Una cosa del genere non si era mai vista, eppure dopo 18 anni si può dire che ne abbiamo viste parecchie. Ma una band come i Phoenix no. Un suono del genere, intatto e anzi in crescendo lungo un'ora e mezza di live da strabuzzare gli occhi. Una simile presenza scenica, un repertorio di canzoni sensazionale. No, band così in giro altre non ce ne sono.
Lunga vita ai Phoenix, lunga vita e buon compleanno MI AMI. E poco importa, come dice Lucio Corsi (un altro dei meravigliosi protagonisti della serata: che fenomeno dal vivo Lucio!), che "nemmeno da vecchi si sa cosa faremo da grandi", noi siamo felici di esserci stati e che il conseguimento della migliore età sia coinciso con questa quattro giorni indimenticabile. Iniziata con un sogno a occhi aperti, il live dei CCCP, proseguito con una nottata complicata (per via della pioggia) ed epica come quella di venerdì e poi con un sabato incantato e perfetto. Infine la domenica, il giorno in cui ci si bacia con più passione.
La stanchezza accumulata c'è, al termine di un weekend lunghissimo e denso di emozioni, ma davanti a una simile line up si ricorre alle forze residue, e ci si fa trasportare dall'energia emanata dai cinque palchi dell'Idroscalo. È la "serata internazionale" come si sente ripetere da varie persone tra il pubblico. Bello che una cosa nata appena tre anni fa sia già diventata una piccola tradizione.
Già il primo live sa di "confini zero", con il suono acido e indefinibile dei terestesa, che trascinano tutti in quella terra di mezzo tra Sassuolo e Tolosa dove nasce la loro musica. Nomi nascosti e fighissimi, la costante di questo MI AMI, sbucano qua e là sul palco Jack Daniel's e Idealista. Ciliegia Suicidio, giovanissimi e punk veri dentro, con il frontman di spalle e un suono storto che conquista. SGA, che anche lui drittissimo non è, ed è un'autentica goduria. O i Monte Mai, magnetici, e conferme assordanti come Coca Puma, Marta Del Grandi e Il mago del gelato, tra le cose più forti che ci siano in giro.
È una serata che riserva sorprese dietro ogni angolo. Se ne accorge il pubblico di questa domenica da MI AMI, come ogni settimo giorno eterogeneo come non mai, con le famiglie felici e i bimbi piccoli con i cuffioni alle orecchie mischiati con fan dei Phoenix, giovani di tendenza emo e vecchia guardia dell'indipendenza. Le Cumgirl8 incendiano la scena, prima girando tra i nugoli di persone con il look di scena e poi con una performance in cui l'estremo è la regola. Laila Al Habash porta per la prima volta sul palco il suo nuovo ep (e una sacrosanta bandiera della Palestina) e viene da pronunciare un "che queen" di sangiovanniana memoria. E poi i Bar Italia e Erlend Øye con la sua cricca di musicanti mediterranei campioni della presa bene. La gente balla, e dimentica che domani (cioè oggi) è lunedì.
Una menzione speciale per i Tamango, la band più "ricercata" della musica italiana oggi. Hanno scelto MI AMI per la loro unica vera data estiva e portano sulla Collinetta uno show pensato apposta per l'evento, un grande act in cui mischiano teatro, momenti corali e altri più intimi, delirio. Chi non li conosceva è sorpreso, noi no, ma solo entusiasti di aver accompagnato dall'inizio questo percorso insolito e pieno di fascino. E poi i Tre Allegri Ragazzi Morti: è stato il loro MI AMI, con tre live (sei volte in tutto al festival, la band più volte sul palco), decine e decine di canzoni una più bella dell'altra. Culto totale.
Prima che Sibode Dj e poi i MI AMI All Starz regalino gli ultimi salti agli irriducibili della danza nel fango, c'è da celebrare un momento che fa la storia. Portare su questo palco i Phoenix – così come lo era stato per i CCCP - è un dono che, raggiunta la maggiore età, MI AMI fa a sé stesso e ai Miamers. Sono una delle band che ha definito il suono europeo degli ultimi anni. E si sente. Dalla prima nota si capisce subito che la loro musica è altro.
Uno show monumentale, curato in maniera impressionante in ogni aspetto e in cui il carisma del frontman Thomas emerge in ogni secondo. Le hit arrivano una dopo l'altra, salgono sul palco gli amici Calcutta e Giorgio Poi per un esclusivissimo momento (di quelli che capitano solo qui) dedicato all'album "italiano" della band, Ti amo. Sono tutti lì per i Phoenix e non se ne vanno fino all'ultima nota. Fanno bene, perché assistono al clamoroso epilogo, con il frontman che si lancia tra il pubblico e manda tutti in visibilio.
Sono gli ultimi fuochi, ora è finita davvero. Macché, non è vero. Non è ancora finita. Non finirà mai. Ci vediamo al prossimo MI AMI.
Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così
Non dire una parola che non sia d'amore
Per me, per la mia vita che è tutto quello che ho
È tutto quello che io ho e non è ancora
Finita, finita
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L'articolo MI AMI 2024, giorno 3: Ti Amo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-05-27 00:00:00
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