Le 22 sono passate da pochi minuti. Fosse una domenica normale, questa sarebbe l'ora in cui si mettono i pensieri a posto per affrontare gli impegni del giorno dopo, il sunday blues punge come uno spillo e l'ansietta indica che è meglio andare a dormire. Ma questa è tutto tranne che una domenica normale.
I cuori delle migliaia di persone sotto il main stage battono all'unisono, cadenzati da quelli degli artisti che stanno incendiando il palco Dr. Martens. Lo show che la band francese L'Imperatrice sta portando al sedicesimo MI AMI è qualcosa di clamoroso, le espressioni di chi se lo sta godendo lo certificano. I sei membri della band francese, alla loro prima data in Italia, scaricano sulla gente di Milano la loro empatia e la loro voglia di vederci danzare. I grandi cuori elettrici che indossano sul petto scandiscono fino all'ultima nota, lasciando tutti un po' più innamorati.
Non è stato affatto facile questo MI AMI. Con il tempo che passa e le distanze che vanno mantenute le automazioni si inceppano, i costi lievitano, i legami vanno ripresi e ravvivati. Il lavoro dietro all'evento, faticoso da sempre, questa volta lo è stato di più. Siamo certi che capiate di cosa parliamo. È qualcosa che dalla vita professionale alle questioni di tutti i giorni, quasi tutti hanno sperimentato: non c'è attività umana che, ferma per tre anni, non subisca ripercussioni.
Questi tre giorni, però, donano la certezza che in fondo è decisamente tutto ok. Che certe cattive bellissime abitudini, per fortuna, sono davvero difficili da sradicare. E la serata finale del MI AMI 2022, in particolare, è stata un balsamo di emozione e consapevolezza. Quella che il metodo di non avere un metodo, se hai un metodo nel non averlo, paga.
Perché da sempre MI AMI muta forma e indirizzo costantemente, fa e disfa sé stesso e le proprie consuetudini a ogni edizione. È un'eterna sperimentazione. Un'attitudine che nelle scelte artistiche portate sui cinque palchi della serata conclusiva si è vista tutta, dando vita a una molotov di suoni indecifrabili e fragorosi.
Partiamo da quelle pulsazioni ventricolari. Il live dell'Imperatrice era stato preceduto da quello della psych band olandese YĪN YĪN, un viaggio sublime di suoni magnetici e disturbanti allo stesso tempo. Una figata assoluta. I due act hanno rappresentato una primissima volta per un festival ormai maggiorenne, quello di due band internazionali in un evento che ha sempre spinto la musica bella di casa nostra, che meritava spazi e attenzione.
Ma, come detto, l'importante è rompere ogni regola che ci si è dati. La grande "anomalia" di quest'anno, inserita nel programma grazie all'intuizione dei Nu Genea e del loro progetto Invite, è stata una gran bella cosa. Così come il live della band napoletana, travolgente con il suo funky e i suoni del Mediterraneo. Una grande festa per tutte le generazioni di appassionati di musica, la domenica ancora più varie che negli altri giorni, con tanti bambini sulle spalle di papà in preda al groove e coppie che si sono riscoperte amanti sotto una cascata di note del sax.
Le sperimentazioni sono state ovunque e a ogni ora, domenica 29. Fin dalle 16 e 30 e dall'apertura del palco Rilegno affidata a Gaube. Uno dei nostri CBCR (che bello vederli in tanti qui al MI AMI, tutti spaccare alla grande), che è giovanissimo ma sta completamente in fissa con gli anni '70 e si vede. Il palco Pegaso, invece, è stato inaugurato dai Blak Saagan, oscuri, incombenti, un altro act veramente bello.
Muovendosi assieme al pubblico da un palco all'altro, passando da un intensissimo momento di spoken word con i Mezzopalco per il Premio Alberto Dubito all'Heura Garden, si poteva incappare in qualsiasi cosa. Nell'eleganza e la tecnica sopraffina di Marco Castello, che poi si sarebbe rivista come ospite sul palco dei Nu Genea, allo stile infinito di Dumbo Gets Mad, anche loro capaci di fare muovere tutti quanti.
E ancora i nomi forti della Collinetta Galaxy Buds2: Dutch Nazari sul palco con l'amico Frah Quintale, lo Studio Murena che in un paio d'anni è passato da neonata formazione dai contorni improbabili a super band capace di fare tremare i laghetti, fino a Iosonouncane. Una menzione particolare per Jacopo, uno degli ospiti più attesi della tre giorni. Il suo show, come sempre, è stato un'esperienza estrema. Lo spettacolo pensato per il suo nuovo disco Ira parla alle viscere, scuote e lascia interdetti per bellezza e profondità.
Si va avanti fino a notte, sticazzi che poi è lunedì. Alla fine arrivano le chicche – succede sempre così, e quest'anno con oltre 90 nomi in line up è accaduto ancora di più –: i Lazzaretto, psichedelici ed entusiasmanti, i Leatherette, punk che sanno suonare come pochi, i Vanishing Twins, una bellissima "internazionale" musicale guidata dalla batterista Valentina Magaletti.
A qualcuno la paranoia del lunedì, tardivissima, inizia a salire e lascia a malincuore. Gli indomiti si godono la balera nazionalpop di Ciao! Discoteca Italiana, fino agli All Starz ai piatti di questa piccola famiglia che da 25 anni (e per altri mille) rovista tra la musica italiana e vi invita ad amarla. Poi si chiude il cancello dell'Idroscalo. È stato talmente bello che si potrebbe quasi pensare di rifarlo in futuro.
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L'articolo MI AMI 2022, giorno 3: sperimentazioni di felicità di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-05-30 13:03:00
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