MI MANCHI giorno 3: siamo sotto la pioggia, come la prima volta

Quanto aveva ragione Il Melandri di Amici Miei: il genio è "fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione". Tipo lui, che nel momento più intenso della pioggia che ieri si è abbattuta sul nostro MI MANCHI, nel bel mezzo dell'esibizione dello Studio Murena, si tira una sedia sopra la testa (una citazione da Emiliano Mondonico, forse) per proteggersi dall'acqua e continua a ballare il prodigioso jazz rap del collettivo milanese. Rimanendo molto diligentemente al proprio posto – come richiedono i tempi –, solo sotto di esso. 

Abbiamo visto anche questo nella serata finale nella tre giorni di musica nuova e preziosa organizzata da MI AMI. Ma sono infinite le istantanee che vorremmo donarvi da queste 72 ore, parecchie le trovate qua sopra (qua i report dalla prima e dalla seconda serata), molte di più sui canali social di MI AMI e Rockit grazie alle immagini dei nostri fotografi ufficiali Silvia Violante Rouge, Starfooker e Nicola Braga. 

Vi abbiamo visti seduti a cantare a squarciagola brani pubblicati solo pochi giorni prima e poi vi abbiamo visto in piedi, riparandosi nelle maniere più improvvisate, per godersi fino all'ultima nota dei nostri live, prima che non fosse proprio più possibile tenere gli impianti accesi. E abbiamo visto 18 band e musicisti tutti giovani e in molti casi giovanissimi (anagraficamente e artisticamente) divorare il palco come dopo un lungo digiuno: era un'anteprima del futuro della musica italiana.

La giornata di domenica comincia con le note di Paolo Schiamazzi, romano di stanza a Torino, nella vita programmatore informatico e "molestatore musicale" con i Disturbo della Quiete Pubblica. Si presenta in bermuda e con una bellissima maglietta presa al mercato del Balon e porta sul palco un mondo sonoro pieno di distorsioni ed elettronica, parole che sembrano assurde e sono invece profondissime. Dopo di lui tocca a Vipera, che con la sua band e la spettacolare coreografia di una bravissima performer dona un act caldissimo, fatto di rock, contaminazioni e sperimentazione assoluta.

Ecco Dunia e Elia: i Laguna Bollente. Coppia veneta che abbiamo tra i primi tenuto a battesimo, i due giovani punk (nell'animo) mettono in scena, visibilmente emozionati, un set tirato e duro, con i loro testi abrasivi e giri di basso che salgono sopra ogni cosa. Tra il pubblico dita al cielo per gli Orociok e per Joan Mirò, tutto bellissimo! Bais, invece – per gli standard di una tre giorni dall'età media bassissima – è un veterano. E si sente. Il suo è un pop maturo e molto contemporaneo, cantato molto bene e suonato alla grande tra gli assoli dei fiati e il suono della sua tastiera che vola ovunque.  

Inizia a piovere, prima piano poi sempre più forte. Nel frattempo gli Studio Murena sono saliti sul palco. Molti si rifugiano sotto la tettoia e negli spazi coperti (tutti con addosso la mascherina e rispettando le distanze, ma che bravi siete!?), ma sono in tanti a rimanere nelle prime file e cantare sotto gli ombrelli. Il live è spettacolare: la band mette in scena tutto il suo enorme talento (e i suoi studi di conservatorio, che male non fanno), Mc Carma porta le sue liriche che affondano nella vecchia scuola. La situazione, con i primi fulmini e loro che fanno le fiamme sul palco, è un po' straniante. Come piace a noi, insomma.

Il temporale però intanto aumenta di intensità, la pioggia ora cade incessante, tuoni e fulmini si fanno sempre più ravvicinati. Non è davvero più il caso di andare avanti, purtroppo. Non lo prevede il piano di emergenza del Circolo Magnolia, né il buon senso. Siamo costretti a interrompere un'ora prima, dispiaciutissimi per il pubblico che non può assistere all'ultimo live in scaletta e per Emma Nolde, meravigliosa headliner della serata, con cui le strade si incroceranno però di sicuro in futuro.

È stato molto bello. Siete stati molto belli.

---
L'articolo MI MANCHI giorno 3: siamo sotto la pioggia, come la prima volta di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-06-07 11:25:00