La diciassettesima edizione del festival della bella musica, dei baci ed altre sorprendenti magie si è concluso (ci vediamo l'anno prossimo?). 72 ore sopra un ottovolante, tra impennate di gioia, urla scomposte con le braccia per aria, e quella sensazione di volerlo immediatamente rifare da capo una volta finito. Quello che avete trovato e che vi ha trovati prendendone parte resta un segreto prezioso: sta a voi rivelarlo oppure tenerlo sotto la lingua a sciogliersi, dolcissimo.
Se hai timbrato il cartellino come ogni benedetto MI AMI, o se hai ceduto alla nostalgia e sei tornato una volta ancora per inseguire il te stesso di qualche anno fa: il te più incosciente, cronicamente sotto cassa, beatamente ignaro di quello che ci stava aspettando alla soglia del 2020. O se il festival ti ha trovato per la prima volta quest’anno, la testa affondata tra le pagine dell’opuscolo, impegnato a trovare l’incastro perfetto tra, palchi, orari, persone e bisogni primari. La categoria in cui rientri è solo una lucina nella costellazione di motivi che ti rendono molto più di un partecipante, di una nuca nella folla, di un bracciale colorato.
Ci saranno sempre gli infottati con la musica ed i sottoni delle reunion, i sommelier del bar e del rimorchio con i loro drink tenuti da sopra e le mosse di danza molleggiate, gli addetti ai lavori con i loro wall of text & photo dump e altri fichissimi anglicismi. E soprattutto chi era lì, non ha capito esattamente il motivo, ma si è divertito lo stesso. Le categorie servono ad orientarci nel mondo, ma è dimenticarcene ciò che serve per conoscersi davvero. Ognuno di voi è la ragione per cui il pubblico del MI AMI è esso stesso il MI AMI: libero di muoversi, di cambiare, di sbagliare, di andar via e ritrovare, per sempre, l’uscio aperto.
Venerdì 26 maggio
Nella giornata di apertura ci avete messo la faccia, la lingua, la voce. Questo è un festival, ma lo spettacolo siete voi: Katrina, che non parli una parola di italiano ma con le tue 3 amiche berlinesi sei qui perché i bnkr44 vi fanno andar fuori di testa oltre ogni barriera linguistica. Briciola, che coltivi il sogno di stare sopra allo stage che oggi ti trovi davanti. Ilaria, domani avevi un matrimonio in programma, ma la tua cerimonia d’amore più imperdibile sono tre giorni al Magnolia (e Drone126 della LOVEGANG, che direttamente dopo un matrimonio viene a suonare per noi).
La storia del MI AMI l’avete scritta prim’ancora che si entrasse in scena per la 17esima volta: neanche una AI poteva spiegarlo meglio delle espressioni in questa gallery.
Sabato 27 maggio
Il day 2 è stato il più poetico, il più frequentato, ed in lizza per il record di maggior numero di baci scambiati durante un MI AMI finora. Il binomio festival-amore in ogni forma non lo abbiamo di certo inventato noi, ma proviamo a perfezionarlo ogni anno. L’anatomia di un bacio è l’anatomia di un frammento di felicità. I cinque sensi fanno un mosh pit, nel sangue si riversa l’ossitocina (l’ormone dell’amore) e la serotonina appare finalmente come ospite a sorpresa del cervello, un po’ come hanno fatto Coez e Frah Quintale quel giorno.
Noi al MI AMI volevamo vederlo succedere live, questo miracolo, atteggiarci ad artigiani del limone e decostruirlo fino alla componente primordiale. Durante la seconda giornata del festival del bacio ci avete trovati, e ci avete riservato la vostra performance migliore. Che siate venuti in coppia, da solisti, in trio. O se quando siete particolarmente euforici un kiss lo date volentieri anche a tutta la gang. Nemmeno il bipolarismo meteorologico vi ha sottratto la voglia, (le effusioni sotto la pioggia sono un cliché per un motivo). Quindi eccovi, immortalati nel momento più magico e inspiegabile. Se un bacio non è solo un bacio, ma il risultato del desiderio innato di essere riconosciuti, di essere sociali, di essere insieme, allora un bacio al MI AMI cosa è? Ci avete risposto voi.
Domenica 28 maggio
La Domenica è il giorno riservato al riposo e l’adorazione. In teoria. Alcuni di noi sono però soliti trascorrerla boccheggiando, in balia dell’affanno milanese. Alle calcagna tutte le faccende da recuperare, i DM accumulati, quella casella mail che sta sviluppando una fitta ragnatela e quel disco che la nostra amica continua a spammare nella vana speranza che lo ascolteremo.
Quasi dimentichiamo quel biglietto per la giornata di chiusura di MI AMI, il finale glorioso per un festival che ci ha lasciati tanto stanchi quanto estasiati. Ma il MI AMI non si è dimenticato di noi. Per celebrare un terzo ed ultimo giorno all’insegna dell’amore, del benessere e della pace dei sensi, una zona relax attendeva chi avesse bisogno di accoccolarsi un po’. Nel letterale luogo dei sogni del MI AMI avete confessato alcuni dei vostri desideri: primo tra tutti, che non piovesse. Ora potete dormire sereni, i vostri sogni si sono avverati. O sono destinati a farlo.
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L'articolo MI AMI 2023: voi siete un festival di Vittoria Brandoni è apparso su Rockit.it il 2023-05-31 13:28:00
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