Rinascere.
Riaprire gli occhi e ritrovare sé stessi e mondo attorno, accertarsi che collimi con i propri ricordi. Sentire le emozioni insorgere, poi cercare un modo di addomesticarle. Una sensazione parecchio strana, del tutto inedita. L’abbiamo provata in tanti venerdì 27 maggio – nel giorno esatto in cui Rockit compiva 25 anni –, quando, a tre di distanza dall’ultima volta, si riaprivano i cancelli ed era di nuovo MI AMI.
Abbiamo visto l’Idroscalo di Milano riempirsi senza darci il tempo di rendercene conto: prima un gruppetto qua e uno là, a chiacchierare e ascoltare i primi live, poi le code festose, la gente ovunque. Ecco com’era, ecco cosa accadeva tutti gli anni e perché era così bello. Abbiamo visto cinque palchi accendersi uno dopo l’altro, prima il palco Rilegno, poi la Collinetta Galaxy Buds2, poi lo spettacolo del palco Dr. Martens (anticipato da un bellissimo act acustico di Galeffi al TOUGH AS YOU UNEXPECTED STAGE), il piccolo e preziosissimo Pegaso, l’Heura Garden presto trasformata in una super balera sotto il cielo di maggio.
Su ciascuno di questi stage sono saliti, dalle 16.30 e per quasi 12 ore senza uno stop, decine di artisti, con infiniti ospiti e sorprese, come da migliore tradizione. Migliaia di ragazzi e di ragazze, nel frattempo, inseguivano la musica, consultando la line up stampata sul nostro magazine oppure semplicemente il vostro istinto e la vostra curiosità.
Non è semplice spiegare gli ultimi due anni delle nostre vite, forse ora non è nemmeno più così utile farlo. Bisogna darsi del tempo. Intanto, però, era fondamentale riacciuffare tutte le nostre cattive abitudini. MI AMI 2022 aveva questo obiettivo. Parlare alla memoria emotiva, consumarvi i giga, frugare un po’ tra le viscere. Tutto il contrario di un esercizio di nostalgia, oggi più sterile che mai. Al contrario, un salto con i piedi uniti in un futuro in cui la paura è abolita.
La musica ci è sempre stata vicina, ieri sera ha indicato la via. Per questo serviva che fosse tanta, diversa, ovunque. Ad aprire le danze è stata Clauscalmo, uno dei mille esordi (o quasi) di questi tre giorni. A ricordarci che c’è una generazione di artisti nata interrotta, un’onda creativa che negli ultimi 24 mesi è stata contenuta, sopita e che ora è il momento di liberare. Sono tanti, più degli altri anni, i debutti live, tanti gli artisti già dalla serata inaugurale che si sono ritrovati per la prima volta davanti a un grande pubblico, finalmente in piedi come deve sempre essere.
È stato bello vedere l’emozione unirsi con il talento e dare una forma autentica e scintillante ad esibizioni come quelle di Alda e Galea, di Lil Jolie e Vale LP, amiche fino a essere sorelle che si sono avvicendate sul palco. E poi Marta Tenaglia e Assurditè, bravissime a scaricare a terra con voltaggio doppio la tensione di un ritorno atteso da troppo tempo. O Merli Armisa, potente per davvero, Nicolaj Serjotti e Marco Fracasia, capaci di unire attitudine e ricerca. Come i 72-Hours Post Fight, oggi una bellissima realtà della nostra musica.
Uno dopo l’altro, mentre le ore passavano e per tutti il passato era ormai solo tale, iniziavano gli act più incendiari. La fiamma sulla miccia l’hanno messa con il loro pogo i Giallorenzo, piccoli punk cresciuti alla grande, la follia destrutturante di Brucherò nei pascoli, le bordate di Deriansky e Golden Years. Live pieni di gente, felici, esagerati, liberatori.
Sulla Collinetta il colpo d’occhio diventava colpo al cuore. Prima qualche persona seduta sul declivio, poi i gruppetti che iniziavano a farsi sempre più numerosi e vicini tra loro, poi il buio e il polleggio che lasciava spazio al delirio. Un mutaforma che è il senso stesso di quel palco (se c’è un simbolo di MI AMI, eccolo), raccontato molto bene dalle foto che trovate nelle nostre gallery e sui nostri canali social e da una line up in cui si passa dalle performance di altissimo livello, tutte accolte con grande calore, di Gianmaria, Memento e Generic Animal al bordello vero, la festa assoluta, con i live finali di Tutti Fenomeni e Pop X.
Menzione a parte per Hello Mimmi e i 20025XS: l’hyperpop è una delle novità musicali più dirompenti degli ultimi anni e grazie a loro per un paio d’ore il palco Pegaso è stato un cortocircuito di suoni, colori, glitch e allucinazioni.
Non ci siamo dimenticati di quello che succedeva sul palco Dr. Martens, impossibile farlo. Anche perché, come sempre, è stata una questione di cuore. Ibisco (che ha portato live per la prima volta Darkamore, nata con Project Together) e Post Nebbia, che hanno inaugurato lo stage, sono due realtà che abbiamo visto crescere in questi anni, ed esplodere. Era inevitabile che sbocciassero, c’erano troppo talento e troppe motivazioni, ma la consapevolezza che hanno già acquisito impressiona.
I set successivi sono stati un’istantanea del meglio che la canzone italiana possa offrire oggi: Mobrici – che ha emozionato tutti ricordando l'exploit dei Canova in Collinetta e ospitando gli amici Dente e Fulminacci –, Giorgio Poi e Venerus, che ha portato in scena una simbologia della rinascita in cui è stato difficile non ritrovarsi. Tre artisti lontani tra loro, incredibilmente a fuoco nella propria arte e capaci di creare un magnetismo con il proprio pubblico. Una vibrazione lunga quattro ore, un traboccare di persone e di sensazioni.
E che si è trasformata in qualcos’altro, in un’altra sventagliata di energia e divertimento con la Garage Gang e con la techno di Gabber Eleganza, archeologo dell’hardcore che dimostra, a giudicare dalla quantità di gente stregata dai suoi bpm, che in effetti “will never die”. Tutt’altra atmosfera, a chiudere gli altri palchi, con la world music e la raffinatezza elettronica di Go Dugong e dei Thru Collected, rivelazione dell’ultimo anno, capaci di portare sul palco nonostante la giovanissima età un approccio da dancehall degli anni ’90, un amore incondizionato per la propria terra, la musica e fare le cose assieme.
Tutto ciò che ci era stato negato, tutto ciò che ci siamo ripresi. È stato bellissimo, ma abbiamo appena cominciato. Sabato e domenica si replica. Sei sicuro che abbia senso perderti tutto questo?
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L'articolo MI AMI 2022, giorno 1: rinascere di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-05-28 15:42:00
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