2018 - Primo giorno di Chiara Longo e Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2018-05-25 00:00:00
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